Sole o Arcobaleno? Grande sfida tra Verdi

Sole o Arcobaleno? Grande sfida tra Verdi Sole o Arcobaleno? Grande sfida tra Verdi ROMA — Repubblicani e liberali ieri hanno posto un vero e proprio «diktat» alla Rai: la sigla che identificherà 1 loro risultati nelle elezioni di oggi In Tv dovrà essere pri-pli-Fed o pli-priFed, "altrimenti ci saranno — informa un comunicato — tempestive ed energiche richieste di correzione'. Non è una precauzione superflua: La Malfa e Altissimo vogliono evitare il rischio che la percentuale dell'alleanza laica (con la quale si presenta anche Marco Pannella) sia paragonata alla somma dei voti ottenuti nelle ultime consultazioni da liberali, repubblicani e radicali, visto che questi ultimi sono presenti anche in altre tre liste. E' una mossa prudente, quasi obbligata per non ricevere danni dall'anomalìa che è diventata la vera legge di queste elezioni. In Italia, infatti, il voto di oggi si svolge in una situazione particolare: di Europa si è parlato poco o affatto (anche il referendum sull'integrazione sembra essere caduto nel vuoto); gli argomenti più discussi sono stati quelli legati alla crisi di governo e, nell'ultima coda, il tema centrale è diventato, tra imbarazzi e speculazioni, la vicenda cinese. Ma la novità maggiore di questo voto è la scomposizione e ricomposizione dì alcune forze politiche. I radicali, coerenti con l'opzione transpartita fatta nell'ultimo congresso, non hanno presentato il loro simbolo ma si sono sparsi in ben quattro formazioni: nell'alleanza laica, nel psdi, nei Verdi Arcobaleno, nella Lega antiproibizionista. Altro caso è la scissione socialdemocratica che ha fatto emigrare molti esponenti ex jpscli nelle liste socialiste. ] Per la prima volta, poi, sa¬ ranno presenti due liste verdi: alla tradizionale lista del Sole che ride, si è affiancata anche quella dell'Arcobaleno (dentro, oltre ai radicali, ci sono anche ex esponenti di democrazia proletaria). Infine, ci sono le due formazioni che raggruppano le liste locali più forti (sono presenti in tutte e cinque le circoscrizioni): l'«Alleanza del Nord» (Lega Lombarda, Llga Veneta, autonomisti piemontesi, toscani e siciliani) e «Federalismo» (Union Valdótaine, sardisti, più il dissidente della Svp, Alfons Benedikter). Tutti elementi di una pic¬ cola rivoluzione che, oltre a far impazzire gli istituti demoscopici, rischia di imprimere un impulso nuovo allo statico scenario elettorale italiano, -dove — sono parole che Bettino Craxi ha ripetuto in più di un'occasione — le vittorie e le sconfitte si giocano su uno 0,5 per cento in più o in meno». Le «anomalie», infatti, potrebbero diventare decisive nello spostare quelle piccole quote di consenso che in Italia decidono ogni elezione. In più, sul voto europeo molte formazioni — a iniziare dall'alleanza laica — misureranno la validità della loro scommessa. La prima incognita da verificare è la suddivisione del voto radicale. Qualche segnale già c'è: nelle ' ultime settimane Radio radicale ha chiesto al suol ascoltatori delle vere e proprie dichiarazioni di voto. Il 40 per cento del pubblico della radio voterà per la Lega antiproibizionista, il 23% per 1 Verdi Arcobaleno, il 17% per la lista laica, il 6% per il psdi. In più c'è una parte consistente (oltre il 10 per cento) che sceglie il pei. Questo è il quadro generale, a cui bisogna aggiungere un'altra cifra: il 70 per cento degli ascoltatori del Sud (Pannella si presenta nella circoscrizione meridionale per pri e pli) hanno scelto la lista laica. Tra i candidati radicali presentì nelle quattro formazioni non c'è stata competizione. "Come potrebbe esserci — assicura Massimo Teodori, in lista per l'alleanza prì-pli — quando tutte queste esperienze sono parti di un unico disegno politico?». Anzi, si è creata una sorta di mutua assistenza: Pannella è intervenuto più volte in favore di Giovanni Negri, sottoposto nelle liste del psdi alla terribile concorrenza del ministro dei Lavori Pubblici, Enrico Ferri. Nelle altre «novità» qualche difficoltà rischiano di averla i Verdi dell'Arcobaleno: la polemica furibonda sul fatti cinesi — è una loro opinione — ha avuto anche un effetto di ritorno verso il partito comunista. In ultimo queste elezioni sono l'ultima prova di appello per gli scissionisti del psdi: se il partito di Carìglia resisterà come nelle elezioni sarde, doloro Craxi non saprà più chetarsene. a. m.

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