Una camera da Leone sognando l'America

Una camera da Leone sognando l'America Al Massimo un omaggio al padre del western-spaghetti Una camera da Leone sognando l'America NELLA notte tra il 29 e il 30 aprile un Infarto ha stroncato Sergio Leone a!la vigilia della partenza per Mosca, dove avrebbe messo a punto icontorni di un grande progetto di un film sull'epico assedio di Leningrado, che lo coinvolgeva profondamente. Da dieci anni pensava a questa colossale produzione su un episodio di eroismo estremo, da non dimenticare. Un tempestivo omaggio al regista, ai suoi sogni, alla sua attività, è in programma (dal 6 al 14 giugno) nella multIsaia del Massimo. Sergio Leone era figlio d'arte (suo padre, Roberto Roberti, diresse circa 90 film dell'epoca muta, molti del quali interpretati da Francesca Bertini), iniziò come assistente e aiuto regista nel 1948 e, nello spazio di quarantanni e sette film, acquistò fama intemazionale, tanto da essere tra gli autori italiani più conosciuti, considerato maestro del western ali italiana. □ grande successo di pubblico dei primi film, a dispetto di produttori ed esercenti increduli, consacrò e impose al rispetto l'idea fiabesca e simbolica del cinema di Sergio Leone, che riuscì a interpretare efficacemente un genere come il western, considerato genuino solo se nell'originale statunitense. Fu lui a portare alla fama, utilizzandoli in ruoli ironico-cinici di grande rilievo, attori come Clint Fast wood. Lee Van Cleef. Charles Bronson, Eli Wallach. lo stesso Oian Maria Volonte gli deve qualcosa. Percorrendo, con la rassegna, lt tappe fondamentali della sua carriera, partiamo da 11 colosso di Rodi (1960). il primo film firmato da Leone come regista e sceneggiatore (come tutti quelli che seguiranno) dopo una lunga gavetta, un «mitologico» nel quale si celebra la ribellione degli onesti cittadini dell'isola di Rodi contro il tirannico Serse e 11 suo infido consigliere Tireo, impegnato in una congiura per impadronirsi del potere. L'eroe greco Dario si unirà al ribelli che, nello scenario del maremoto che distruggerà il mitico colosso, otterranno la meritata vittoria scon¬ figgendo tutti i malvagi (malgrado il pessimismo del regista); persino Dario filerà in perfetto amere con Mirte e vivranno felici e contenti.. Ma subito dopo ( 1964) ecco Per un pugno di dollari, firmato con lo pseudonimo Bob Robertson e -liberamente- ispirato a Kurosawa, dove il sangue comincia a scorrere nel lungo duello di Clint East wood e Gian Maria Volonte. Inizia cosi a delincarri l'universo western di Leone, una parodia dominata dalla violenza e dallo strapotere, dal continuo confronto tra uomini spietati, di quelli «che vanno fino in fondo-, uomini perduti, al di fuori di ogni legge, ma anche capaci di mantenere la parola data e trasformarsi in angeli vendicatori. Segue Per qualche dollaro in più (1974), che precisa il gusto e la ricercatezza per il particolare basti pensare ai titoli di testa scanditi a colpi di pistola o le uova fritte del vecchio telegrafista di Santa Cruz. Abbondano i paesaggi desolati, arsi dal sole, popolati da un'umanità derelitta e rassegnata, sfondo ideale per le gesta di eroi in negativo, volutamente reali come Il buono, il brutto, il cattivo (1966). picaresca polemica sul senso della guerra e dei suoi massacri, oppure C'era una volta il West (1968), forse il miglior film di Sergio Leone, indimenticabile già per Bronson/ Armonica, la musica di Morricone e la fotografia di Tonino Delli Colli, ma nobilitato da un vero cast western con Henry Fonda, Woody Strode e Jason Robards. Poi Giù la testa (1971), la storia dell'amicizia tra John (dinamitardo irlandese) e Juan (peone rivoluzionario). L'ultimo film di Leone è stato C'era una volta in America (1984) in cui ha condensato una serie lunghissima di annotazioni, sarcasmi, finezze di regia e montaggio, un omaggio al cinema hollywoodiano e alla letteratura americana. La rassegna propone anche II mio nome è nessuno (1973) di Tonino Valerli, nato da un'idea di Sergio Leone che collaborò anche alla regia. Beppe Valperga

Luoghi citati: America, Leningrado, Mosca