Primi sondaggi a urne chiuse Dura sconfitta per la Thatcher di Fabio Galvano

Primi sondaggi a urne chiuse Dura sconfitta per la Thatcher Ieri il voto in Gran Bretagna, Spagna, Danimarca, Olanda, Irlanda Primi sondaggi a urne chiuse Dura sconfitta per la Thatcher Cedono i socialisti spagnoli - L'Aia: buona affermazione dei cristiano-democratici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Parlamento europeo, atto primo. Cinque dei dodici Paesi Cee — Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Spagna e Danimarca — hanno votato ieri, con tre giorni di anticipo sui loro partner comunitari. Anche questi risultati, tuttavia, saranno resi noti soltanto a partire da domenica sera (quelli danesi, addirittura, non saranno disponibili che lunedì): le prime indicazioni sull'esito del voto in quei Paesi è quindi affidato ai numerosi sondaggi che quasi dovunque hanno colto gli elettori all'uscita dei seggi: i cosiddetti exit-polis, ormai accettati come adeguata valutazione dell'andamento elettorale. Un primo panorama non rivela sorprese in assoluto, ma semmai l'accentuarsi di tendenze che erano state indicate nelle previsioni della vigilia. Gran Bretagna. Forse il più atteso dei voti di ieri, non tanto per la sua valenza europea quanto come indicazione della «salute» della signora Thatcher di fronte a una presunta rimonta laoorista, l'esercizio britannico — 81 seggi in palio — si è svolto nel consueto dima di distacco che caratterizza gli appuntamenti europei di questo Paese. Ma l'esito è clamoroso: secondo l'exit poli svolto dalla Bbc, 1 laboristi hanno scavalcato e distanziato i conservatori con margini del tutto impensabili alla vigilia. I laboristi avrebbero ottenuto il 44 per cento dei voti, contro il 32 per cento dei conservatori, un incredibile 14 per cento dei verdi, il 6 per cento per i democratici. Sulla base di questi risultati, se confermati domenica sera, 1 laboristi dovrebbero passare da 32 a 51 seggi e i conservatori da 45 a 26. Le conseguenze, oltre che un chiaro monito per la signora Thatcher, potrebbero essere di grande portata anche a Strasburgo: si potrebbe infatti prevedere, sulla forza della vittoria laborista. un progresso del gruppo socialista tale da fare con quistare alle sinistre la mag¬ gioranza che finora era sempre sfuggita loro. Un curioso dato di cronaca: un gruppo di elettori, a Leeds, ha dovuto essere smistato in un altro quartiere della città: il loro seggio, una caravan, era stato rubato durante la notte. Spagna. I sondaggi della vigilia avevano vaticinato una flessione per il psoe di Felipe Gonzàlez, ma non avevano saputo calcolare il parziale recupero dei comunisti o la crescita dei piccoli partiti di destra. Le proiezioni dei sondaggi all'uscita dalle urne dicono che il psoe ha perso 3 dei suoi 28 seggi (sui 60 a disposizione della Spagna), mentre due ne avrebbe persi (da 7 a 5) il centro democratico di Adolfo Suarez. I comunisti, al contrario, potrebbero averne conquistati un paio (da 3 a 5). Grande sorpresa, se questi primi dati dovessero essere confermati dai risultati finali, è rappresentata dal cedimento del Partido polular di Marcolino Oreja, nato dall'unione di alcuni schieramenti secondari con l'Alianza popolar di Fraga Iribarne: i suol 17 seggi, che negli equilibri futuri del Parlamento europeo potrebbero passare dal campo conservatore a quello democristiano, si sarebbero ridotti a 15. Fermi a tre seggi 1 liberali catalani, sono andati avanti 1 quattro partiti legati alla rivendicazione basca: complessivamente da 2 a 4 seggi. A parte i verdi, che potrebbero avere un seggio, la sorpresa è il netto progresso di Agrupacion de electores, lo schieramento-contestatore di destra che fa capo a Ruiz Mateos, protagonista dello scandalo Rubasa e attualmente colpito da più di un mandato d'arresto: avrebbe conquistato oltre il quattro per cento dei voti e 2-3 seggi. Olanda. Atteso come «prova generale» per le elezioni politiche del 6 settembre, il voto europeo di ieri avrebbe decretato un franco successo del primo ministro Ruud Lubbers. I suoi cristiano-democratici, passando dal 30 al 34 per cento dei voti, avrebbero scavalcato i socialisti, conquistando due seggi in più: 10 contro gli 8 del 1984, su 25 cui 1 Paesi Bassi hanno diritto. Fermi a 9 seggi i socialisti, 1 veri perdenti di questo confronto elettorale sarebbero 1 Uberai! di Ed Nfjpels, che passerebbero da cinque a tre Irlanda. Erano in palio 15 seggi, ma soprattutto era in gioco—nella parallela elezione politica indetta dal primo ministro Charles Haughey — il tentativo del Fianna Fall (il quinto della serie) di conquistare finalmente una maggioranza assoluta, che consenta di governare senza l'appoggio degli indipendenti. Da parte dell'opposizione — il Fine Gael di Alan Dukes —la speranza di poter formare una coalizione di centro destra. I sondaggi della vigilia erano favorevoli al primo ministro, tanto sul piano interno quanto su quello europeo. Danimarca. Da una modesta affluenza alle urne (appena il 46 per cento, ci si aspettava il 60) è scaturita secondo i primi sondaggi una pesante sconfitta per la coalizione di governo. I conservatori del primo ministro Poi Schiuder passerebbero dal 21 al 14 per cento dei voti, da 4 a 2 seggi, e la tenuta dei liberali (2 seggi) e dei social-liberali (1 seggio) non fa che frenare la caduta II maggior progresso risulterebbe dei socialdemocratici: dal 19 al 28% dei voti, da 3 a 5 seggi I centristi manterrebbero il loro seggio, mentre il raggruppamento «contro la Cee» cede dal 21 al 17 per cento, da 4 a 3 seggi: anche per la Danimarca, a parte la latitanza elettorale, la Cee è una realtà che non si combatte più. Fabio Galvano

Persone citate: Adolfo Suarez, Alan Dukes, Charles Haughey, Fall, Fraga Iribarne, Ruiz Mateos, Ruud Lubbers, Thatcher