«Ai br un processo inventato» di Claudio Cerasuolo

«Ai br un processo inventato» Magistrati e avvocati d'accordo con il pm sull'assoluzione di 253 terroristi «Ai br un processo inventato» li giudice Maurizio Laudi: il protagonismo delle Br non si tradusse mai in insurrezione armata - Fulvio Gianaria (difensore di Nana): la Procura prese l'iniziativa perché i brigatisti non potessero tornare in libertà per scadenza dei termini Nessun magistrato lo dice apertamente («per non influenzare l'esito del dibattimento', «è un'opinione personale-, -nel nostro Paese una prospettiva concreta di insurrezione armata non c'è mai stata»), ma 11 sospetto che l'iniziativa presa dieci anni fa dalla Procura generale di Roma di contestare ai brigatisti rossi il reato d'insurrezione armata contro lo Stato nascondesse il proposito di tenere in carcere chi stava per uscire per scadenza dei termini è quasi una certezza. -Se fosse dipeso da me non avrei mai aperto questo procedimento-, è il commento a caldo del giudice istruttore torinese Maurizio Laudi sul maxiprocesso romano a 253 terroristi all'indomani della richiesta di assoluzione fatta al pubblico ministero Francesco Nitto Palma. Per Laudi -la richiesta può apparire sconcertante soltanto a chi credeva nelle ipotesi dell'accusa. In realtà è la conclusione inevitabile di un'istruttoria che definirei atipica, "documentale", nata cioè non dalla contestazione di reati specifici ma dal collage delle istruttorie che conducevano le varie Procure della Repubblica in tutta Italia contro le Brigate rosse. Era una specie di "rilettura" a posteriori di una serie d'inchieste su fatti criminosi specifici già oggetto di indagini istruttorie. Un metodo di lavoro che già allora non mi trovava d'accordo-. Ma allora l'accusa contro i brigatisti era pretestuosa e persecutoria, per evitare la loro scarcerazione per decorrenza termini? Precisa Laudi: -Non ritengo che si possa qualificare come persecutorio l'atteggiamento della Procura romana. Dieci anni dopo l'evoluzione storica italiana ha dimostrato che i fatti criminosi contestati ai brigatisti non erano idonei a innescare una guerra civile nel nostro Paese. Senza nulla togliere alla pericolosità delle Br e di altre bande armate, resto dell'opinione che il loro protagonismo politico non si tradusse mai in una insurrezione armata'. Ancora più deciso il commento dell'avvocato Fulvio Gianaria. difensore di Giuliano Nana, protagonista di un'odissea giudiziaria che si trascinò per dieci anni e che alla fine lo vide prosciolto da ogni accusa: «La richiesta di assoluzione del pm è una soluzione doverosa per un'iniziativa discutibile. Casomai c'è da chiedersi perché è stato costruito questo processo. Penso che l'iniziativa della Procura generale di Roma sia stata presa per evitare che i terroristi tornassero in libertà per scadenza termini. Giuliano Noria era riuscito a dimostrare la propria estraneità al delitto del procuratore capo di Genova Francesco Coco quando fu colpito da un nuovo mandato di cattura con l'accusa di essere uno dei promotori dell'insurrezione e degli organizzatori della rivolta nel carcere di Trani. Poi fu prosciolto da entrambi gli addebiti-. Altri giudici, come il presidente di corte d'assise d'appello Guido Barbaro, il magistrato che celebrò 11 primo processo al nucleo storico delle Brigate rosse, non vogliono fare commenti: -Trattandosi della richiesta di un pm ogni dichiarazione sarebbe un'interferenza: Ma non I può fare a meno di manifesta¬ re perplessità sul maxi processo romano: -Non conosco le imputazioni ai brigatisti in quel processo, ma se è vero quello che se n'è saputo dai giornali, e cioè che i reali addebitati erano gli stessi sui quali noi eravamo stati chiamati a decidere, allora il processo era già stato celebrato'. Anche il giudice milanese Armando Spataro non commenta la richiesta di Nitto Palma, 'la requisitoria è frutto del suo lavoro e delle sue convinzioni», ma precisa: 'Quel che posso però dire è che, quando, intomo all'&O, la Procura di Milano si pose il problema di promuovere o meno l'azione penale contro le Br per insurrezione armata, non ritenne di farlo non riscontrandone i presupposti giuridici: Per 11 presidente di Magistratura democratica, Giovanni Palombarini, -la conclusione del pm è corretta per la semplice ragione che non c'è mai stata, nel corso di questi ultimi dieci anni, una prospettiva concreta di insurrezione nel nostro Paese. Il terrorismo di sinistra degli Anni 70 — ha aggiunto — è stato essenzialmente un fenomeno politico: E U magistrato fiorentino Pierluigi Vigna: 'Una richiesta da condividere sotto il profilo giuridico perché non mi pare che le Br in concreto abbiano mai commesso questo tipo di reato nella loro pur sanguinaria parabola: D'accordo anche Franco Tonta, uno del magistrati più impegnati contro il terrorismo, sulla richiesta di assoluzione ma non sull'opinione espressa dal collega Nitto Paola sul brigatisti: «Non si possono qualificare le Brsolo come una banda di criminali. Sarebbe altrimenti inspiegabile la loro enorme produzione ideologica e politica, che non può certo ridursi a un'opera di acculturazione da parte di semplici delinquenti comuni. Storicamente le Br ebbero nella testa un progetto di insurrezione che nella realtà non si concretizzò, anzi falli miseramente. Da questo punto di vista, quindi, la richiesta di Nitto Paola di assoluzione generale può considerarsi corretta: L'affermazione del pm sul brigatisti come banda di criminali comuni ha provocato su un altro fronte la reazione dell'ex leader di Potere operaio e di Autonomia Oreste Scalzone, che da Parigi ha fatto sapere: «Di fronte a un'affermazione così sorprendente non mi resta che autodenunciarmi per insurrezione armata e chiedere all'Ufficio francese per la protezione dei rifìugiati e degli apatridi la concessione dell'asilo politico: Claudio Cerasuolo

Luoghi citati: Genova, Italia, Parigi, Roma, Trani