«All'Italia serve il nucleare

«All'Italia serve il nucleare L'Enea replica alle critiche comunitarie sul piano energetico «All'Italia serve il nucleare Il direttore generale Pistella: «Continuiamo a dipendere dal petrolio» - «L'impatto ambientale migliorerà solo se sfrutteremo l'atomo nelle sue nuove forme: reattori più sicuri e fusione» ROMA — L'Agenzia internazionale per l'energia dell'Ocse boccia la politica energetica italiana, ed è subito polemica.-L'energia deve diventare uno dei temi centrali del programma del nuovo governo», reclama il ministro dell'Industria Battaglia in una lettera a De Mita, alla quale acclude il rapporto dell'Aie. Dal convegno sul risparmio energetico promosso dall'Enea il direttore generale Fabio Pistella mette in guardia: -Andiamoci piano a parlare di bocciature. L'Aie non boccia niente. Ci sollecita ad approvare il Pen, Piano Energetico Nazionale, non ne mette in discussione le scelte di fondo che spingono a razionalizzare la produzione di energia, a ridurre l'impatto ambientale e a promuovere il risparmio energetico. Una strada obbligata dopo la scelta di abbandonare il nucleare-. Il rapporto dell'Aie denuncia che in Italia la produzione di energia è ferma intorno al 20 per cento dei consumi, esattamente come tre anni fa e solo verso il 2000 si arriverà al 25 per cento. Dice che il coordinamento fra ministeri è assente, la ricerca scarsa. Suggerisce di liberalizzare il prezzo del petrolio e di far chiarezza sui prezzi d'acquisto dell'energia elettrica e sulle tariffe. Chiede che il Pen venga fatto partire al più presto. Eppure la legge che trasformerà il piano energetico da un programma astratto in una serie di norme e di investimenti è arrivata in Senato per la discussione soltanto un mese fa. Quasi un anno dopo il varo del Pen. -Si è voluto preparare un disegno di legge complessivo — dice il direttore generale dell'Enea — e ci sono stati ostacoli da superare proprio su prezzi e tariffe. Ma il vero punto caldo è quello fra operatori e opinione pubblica: la gente è abituata ormai a ragionare in termini di "metano è bello, carbone è brutto, petrolio è brutto a metà": uno schema sbagliato-. Perché? -Perché il carbone oggi non può essere bruciato con emissioni di zolfo superiori all'I per cento, mentre il petrolio ne produce tranquillamente il 3 per cento e nessuno se ne scandalizza-. La gente però è convinta che il metano sia più pulito. Domenica prossima in 7000 Comuni dell'alto Lazio si voterà anche perché la centrale di Montait o dì Castro sia riconvertita in modo da produrre energia solo con questo gas. Pistella insiste. -Il vero punto oggi non è il tipo di carburante c neppure la dimensione della centrale, ma la quantità di emissioni inquinanti emesse: definire limiti standard come fa il Pen. e pretendere che vengano rispettati. Si dovrebbe cominciare a classificare le centrali non solo per megavatt prodotti, ma per tonnellate di inquinanti emessi. E lo stesso ragionamento potrebbe valere per qualsiasi cosa, comprese le automobili-. Dall'impatto ambientale al risparmio energetico, un altro obiettivo del Pen, che prevede di destinare fino a 50.000 miliardi in 5 anni per promuovere nuovi prodotti e tecnologie a basso consumo di energia. Non solo impianti industriali ma frigoriferi, lavatrici, caldaie domestiche che grazie a motori speciali o a particolari sistemi di isolamento dovrebbero far risparmiare da 10 a 17 Megatep (migliaia di tonnellate-equivalenti di petrolio) l'anno. Il convegno dell'Enea ha presentato una ricerca che fa un primo censimento dell'offerta di questi nuovi prodotti. Basterà tutto questo a migliorare la petrolio-dipendenza dell'Italia e la sua scarsa autonomia? Pistella cita il Pen. -Alla fine del piano è detto chiaramente che sia la vulnerabilità dell'Italia sia l'impatto ambientale potranno essere migliorati solo riconsiderando il nucleare nelle sue nuove forme, che sono la fusione e i reattori a sicurezza intrinseca». m. g. b.

Persone citate: De Mita, Fabio Pistella, Pistella

Luoghi citati: Italia, Lazio, Roma