La purga di Castro, in cella i «Gorbaciov cubani»

La purga di Castro, in cella i «Gorbaciov cubani» Agli arresti «per droga» otto fra generali e ministri: forse preparavano un putsch con l'appoggio esterno di Mosca La purga di Castro, in cella i «Gorbaciov cubani» Rischiano una condanna a morte - II quotidiano del pc: «Chi non è d'accordo con Fidel se ne vada nelFUrss o in Polonia» Sciolto il Corpo d'armata angolano fedele al «ribelle» Ochoa: gli ufficiali vengono deportati come operai a Managua DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Nel trentesimo anniversario della rivoluzione, Fidel Castro ha ordinato una purga senza precedenti dei vertici politici e militari cubani. Sono otto, finora, gli altissimi ufficiali e funzionari agli arresti:'tra loro 11 generale Arnaldo Ochoa;- sottosegretario alla Difesa, responsabile di tutte le spedizioni militari all'estero, decorato come «eroe della Repubblica»; il generale Patricio de la Guardia, il numero due dei servizi segreti; e il ministro dei Trasporti Diocles Torralbas, considerato il miglior amministratore di Cuba. L'accusa ufficiale è corruzione e di traffico di droga, ma 11 Dipartimento di Stato e il Pentagono sospettano che gli otto formassero il nucleo dell'opposizione a Castro venuta alla ribalta negli ultimi mesi, opposizione che nel nome del gorbaciovismo si preparava a deporre il -leader supremo» forse con l'indiretto appoggio di Mosca. I sospetti americani sono stati in parte confermati da Raoul Castro e dal giornale del pc cubano Gramma. In un discorso che ha attratto l'attenzione della Cia, il fratello di Fidel, ministro della Difesa, ha accusato il generale Ochoa di 'propagare un cancro estraneo alla tradizione militare» e con un'aperta critica alle riforme nell'Est europeo ha invitato •quanti non sono d'accordo col castrismo» a dimetterti e ad andarsene «in Polonia o nell' Urss». Gramma ha smentito che gli otto avessero organizzato un golpe contro Castro, ma ha ammonito che 'questo tipo di tradimento morale porta prima o poi al tradimento politico- e che -nessuno, per quanto in alto, può violare impunemente le leggi rivoluzionarie». H giornale ha precisato che Ochoa e gli altri alti ufficiali compariranno davanti alla corte marziale. Rischiano la condanna a morte. A quanto riferito dalla Cia e da un illustre rifugiato, l'ex comandante dell'Aviazione militare cubana, generale Rafael del Pino, che vive negli Usa, Ochoa, de la Guardia e Torralbas facevano parte di una ristrettissima cerchia di amici e compagni di lotta di Castro fin dalla guerriglia sulle Sierras alla fine degli Anni Cinquanta. I tre avevano frequentato insieme l'Accademia Militare Frunze a Mosca, stringendo importanti legami coi vertici delle Forze Armate e del Comitato Centrale sovietico. Dopo la visita di Gorbaciov a Cuba, qualche mese fa, si sarebbero battuti per glasnost e-perestrojka. La Cia afferma che, per indebolirli, Castro ha sciolto il corpo d'armata rientrato dall'Angola al comando di Ochoa, inviando centinaia di soldati e ufficiali inaffidabili a lavorare come operai in Nicaragua e in Siberia. II Dipartimento di Stato e il Pentagono non escludono che qualcuno nei vertici cubani sia complice dei narcotraficantes come Noriega a Panama: dal febbraio '88, la Dea, il servizio anti-droga Usa, ha infatti registrato 63 voli sospetti nello spazio aereo dell'isola. -Se gli arrestati fossero davvero implicati nel traffico di stupefacenti- ha dichiarato il portavoce, signora Tutwiler, -l'operato di Castro sarebbe ben accetto-. Ma Ochoa è il «soldier's soldier», il modello del soldato: ha diretto le truppe cubane in Etiopia, Nicaragua e Angola, e l'ultima decorazione gli è stata insignita per «onestà, altruismo e purezza», n suo processo, ha detto Rafael del Pino, «sa di stalinismo, ed è destinato ad aggravare lo scontento delle Forze Armate cubane e della parte più responsabile del partito... Il regime è in decomposizione, prima o poi cadrà». Jorge Dominguez, un politologo d'origine cubana dell'Università di Harvard, pensa che l'oscura vicenda dell'Avana segni l'inizio di una crisi irreversibile per Cuba, già attanagliata da gravi difficoltà economiche. A suo parere, è il sintomo più chiaro non solo di una dura lotta per il potere ma anche del crepuscolo del castrismo come motivo ispiratore dei movimenti d'indipendenza nazionale. Al pari di Deng Xiaoping in Cina, il «leader supremo» starebbe combattendo una battaglia di retroguardia contro la storia. Isolato nel mondo comunista da Gorbaciov, il mito di Fidel Castro sembra destinato a crollare come quelli di Stalin, Mao, e Ho Chi Minh. Ennio Carette)