Un Parlamento modello '93 di Fabio Galvano

Un Parlamento modello '93 La nuova assemblea di Strasburgo dovrà dirigere la Cee verso il mercato unico Un Parlamento modello '93 Per la presidenza sono in lizza Giscard, Tindemans, Dankaert, Klepsch e Oreja - Più rilievo per la carica in vista delle «frontiere aperte» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Bruxelles — Perii Parlamento europeo è l'ora della rivincita. Relegato dietro le quinte di dodici campagne elettorali tanto diverse, quasi a riprova di un'unità europea ancora subordinata agli interessi nazionali, esso si appresta a compiere stasera il giro di passerella riservato al vero protagonista del voto; e a rivelare il volto nuovo con cui reggerà per i prossimi cinque anni le vicende della Cee. Le previsioni che si fanno a Bruxelles, nei momenti in cui lo scenario europeo si sovrappone al mosaico dei Dodici, sono di una consistente avanzata per i socialisti e di un buon progresso dei democristiani, che continueranno a fronteggiarsi come i due maggiori schieramenti europei; ma in un'Europa che, pur svoltando a sinistra per il presunto trionfo dei laboristi inglesi, si scopre improvvisamente macchiata di verde. Fra le alchimie politiche dei singoli Paesi, che dopo il voto di oggi si ricomporranno attraverso legami di fondo o alleanze di comodo nei gruppi politici di Strasburgo, è l'emergenza degli ecologisti — dei Verdi, appunto — a fornire l'incognita di maggior spicco. Oggi associati (11 eurodeputati) con altre frange politiche nel gruppo Arcoba¬ leno (20 seggi), essi potrebbero domani decidere di fare gruppo a sé. Ma l'alone verde del nuovo Parlamento europeo non è l'unico motivo di speculazione. La prevista avanzata socialista sposterà massicciamente verso sinistra il baricentro di Strasburgo. I socialisti dovrebbero passare da 166 seggi — se ì dati inglesi saranno confermati — a quasi 200 (su 518 dell'intero Parlamento). Il vantaggio del centro-destra, che poteva aggirarsi in passato sui 20-25 voti, si sgretola e scompare; e questo per due motivi, per il crollo dei conservatori inglesi e perché l'avanzata democristiana — attualmente 112 seggi, altri 15 o 16 in arrivo — non sarà, su scala europea, che un giro contabile. Essa risulterà infatti dal passaggio dall'area conservatrice alle file del Ppe — il raggruppamento delle de europee — del Partido popular spagnolo di Marcelino Oreja, nato dalla rifondazione dell'Alianza popular di Fraga Iribarne (previsti 16 seggi). Comunisti, liberali, gollisti, tutti dovrebbero perdere; e in questo scenario ancora fluido già si osservano le prime schermaglie per la presidenza. Si parla insistentemente di un'intesa, dietro le quinte. fra democristiani e socialisti: il primo turno (due anni e mezzo) agli uni, il secondo agli altri. In effetti soltanto il fascino personale dell'ex presidente francese Giscard d'Estaing, osteggiato nel suo stesso campo liberale da Simone Veil che già ebbe la presidenza fra il '79 e l'82 e dal belga Willy De Clercq che approda a Strasburgo dopo l'esperienza di Commissario Cee, potrebbe creare un'alternativa valida a una nomina del Ppe. Si fanno anche nomi fra i socialisti; ma per l'olandese Piet Dankaert, già presidente nell'82-84, per lo spagnolo Enrique B aro n Crespo (superato all'ultima elezione da Lord Plumb) e per il francese Jean Pierre Cot una vera chance si potrà aprire soltanto a fine '91, a meno che l'apporto laborista dia al gruppo un insperato potere negoziale. Quando il nuovo Parlamento si riunirà per la prima volta, il 25 luglio, potrebbe quindi essere un de ad assu¬ merne la guida. Ma chi? Neppure troppo velata è stata la campagna di Leo Tindemans, che domani passerà a Mark Eyskens le consegne come ministro belga degli Esteri. E più di lui si sono adoperati in una rincorsa alla presidenza l'attuale capogruppo, il tedesco Egon Klepsch, e lo spagnolo Marcelino Oreja. Ma nei difficili equilibri di Strasburgo, secondo molti, il vero cavallo vincente potrebbe rivelarsi Emilio Colombo. Per il mini¬ stro delle Finanze, che già ebbe la presidenza nel 197879, molto dipenderà dagli spazi in Italia dopo la crisi di governo: su scala europea, con la fama di essere uomo sopra le parti, la sua strada è più facile. La scelta del presidente è cruciale, nel Parlamento che porterà l'Europa al traguardo del "93. Dall'Atto Unico, varato nell'86, Strasburgo ha avuto un nuovo ruolo nel sistema decisionale della Cee. In settori come l'attuazione del mercato interno e la ricerca, per esempio, la posizione dell'Europarlamento, una volta appoggiata dalla Commissione, non può essere respinta dai ministri dei Dodici che all'unanimità. E' quella che viene definita come la «procedura di cooperazione», che fra il luglio '87 e il dicembre '88 ha fatto registrare da parte della Commissione e del Consiglio l'adozione rispettivamente del 60 e del 44 per cento degli emendamenti proposti da Strasburgo; e, in seconda lettura, del 58 e del 23%. Quello del Parlamento è un ruolo di crescente importar) za per la costruzione europea; e che, dopo il voto di oggi, può superare lo sbarramento degli schemi politici nazionali Fabio Galvano SETTE PAESI ALLE URNE L'Europa dei Dodici: più chiari i Paesi dove si è votato giovedì 15. Negli altri si vota oggi. I numeri indicano I seggi del Parlamento europeo assegnati a ciascuna nazione.