In Italia un «giro» di duemila miliardi di Renzo Villare
In Italia un «giro» di duemila miliardi In Italia un «giro» di duemila miliardi il mercato italiano delle due ruote motorizzate, ossia ciclomotori, scooter e moto, occupa 20 mila persone e rappresenta, secondo stime attendìbili, un giro d'affari di oltre 2000 miliardi l'anno. L'indotto si calcola in tre volte tanto. Questi dati dell'Ancma (Associazione dei produttori) ne confermano l'importanza economica. Per una efficace analisi è necessario, però, dividere il settore in due mercati: il primo comprende i ciclomotori e gli scooter fino a 50 ce, il cosiddetto mercato dei «non targati»; il secondo abbraccia la produzione da 51 ce fino alle massime cilindrate. E' quello dei «targati». Non targati. Nel 1988 questo settore ha registrato un buon miglioramento nelle vendite rispetto all'anno prima, con 345.000 unità immatricolate, il 13% in più rispetto ali'87 (305.000). Anche nei primi 5 mesi dell'anno è proseguito l'andamento positivo e le previsioni '89 prevedono un trend ancora migliore di quello dell'88 sull'87, ossia un incremento intomo al 15%. Secondo gli esperti, tale brillante performance è determinata dal lancio sul mercato di nuovi modelli, dalla conseguente acquisizione di clienti e dal rinnovo del parco circolante (6.000.000 di pezzi), in gran parte obsoleto. Tra i nuovi modelli, di particolare interesse sono risultati il ciclomotore «Orlilo» della Piaggio, che si è affiancato al «Ciao» e al «SI»; la nuova «Vespa 50», ancora dèlia Piaggio; il «Metropolis» Peugeot, un prodotto Honda costruito in Francia. In questo mercato, il gruppo Piaggio è leader in Italia con il 67% di quota (l'altro 33% è rappresentato da marche come Malaguti, Rizzato, Garelli e costruttori minori) e in Europa con il 40% delle vendite e 17.000 punti commerciali. Oggi l'azienda è guidata da Gustavo Denegri, presidente.della «Piaggio e C», la finanziaria del Gruppo, con sede a Pisa, dalla quale dipende anche la «Piaggio veicoli europei», ubicata a Pontedera: rappreseti-. ta il 75% del fatturato industriale di tutto il Gruppo. Scooter targati. In questo settore l'andamento è meno confortante. L'arino scorso ne sono stati venduti solo 13.000. Il lancio da parte della Piaggio dell'innovativo modello «Cosa» e interessanti proposte dell'industria giapponese hanno comunque arrestato il trend negativo degli ultimi anni Da segnalare il brillante scooter Honda da 250 ce: nonostante il prezzo molto elevato (6.700.000 lire). ha avuto un buon successo. Motociclette. Anche il mercato italiano della moto, da 125 ce fino alle maximoto, ha registrato nel 1988 una leggera flessione. Le immatricolazioni sono scese da 118.000 a 113.000 con un calo del 4.2%. Suddividendo le vendite per classi di cilindrata, si nota comela perdita maggiore sia andata ai veicoli da 301 a 380 ce (da 9100 a 6100 unita, pari al 32,7%), principalmente per l'applicazione della patente europea che potrebbe aver trasferito una fetta dell'utenza verso moto di maggiore cilindrata. Seguono la classe da 381 a 500 ce con una flessione del 13,8% (da 4850 a 4200 unità), la «125», la più importante come numero di pezzi venduti, con una perdita del 7,4% (da 53.800 a 49.600 veicoli), il settore delle maximoto, oltre i 750 ce, che è sceso del 12% (da 7500 a 6550), un fenomeno, questo, mondiale, e la classe da 201 a 300 ce che ha perso il 3% (da 6130 a 5950 unità). In forte ripresa, invece, 1 modelli da 126 a 200 ce con un miglioramento del 33,3% (da 4850 a 6450) e le moto da 501 a 750 ce che sono passate da 32.000 a 34.000 pezzi, con uno rialzo del 6,6%. Confortante l'andamento dei primi 5 mesi dell'anno: le moto targate vendute sono state 45.000 contro 44.400 dello stesso periodo '88, con un miglioramento dell'1,4%. Renzo Villare
Persone citate: Garelli, Gustavo Denegri, Rizzato
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