Time rilancia: 10 mila miliardi

Time rilancia: 10 mila miliardi Il gruppo editoriale trova alleati e replica all'offensiva degli scalatori Time rilancia: 10 mila miliardi Nuovo colpo di scena a Wall Street - Il colosso respinge l'offerta Paramount e alza il tiro per la Warner DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Come In un film di Hollywood, all'ultimo minuto Time ha ieri respinto l'offerta — sgradita, anzi sgraditissima — fattale dalla Paramount, e ha migliorato la propria alla Warner (7 miliardi di dollari, oltre 10 mila miliardi di lire) ottenendone il trepidante «si». Di colpo, a Wall Street è pertanto nata una stella, e che stella: nel firmamento mondiale dell'editoria e dello spettacolo, la nuova Time Warner, un colosso da 15 miliardi di dollari, fatturato annuo 9 miliardi di dollari, viene a occupare se non il primo il secondo posto. Ma non è detta l'ultima parola: la Paramount potrebbe appellarsi agli azionisti della due grandi case, fare scoppiare una rivoluzione. Tutto, per ora, si è deciso in una notte magica, contro le previsioni di molti guru. Giovedì sera, la Paramount si è detta disposta a pagare per Time più dei 10 miliardi e 700 milioni di dollari offerti. Contemporaneamente, Time ha proposto alla Warner di comprare la maggioranza delle sue azioni, anziché procedere alla ventilata fusione paritaria. I Consigli d'amministrazione di Time e della Warner si sono riuniti separatamente al calare delle tenebre, e all'alba hanno dato la loro risposta fulminante. Time: no alla Paramount. Warner sì a Time. Al risveglio, la Paramount e Wall Street si sono trovate di fronte al fatto compiuto. In pratica, Time ha pagato 70 dollari ad azione per 100 milioni di azioni della Warner, assumendone il controllo. Ha mantenuto però in vigore gli accordi già presi: copresidenza di Dick Munro di Time e di Steve Ross di Warner; espansione dell'attività cinematografica e televisiva, che rappresenta solo il 20 per cento del totale; soprattutto diffusione in campo mondiale. La Time Wamer, hanno dichiarato i portavoce, sarà una «global corporation», uscirà cioè dai confini degli Usa: non è escluso quindi che per consolidarsi all'estero acquisti case straniere, a cominciare da una europea. Nel respingere l'Opa della Paramount, Time ha affermato che essa •non è nell'interesse degli azionisti né della società- e che -presenta problemi finanziari e normativi'. I suoi azionisti potrebbero non essere d'accordo: l'offerta delia Paramount porta il valore di ogni loro azione a 175 dollari, le nozze con la Warner Io portano ad appena 110 dollari. E' vero invece che la Paramount avrebbe probabilmente smembrato Time sia per mancanza di fondi sia per questioni di anti monopolio. Il vero motivo per cui Time ha respinto la Paramount e si è legato invece alla Warner è però un altro: i suoi vertici non volevano vendere a nessun prezzo la gloriosa editrice, al contrario volevano ampliarla e modernizzarla. La Paramount. che è nata come Gulf and Western, ossia come azienda petrolifera, è arrivata a porsi gli stessi obiettivi ma con un percorso inverso, partendo dal cinema, per poi passare alla Tv, e prendere di mira libri e giornali. Wall Street si chiede ora che cosa accadrà non solo tra gli azionisti di Time ma anche alla Paramount. La vecchia Gulf and Western, detta un tempo per assonanza «ingolfa e divo ra», causa la voracità con cui avanzava Opa alle altre azien de, è oggetto di varie avances, più o meno ufficiali: tra gli al tri, essa interessa a Murdoch, l'australiano naturalizzato americano che aspira al titolo di re di Hollywood oltre che della stampa; alla Nestlè, la multinazionale svizzera degli alimentari: alla grande editrice tedesca Bertelsman; e, Wall Street conferma, persino a De Benedetti e a Berlusconi... Ennio Caretta

Persone citate: Berlusconi, De Benedetti, Dick Munro, Ennio Caretta, Murdoch, Steve Ross

Luoghi citati: Hollywood, Usa, Washington