Verdi nel governo a 5 condizioni di Giovanni Bianconi

Verdi nel governo a 5 condizioni Le liste degli ecologisti esultano per il successo: oltre 2 milioni di voti Verdi nel governo a 5 condizioni Vogliono garanzie su: industrie a rischio, energia alternativa, agricoltura biologica, difesa nucleare - «Questione morale al primo posto» «Ora Miglia deve adeguarsi glie norme Cee» ROMA — La prima telefonata di congratulazioni, ieri mattina di buon'ora, Gianni Mattioli l'ha ricevuta dal ministro dell'Ambiente Giorgio RUffolo. Quando il capogruppo Verde alla Camera lo dice ai suoi compagni che festeggiano con pasticcini e spumante il 3,8 per cento e i tre eurodeputati eletti, tutti sorridono senza nascondere un po' di sarcasmo: 'Adesso hanno paura di noi». Ormai nessuno ha più timore di parlarne, e tanto meno Mattioli: «Con questo risultato elettorale non possiamo essere trattati ancora da bravi e volenterosi ragazzi che però non s'intendono di politica, come fece De Mita l'anno scorso. La questione dei Verdi al governo è all'ordine del giorno'. Oggi alle 18 la delegazione del Sole che rìde andrà a colloquio col presidente del Consiglio incaricato De Mita forte del milione e trecentomila voti ottenuti. -Daremo la nostra disponibilità ad entrare nell'esecutivo — spiega Mattioli —, ponendo precise condizioni su tre o quattro punti urgenti e discriminanti. Alcune cose si fanno o non si fanno: se ci verranno offerte garanzie, che potremo verificare nel giro di qualche mese, bene, altrimenti faranno a meno di noi'. I punti-chiave si contano sulle dita di una mano: affrontare subito i problemi delle in- dustrìe a rischio, decidere investimenti energetici alternativi e per le tecnologie del risparmio, sostenere l'agricoltura biologica mettendo un freno all'uso dei prodotti chimici, eliminare il nucleare dal vocabolario della politica di difesa dell'Italia. «Afa c'è anche un quinto punto — aggiunge Mattioli —: qualunque governo del quale i Verdi dovessero far parte deve mettere al primo posto la questione morale. Non si può combattere la mafia lasciando Gava al ministero dell'Interno'. n successo europeo sembra aver dato nuova forza alle rivendicazioni del Sole che rìde. Ma non temono, i Verdi, che del movimentismo hanno fatto la loro bandiera, di ricevere solo promesse e di ritrovarsi invischiati in dispute partiti¬ che che hanno sempre disdegnato? Risponde Mattoli: -No, perché le scelte che chiediamo di fare sono semplici, immediate e chiare: l'Ama si chiude o non si chiude, l'Enel fa determinate scelte strategiche o non le fa. Inoltre non andremmo a fare gli ostaggi in un governo che dovesse usarci solo come flore all'occhiello. Abbiamo imparato che le scelle non si fanno nel salotto buono del ministero dell'Ambiente, ma in ministeri potenti come l'Industria e la Sanità. E' da lì che devono arrivare le garanzie'. n volto più significativo della vittoria Verde è quello stanco e sorridente di Gianfranco Amendola, il pretore ambientalista che ha trasformato 15 mila sentenze pronunciate contro l'inquinamento nelle oltre 60 mila preferenze che l'hanno portato a Strasburgo. Ha abbandonato la pretura perché—dice—«con il nuovo codice di procedura penale non avrei più potuto fare quello che ho fatto finora». Adesso, Amendola fa già i programmi per il futuro: "Voglio studiarmi tutte le direttive Cee e le normative degli altri Paesi in materia di inquinamento. Per molti aspetti la Comunità sta peggio di noi, ma ci sono anche delle battaglie da condurre qui in Italia sulla base di quello che la Cee ha già deciso. Mancano ancora strutture e controlli efficaci». Scorporando 1 dati nazionali, i Verdi del Sole che rìde si accorgono di aver vinto dove governano. E' accaduto a Palermo, la città In cui fanno parte della giunta Orlando, dove hanno raggiunto il 7,6%; è accaduto a Salerno (11 c'è l'assessore Alfonso Pecoraro) dove sono passati dal 4 all'8%. Le vittorie più eclatanti sono quelle di Trento (14%) e Bolzano (11,6%), dove la lista era capeggiata dai Alexander Langer, uno dei tre eurodeputati Verdi. Ma la festa non si celebra solo nelle sedi del Sole che ride. Si brinda anche in casa dei Verdi-Arcobaleno: 800 mila voti e due eurodeputati sono un successo insperato. E ora, passate le elezioni, si ricomincia a parlare di casa comune coi Verdi «doc». "Tutti devono prendere atto che il monopolio della rappresentanza ambientalista non c'è — dice Edo Ronchi, uno degli eletti —. Proporremo la creazione di un unico grande polo Verde in Italia e in Europa». "Noi abbiamo sempre lavorato per l'unità e continueremo a farlo», aggiunge Francesco Rutelli, anima radicale dei VerdiArcobaleno, che invece è molto più prudente a parlare di ambientalisti al governo. -Questi progetti unitari ci vanno benissimo — dice Mattioli —, per quello che dobbiamo fare più braccia ci sono e meglio è. Ma noi siamo e vogliamo restare un movimento, e chi, tra quelli dell'Arcobaleno, proviene da esperienze di partito deve adattarsi a questa scelta». Giovanni Bianconi L'ONDA LUNGA DEGLI ECOLOGISTI I seggi Bsa 4 ■■amai 3 3 8 13,6 BELGIO Le percentuali 163 I 8,4 ill ;'- X3 wmm DANIMARCA GERMANIA SPAGNA 15,0 i 7fi FRANCIA ITALIA OLANDA GRAN BRETAGNA