Ciclomotori e scooter come guizzare in città

Ciclomotori e scooter come guizzare in città Diventa facile muoversi e trovare un parcheggio Ciclomotori e scooter come guizzare in città In primo piano la "Piaggio con la «Vespa», la «Cosa» e il «Grillo» Dopo anni di pesante flessione il mercato dei ciclomotori e degli scooter evidenzia alcuni sintomi di ripresa. Le città sempre più intasate di auto, l'adozione di zone a traffico limitato aperte alle biciclette e ai ciclomotori, l'introduzione dell'obbligo delle cinture che infastidisce molti automobilisti, ronno ritenere che questi mezzi a 2 ruote economici, pratici e poco inquinanti possano riprendere il posto che occupavano fino a qualche tempo fa, prima che l'obbligo del casco influisse sul loro uso, specialmente nei riguardi del pubblico femminile. Il 1987 aveva visto una contrazione del 30% del mercato motociclistico (per il 70% dovuta al crollo degli scooter). Nel 1988, anno di progressi ma non ancora entusiasmante, ciclomotori e scooter hanno globalmente mantenuto i loro livelli di vendita. Del resto, nel mondo lo scooter sta conoscendo un forte incremento, specialmente in Giappone dove le condizioni di sovraffollamento metropolitano spingono la gente verso l'adozione di mezzi di trasporto personali e facilmente parcheggiabili. Il settore degli scooter in Italia è in mano al Gruppo Piaggio, che con il modello «Cosa» nelle cilindrate 125, 150 e 200 e con l'intramonta bile «Vespa 50» fornisce una gamma di prodotti valida e completa. In particolare, la «Vespa 50» appare un bilanciato compromesso nel traffico urbano per le sue doti economiche (come tutti i ci clomotori non richiede l'o mologazione, né l'assicurazione RC obbligatoria, mentre il costo chiavi in mano parte dai due milioni) e tecniche: avviamento elettrico, trasmissione automatica oppure a 3 rapporti, solida carrozzeria in lamiera di acciaio, buona tenuta. I giapponesi rispondono al classicismo della «Vespa» con una serie mirabolante di modelli, dal tipo punk a quello con l'impegnativo nome di «Dio», pochissimi dei quali importati in Europa. Quelli che giungono in Italia vi arrivano attraverso la Francia, si chiamano Peugeot o MBK e sono dotati di cambio automatico e di una notevole ripresa. Per chi si sente troppo sportivo per rifugiarsi dietro un parabrezza o vuole contenere i prezzi di acquisto, il mercato ciclomotoristico offre altre soluzioni: vi sono i ciclomotori classici a ruote alte, come gli intramontabili «Ciao» e «Bravo» della Piaggio o il nuovissimo «Grillo» che ad un prezzo inferiore al milione 400 mila lire nella versione più curata, offre la comodità delle ruote da 14" (per una migliore maneggevolezza nel traffico cittadino), l'avviamento a kick starter e la tradizionale robustezza del modelli Piaggio. La Garelli, altra ditta specializzata nel settore, ha presentato a sua volta l'-Urka 50», un veicolo dalla linea accattivante dotato di telaio monotrave, motore con alimentazione lamellare, accensione elettronica, lubrificazione separata, avviamento elettrico, sospensione posteriore con mono ammortizzatore e anteriore teleidraulica. Ovviamente il prezzo di simili prodotti si attesta su livelli superiori, variando tra i 2,5 e 3 milioni a seconda delle versioni. Da non dimenticare infine i ciclomotori preferiti dai quattordicenni, estetica mente non distinguibili dalle motoleggere 125 enduro o stradali destinate ai fratelli sedicenni Per queste piccole moto, dotate di ciclistiche sovradimensionate, i prezzi salgono decisamente: siamotra i 3 e 4 milioni, cifra giustificabile solo per chi vuole apparire prima di essere. f.fa.

Persone citate: Garelli

Luoghi citati: Europa, Francia, Giappone, Italia