E' a colori la Rivoluzione della moda
E' a colori la Rivoluzione della moda A Firenze le proposte per l'uomo del 1990, tramonta l'eleganza in grigio E' a colori la Rivoluzione della moda FIRENZE — La moda maschile risale in passerella. Nei saloni della Fortezza da Basso e al Palazzo degli Affari (per una complessiva superficie di undicimila metri quadri) tornano i quattrocento espositori di Pitti Immagine Uomo, con le loro proposte di abbigliamento ed accessori maschili, destinati a coprire le fasce medio-alte del consumo interno ed estero per la stagione primavera-estate 1990. La prestigiosa rassegna internazionale di moda per uomo si svolgerà dal 30 giugno al 3 luglio prossimi e si apre sulla scia d'un trend positivo. Il saldo commerciale di una produzione che ha sfiorato i 6200 miliardi di lire, ha registrato nel 1988 un attivo di 1200 miliardi e se i principali mercati di sbocco di abiti, giacche, cappotti maschili restano Germania, Stati Uniti e Francia, c'è stato un incremento dell'export anche in Inghilterra e soprattutto in Giappone. Si pensa che proprio i visitatori giapponesi, attesi numerosi, faranno spostare in avanti la cifra record dei quindicimila visitatori dell'edizione precedente. Nei quattro giorni di Pitti Uomo, Firenze non ha soltanto la moda da offrire ai compratori appassionati del gusto italiano. Meno sfilate e più spettacolo, sembra essere lo slogan degli organizzatori, che hanno infittito il consueto calendario degli avvenimenti collegati alle sfilate. Arte, teatro, costume, serate di gala al Forte Belvedere, insomma, di tutto di più per divertire il complesso mondo che ruota intorno alle presenta¬ zioni di moda. A pochi giorni dalle manifestazioni previste a Parigi per il bicentenario della Rivoluzione francese, il luglio fiorentino di Pitti Immagine Uomo celebra la ricorrenza con una mostra a Palazzo Vecchio, a cura di Luigi Settembrini e Gherardo Frassa: "Dall'abito di corte all'abito cittadino'. E con ragione, giacché è dal 1789 che si può far iniziare simbolicamente l'era dell'eleganza borghese in color fumo di Londra e la grande rinuncia agli sgargianti colori dell'uomo settecentesco. Di una quasi controrivoluzione in nome del colore e del piacere di vestirsi, si fa alfiere lo stilismo made in Italy degli Anni 80, con un recupero di tessuti, tinte, delicatezze di dettagli lasciati per secoli alla moda femminile. Nulla del «Giovin Signore» del Panni, però, quale apparirà in uno spettacolo nella Sala dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, realizzato da Ferragamo e tratto liberamente dal «Giorno» pariniano, in un caleidoscopio di forme espressive molteplici, dal video alla musica elettronica, alle proiezioni. Se Gherardini invita a un «Dejeuner sur l'herbe» nella sua Villa di Montearioso, al Gruppo Gft c'è il pittore Mario Merz. E bisognerà trovare assolutamente il tempo di assistere il 1° luglio alla sfilata dei modelli disegnati dai venti migliori allievi del Polimoda di Firenze e della Koefia di Roma. Anche perché di ricambio di talenti, a Pitti Immagine si parla poco. Ma, ha detto Settembrini, è allo studio una trasformazione in questo senso, della formula Trend, slegandola dalle scuole e lasciandola libera di accogliere energie già consolidate e ancora senza occasione di trovare collegamenti con l'industria dell'abbigliamento. Tuttavia l'asso nella manica di Pitti Immagine Uomo verrà calato sul tavolo alla vigilia della rassegna. La sera del 29 giugno, in piazza della Santa Annunziata, sarà di scena Slava Zaitsev: lo stilista che nel cuore del socialismo reale ha creato un impero del lusso, recuperando sfarzi bizantini, siderali colorì siberiani e cupe luci dell'arte russa, ha scelto Firenze per il suo debutto italiano. Dopo aver fatto conoscere la moda d'oltrecortina a Parigi e a San Francisco, in India e a New York, lo stilista della Glasnost presenta per Pitti Immagine Uomo la sua collezione 1989-90, che, in perfetta linea con la perestrojka, si intitola «Omaggio al Millennio Cristiano». Fossette alle guance, occhi sgranati e sorriso aperto, il cinquantenne Zaitsev, tutte le carte in regola in quanto a studi d'arte applicata e perizia della tecnologia tessile negli importanti istituti di Ivanovo e di Mosca, ha reinventato la zarina Anni 90. Nel suo palazzo di neve piani, dove lavorano 1 seicento dipendenti della Casa della moda, nascono anche costumi e scenografie del Teatro di Mosca, di cui Zaitsev è responsabile. Così Pitti Immagine Uomo, evento clou per la moda maschile, apre al femminile, con un inconsueto «vestiremo alla Gorbaciov». Lucia Sollazzo
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