Mansell: «Credo nella Ferrari» di Cristiano Chiavegato

Mansell: «Credo nella Ferrari» FORMULA 1 Oggi prime prove a Montreal per il Gran Premio del Canada Mansell: «Credo nella Ferrari» Il pilota inglese spiega perché è rimasto con Maranello scartando le offerte di altri tre teams «Penso che potremo battere di nuovo la McLaren, magari già domenica» -1 rapporti con Barnard I DAL NOSTRO INVIATO MONTREAL — La Formula 1 torna sul circuito che pòrta il nome di un personaggio indimenticabile, quel Gilles Villeneuve che pur non vincendo molto in una rapida e tragica carriera ha lasciato un'impronta nel mondo delle corse. Si ricomincia stamane con le prequalificazioni del Q. P. del Canada, sesta prova dèi mondiale. Finora un successo Ferrari (Mansell) e quattro McLaren (una volta Prost e tre Senna). Il brasiliano anche qui è il super favorito. Dice: 'Ho perso in Messico, ma non per colpa mia e desidero prendermi una immediata rivincita. Prost è passato in testa alla classifica ma non ci rimarrà per molto tempo». Sarà ancora una prova targata McLaren? E' l'ipotesi più probabile. Ma c'è anche chi è convinto di potersi inserire tra i due litiganti. Questo qualcuno è Nigel Mansell, in piena forma, abbronzato a forza di giocare a golf. Il pilota inglese ha appena rinnovato 11 contratto con la Ferrari. Un accordo di un anno e un'opzione, per la scuderia, anche sul 1991. Mansell dice subito i motivi per cui ha accettato di rimanere, dopo che un mese fa aveva criticato duramente il Cavallino. '■■ Spiega: «Ero stato male interpretato. La verità è che sto bene così. Ho firmato per tre ragioni che sono nell'ordine: 1. perché sono felice della mia situazione; 2. perché le prospettive tecniche sono buone; 3. per i soldi-. | Nessun pelò sulla lingua. Pare che Mansell abbia ottenuto un ingaggio regale (4-5 milioni di dollari, pagati dallo sponsor Marlboro). D'altra parte, l'inglese non aveva alternative molto valide: p andava alla McLaren, oppure rimaneva a Maranello, che bene o male rappresenta sempre la seconda forza In campo. ; Ammette Nigel: «Ho avuto delle offerte, tre per la precisione. Due le posso rivelare: sono Benetton e Williams. L'altra preferisco non dirla (Onyx?, ndr)». Allora viene spontanea una domanda. Perché la Ferrari? 'Credo che sia molto importante avere fiducia nella propria squadra. E ho fiducia in questa squadra, nel suo futuro. Non dimentichiamo che quello della Ferrari è un nome speciale nell'automobilismo, un fascino cui è difficile sottrarsi. Per me è stata una decisione facile da prendere-. Si è sempre sentito dire che le presenze di Mansell e Berger sarebbero state legate a quella di John Barnard. Il «sì» di Mansell significa che rimarrà anche il tecnico? «So cosa succederà, ma ovviamente non posso dirlo. In ogni caso la sua collaborazione mi farebbe piacere. Ma anche se John dovesse andarsene, la Ferrari sarà sempre la Ferrari. Nessuno è insostituibile. Sono convinto che Cesare Fiorio riuscirà a far quadrare la situazione, che il prossimo anno potremo puntare al mondiale, anche se bisognerà fare una nuova macchina, un motore e un cambio diversi-. Questi sono gli obiettivi a lunga scadenza, ma quest'anno? 'Sono convinto che in Messico, se non avessi avuto problemi, avrei potuto affermarmi. Ero in grado di attaccare Senna. Ragion per cui non sarei sorpreso se prima della fine della stagione vincessimo una o due gare. Anche qui domenica potrebbe essere un'occasione buona. C'é la difficoltà dei consumi di carburante che sono elevatissimi ma l'incognita vale per tutti, McLaren compresa». Un ultimo interrogativo: cosa manca ancora alla Fer rari per essere a livello della McLaren? 'Solo lo sviluppo della vettura. Siamo arrivati in ritardo con tutto: telaio, aerodinamica e motore. Nell'88 lo sforzo per portare avanti il turbo rallentò la progettazione e la realizzazione della nuova monoposto. Ma abbiamo fatto notevoli passi in avanti. U problema vero è il tempo. Io sono disponibile per lavorare, per fare tutti i test necessari, purché siano produttivi. Non chiedetemi di venire a Fiorano per rodare un cambio, ma per provare un particolare che mi permetta di guadagnare un decimo al giro sono disposto ad andare anche in Australia». Un Mansell su di giri, caricato, pronto alla battaglia. E stamane vedremo già quali saranno le sue chance e quelle della Ferrari che potrà contare anche su un Berger di giorno in giorno più in forma Cristiano Chiavegato Nigel Mansell è ottimista

Luoghi citati: Australia, Canada, Maranello, Messico