«Ma in Italia ci sono i comunisti?» di Renata Pisu

«Ma in Italia ci sono i comunisti?» «Ma in Italia ci sono i comunisti?» DAL NOSTRO INVIATO PECHINO — La Statua della Libertà che gli studenti avevano eretto a Tienanmen non era una copia di Miss Liberty. Loro la chiamavano Nu sheng, che vuol dire dea. E' qui che l'ho saputo appena ieri, quando un ragazzo un po' malavitoso mi ha dato sottomano dei giornali di quei giorni; soltanto dieci giorni fa e già introvabili, preziosi. Come dea era una Libertà cinesizzata. Mi dice un amico cinese che era una speranza nuova però tutta cinese. 1! nome è il principio di tutte le cose, recita il Tao Teh Cning.il Libro della Via e della Virtù. Lo sanno bene i cinesi che ora assistono impotenti alla rettifica dei nomi, un'operazione che periodicamente si ripete. L'ultima volta fu venti anni fa, quando la via che ho appena percorso in macchina per rientrare all'albergo, e che si chiama via del Pozzo del Principe, venne ribattezzata via dell'Anti-imperialismo. La strada è presidiata dai soldati. Ci hanno fermati a due posti di blocco. Dice l'autista della macchina che ho preso a noleggio: 'Ma che mi fermano a fare? Lo capiscono o no che sto lavorando?». Con malagrazia dà i suoi documenti ai militari della pattuglia. I quali, invece, si sforzano di essere gentili. Si passano, incuriositi, di mano in mano il mio passaporto. 'Americana?», domandano. Dico: 'No, italiana». Ridono, gli pare una cosa buffa. Attaccano discorso. 'Dov'è l'Italia?», chiede uno. Rispondo che è in Europa, nel Mare Mediterraneo. Dicono: «Bene, non è in America, vero?». Assicuro di no. — Ì— ' ' ' ■ <W Ieri pressappoco era successa la stessa cosa, non con dei soldati ma con dei govani che a Tienanmen erano stati per giorni e giorni a far festa, a cantare. Cosi si è svolto il nostro dialogo. Eravamo seduti in riva al lago del Palazzo d'Estate. Loro erano in tre, io da sola. Gli ho chiesto perché a Tienanmen cantavano l'«Internazionale». Mi hanno risposto: 'Perché è una canzone che si canta in tutto il mondo». Uno ha precisato: 'Si chiama Internazionaleperquesto.no?-. Ho risposto che a dire il vero è una canzone del comunismo internazionale. In America la conoscono in pochi, in Italia invece è famosa perché il partito comunista italiano è vecchio quanto quello cinese e ha molti iscritti. Sono rimasti perplessi. 'Davvero c'è un partito comunista in Italia? Vuoi prenderci in giro?». Dico che c'è davvero. Non mi vogliono credere. •Sarà clandestino», obietta uno di loro. Dico di no. Dico che non è al governo ma è in Parlamento. Non capiscono. Spiego il sistema pluripartitico, le elezioni, le due Camere. Mi guardano stranamente. Non sorrìdono più. Uno mi chiede se io sono membro del partito comunista del mio Paese. Gli dico di no, ma che anche se lo fossi non cambierebbe niente, perché è un'altra cosa, un altro comunismo. Ma non c'è più niente da fare, ora diffidano di me. Conclude la conversazione uno dei tre: «Di sicuro in America non c'è». Sempre l'America, punto di riferimento e di paragone di ogni realtà esterna «Perché?» , mi dice Mo Mo Hsien Sheng, appellativo che in — ViV'm «>Vi titif ■" i cinese equivale al signor Tal dei Tali; questo d'ora in poi sarà il nome di tutti 1 miei interlocutori: «Afa possibile che l'America non faccia niente ora che hanno espulso anche due giornalisti americani?». Parlo di queste cose con 0 vecchio amico cinese. Da lui, che ha cinquant'anni e una cultura di vecchia e nuova Cina assieme, vorrei sapere se a Tienanmen gli studenti in realtà erano o no contro il comunismo. MI dice che non volevano rovesciare il governo, che non erano contro il partito comunista, ma che dal massacro in poi lo sono. Ritento con il mio metro occidentale, con le mie categorìe fisse, la destra e la sinistra che anche qua erano moneta corrente un tempo. Ora si parla infatti soltanto di riformisti e di conservatori e cosi uno pensa: riformisti uguale sinistra, conservatori uguale destra. O viceversa? Che ne pensa lui? Mi fa cenno di tagliare corto. Dice: «/ nomi non corrispondono più atte cose reali». Gli dico: 'Allora bisogna rettificare i nomi. Tu mi insegnavi queste cose un tempo. Lo ricordi?». Lo ricorda benissimo. Però mi dice che ora non conta più niente, non conta rettificare i nomi, come non conta scambiare le etichette. Sono giochetti. Dice: «Si diverta chi vuole con questi giochetti. Noi siamo stufi». 'E cosa farete?», gli domando. Mi risponde: 'Credi che sia finita così? Dell'insurrezione popolare che tutti da tempo aspettavano, si diceva meglio subito che tra poco, meglio grande che piccola. Così è stato. Ora si devono pagare i debiti di \ sangue». Renata Pisu

Persone citate: Miss Liberty, Sheng, Tali