E Genette scopre il «paratesto»

E Genette scopre il «paratesto» E Genette scopre il «paratesto» SONO più di vent'anni che Gerard Genette ha iniziato il suo viaggio nelle terrai- Incognltae del testo letterario, ma ad ogni nuova campagna d'esplorazione riesce ad arricchire la mappa delle nostre conoscenze. Dopo avere, nei tre volumi di Figure, delimitato le frontiere del racconto ed enunciato le norme del co' dice narratologico che vige all'interno di esse, si è cimentato in spedizioni nelle zone più impervie e remote: e risalito lungo il fiume del linguaggio per scoprire, alle sue sorgenti, le prove del patto segreto che lega le parole alle cose (Mlmologtques); ha ripercorso la storia dei generi letterari, i tipi di discorso e i modi di educazione per individuare l'architetto che trascende e condiziona ogni forma di scrittura; st è avventurato nel labirinto dell'Intertestualità per rintracciare l'ordi'o e la trama dt quell'unico » variegato tessuto che è la letteratura (Paumptettes). Adesso si è messo a fare il periplo dei margini fisici del testo, di quell'involucro di accorgimenti e convenzioni che lo contiene e ne predispone l'accesso, di tutto quell'insieme di elementi — formato, copertina, nome dell'autore, titolo, prefazione, dediche, epigrafi, note e dichiarazioni varie — che consideravamo terree cognltlsstmae e che invece si rivelano un frastagliato e Inesplorato arcipelago. Con rigore definitorio e con dovizia di esempi (ma anche, occorre dirlo, con vigile ironia), Oenette passa pazientemente al vaglio questo misconosciuto universo paratestuale, interrogando animato, anonimato e pseudonlmato dell'autore, distinguendo fra titoli tematici (quelli che annunciano il contenuto o un suo elemento anche marginale) e titoli rematici (che invece ne abbozzano un commento), analizzando i vari tipi di dediche e dt epigrafi, i prière d'insérer e quei risvolti, bandelle o quarte di copertina che ne costituiscono l'equivalente italiano e contemporaneo. Un discorso più approfondito lo dedica opportunamente alle prefazioni, sia per esaminare la complessa fenomenologia (possono essere auloriall, allografe, attortali, finzionali, tardive, fittizie, denegative), sia per studiare le infinite strategie di persuasione attraverso le quali esse cercano -non tanto di attirare il lettore che ha già fatto lo sforzo considerevole di procurarsi Il testo tramite acquisto, prestito o furto, ma di trattenerlo». A parte considera infine tutto ciò che non si trova fisicamente annesso al testo, ma che ad esso resta strettamente legato per il tramite dell autore o dell'editore: una sorta di •cpitesto- che può essere pubblicato (autocommenti, recensioni pilotale, interviste) e privato (corrispondenze, diari intimi, confidenze, dichiarazioni d'intenti). Oenette si muove con estrema accortezza in questa esilisstma zona di confine che, separando il testo dal lettore, deve portare l impronta di entrambi e risultare da un complicato gioco di reciproci adattamenti: mai un momento in cui scantoni, da un versante, nella poetica o, dall'altro, nella sociologia della letteratura oppure ancora, muovendosi Uberamente lungo questo crinale, nell'estetica della ricezione. Non si nega però ti piacere dt attirare nel tranello i suoi lettori, stuzzicandoli con una do¬ manda liminare («Ridotto al suo solo testo e senza alcuna Istruzione per l'uso, come leggeremmo l'Ulisse di Joyce se non si intitolasse Ulisse?) destinata a rimanere senza risposta, ma anche ad alimentare analoghe insane curiosità attorno alle molteplici particolarità paratestuali esemplificale nel volume o suggerite dalla memoria- come si sarebbero letti t Fiori del Male se Baudelaire non avesse abbandonato il proposito di intitolarli Le lesbiche? Senza la dedica a Théophile Oautier certi loro aspetti che ci paiono ovvi sarebbero venuti alla luce? Quanto ha pesato nel misconoscimento degli Amori gialli di Tristan Corbiere l'essere apparsi sotto l'insegna di un editore specializzato in pubblicazioni osèes? Quanto hanno contribuito a generare e alimentare il beyltsmo le dediche di Stendhal agli happy fewt? Con garbo e con arguzia Oenette ci ferma subito su questa china pericolosa: ci mette in guardia contro gli affetti perverti del paratesto (e per uno di essi, particolarmente subdolo, offre una probante esemplificazione e propone un nome divertente: effetto Juplen); ci ammonisce a non indugiare su elementi che sono e debbono restare ausiliari e accessori al testo: «Una soglia non può che essere attraversata»; aenuncia infine tutte le lacune di questa sua mappa e provvede per parte sua allegramente a incrementarle, escogitando per questo primo regesto paratestuale un titolo f.Seulls) che presenta l'inedita e non causale particolarità di ricalcare esattamente II nome dell'editore francese. Giovanni Bogilolo

Persone citate: Baudelaire, Genette, Gerard Genette, Giovanni Bogilolo, Tristan Corbiere