Anche un'ora di sport aiuta a studiare di più di Raffaello Masci

Anche un'ora di sport aiuta a studiare di più Viaggio nel pianeta Maturità Anche un'ora di sport aiuta a studiare di più ROMA — Inutile farsi vedere sconvòlti e provati dalle fatiche dello studio e dalle «sudate carte» di leopardiana memoria: primo perché i professori non si lasciano impietosire, secondo perché ormai non ci crede più nessuno. Tanto vale, allora, giungere all'appuntamento con l'esame di maturità in perfetta efficienza fisica, il più possibile pimpanti, svegli e moderatamente pasciuti. Come fare a centrare questo obietivo? Lo abbiamo chiesto al prof. Carlo Gribaudo, dell'Istituto di medicina dello sport di Torino, uno specialista per il quale le tecniche dell'efficienza fisica e dei rendimenti ottimali non' hanno segreti. Premessa: una buona forma fisica—per gli esami come per qualunque altro obiettivo di studio o lavoro — non è qualcosa che si acquisti in una settimana, ma il risultato di un ordine di vita che va costruito, passo dopo passo, nel corso degli anni. Detto questo, ecco alcuni consigli a chi si appresta a compiere la maratona della maturità. Lo stress non è solo—La condizione del maturando è ovviamente caratterizzata da ansia, da paura e da stress, quest'ultimo generato da un prolungato e defatigante impegno di studio. Il rimedio è quello di bilanciare l'attività cerebrale con una adeguata attività motoria. Questa regola, di carattere generale,ha risultati tanto più evidenti, in circostanze particolari come quella degli esami di maturità, quanto più viene praticata come normale abitudine di vita. Tra i maturandi cioè, si troveranno meglio, dal punto di vista della condizione fisica, soprattutto coloro che praticano regolarmente uno sport. Non stravolgere le abitudine di vita — A circostanze eccezionali rimedi eccezionali? La risposta a questa domanda è sicuramente no: sovvertire le abitudini di vita può infatti costituire una fatica aggiuntiva a quella della preparazione degli esami. Una fatica, dunque, da evitare accuratamente: niente sedute di studio da nove ore al giorno e niente tappe forzate, tipo quattr'ore di sonno e quattro dì libri e appunti, oppure due giorni in pigiama bighellonando dalla matematica all'inglese e ritorno. La ricetta è nell'ordine — Ora che la vita non è più scandita dal rigido orario scolastico e dalla successione dei compiti in classe e delle, interrogazioni, il maturando che voglia comportarsi secondo i mi¬ gliori manuali, deve darsi un ordine nell'arco della giornata. Tanto per cominciare, sette ore di sonno (otto per alcuni) sono necessarie e sufficienti, e non richiedono incrementi di riposo sotto forma di pennichelle e sonnecchiamenti diluiti nell'arco della giornata. Anche la doccia conta — Proporre di farsi la doccia può suonare offensivo, ma la consuetudine di iniziare la giornata sotto la doccia è un consiglio esplicitamente ribadito dal prof. Oribaudo: i movimenti che il lavarsi comporta e 11 getto d'acqua tonificante sono già di per sé rivitalizzanti e consentono di partire in quarta. L'attività motoria—Che un maturando dedichi le ore migliori della giornata allo studio è ben ovvio. Meno ovvio, ma indispensabile, è invece che affianchi quest'impegno ad una attività sportiva che, per chi non la svolgesse regolarmente, deve essere blanda e non stancante. -L'esercizio fisico — dice il prof. Gribaudo — consente di produrre le endorfine cerebrali che migliorano lo stato psichico del soggetto-. Insomma, andate a correre se volete studiare bene. Il cibo/1: poco è bello — Il decalogo dei maturandi dice: mangiare poco, sia perché in genere si mangia troppo e a corpo pieno si studia male, sia perché — contrariamente a quanto le mamme credono — chi studia non brucia proprio niente. Meglio pasti piccoli e più frequenti piuttosto che due solide mangiate. Evitare cibi dalla lunga digestione: grassi, fritti, salumi insaccati. Niente alcol, neppure birra, meglio acqua e succhi di frutta, e se un alcolico deve esserci, sarà un bicchiere di vino a cena. Il cibo/2: siete allodole o gufi? — Siete allodole (cioè mattinieri che lavorano bene all'alba) oppure gufi (alzarsi prima delle nove è impossibile e lavorate bene anche di notte)? Nel primo caso fate una buona colazione (non il solito caffè) verso le 6, appena alzati, poi uno spuntino alle 10,30, un sobrio lunch verso l'una, un accenno di merenda alle 17 e una cena monastica alla solita ora (20-20,30). Nel caso siate gufi, invece, ci vuole una colazione all'inglese verso le 9, un sobrio pranzo verso le due, una cena non meno frugale verso le 20 e, se prevedete un dopo-cena di studio, si può pensare ad uno spuntino verso le undici. Dunque la regola è: poco e spesso per non perdere tempo ed efficienza nella digestione. Raffaello Masci

Persone citate: Carlo Gribaudo, Gribaudo

Luoghi citati: Roma, Torino