La vita è musica nei ricordi di Berlioz

La vita è musica nei ricordi di Berlioz Le memorie del grande musicista in edizione integrale DEI «Memoim» di Ilerlor Beri k>i( 1860) esistevano due vecchie traduzioni italiane, una parziale uscita a Roma nel 1945 e una quasi completa a cura di Giulio e Maria Teresa Bai apparta a Milano nel 1947; quando mai opportuna si presenta dunque la nuova versione approntata da Olga Visentin! per Studio Tesi di Pordenone (dove sta per uscire nella collezione «L'arte della fuga», pp. 888, lire 65 mila), tanto piò che ha potuto tenere presente la nuova edizione francese curata da P. CUron nel 1969 e quindi fornire un testo Integrale e criticamente corretto. Come per Liwt. come per Wagner, la vita stessa per Berlioz è diretta materia artistica, la sua conoscenza è quindi essenziale per capire lo svolgimento creativo in cui Per concessione di Studio Tesi pubblichiamo alcuni passi dalle -Memorie» di Hector Berlioz. Cherubini mi caccia dalla biblioteca LE8UEUR. vedendo che i miei studi di armonia erano oramai abbastanza avanzati, volle regolarizzare la mia posizione, facendomi entrare nella classe del Conservatorio. Ne parlò a Cherubini, allora direttore di questo Istituto, e venni ammesso. Con mia gran fortuna In quest'occasione nessuno venne a propormi di presentarmi al terribile autore della Medea, perchè l'anno precedente gli avevo fatto venire una delle sue livide arrabbiature, tenendogli testa nella circostanza che ora narrerò e che egli non poteva aver scordata. Non appena arrivato alla direzione del Conservatorio, al posto di Peme da poco scomparso. Cherubini volle sigillare ti suo avvento con del rigori Ignoti all'organizzazione Interna della scuola, dove 11 puritanesimo non era precisamente all'ordine del giorno. Dispose, per rendere Impossibile l'Incontro tra 1 due sessi al di fuori della sorveglianza del professori, che gli uomini entrassero dalla porta del Faubourg-Polssonlère, e le donne da quella della Rue Bergère, queste differenti entrate erano situate al due estremi opposti dell'edificio. Recandomi una mattina alla biblioteca, del tutto Ignaro del decreto morale appena promulgato, come mio solito entrai dalla porta della Rue Bergère, la porta femminile, e stavo per raggiungere la biblioteca, quando un Inserviente, do po avermi fermato nel bel mezzo della corte, pretese che ne uscissi per far poi ritomo allo stesso punto passando attraverso la porta maschile. Trovai cosi ridicola questa pretesa, che mandai a quel paese l'Argo In livrea e continuai per la mia strada. li buffoncello voleva far la corte al nuovo padrone, mostrandosi rigido quanto lui. Non si diede dunque per vinto, e corse a riferire 11 fatto ai direttore. Era ormai da un quarto d'ora che ero tutto assorbito nella lettura di Alceste, e neanche più pensavo all'Incidente, quando Cherubini, seguito dal mio accusatore, entrò nella sala di lettura, con la faccia più cadaverica, gU occhi più perfidi, I capelli più ritti e il passo più balzellante del suo solito. Fecero tutto U giro del tavolo sul quale poggiavano i gomiti di parecchi lettori, dopo averti esaminati tutto uno dietro l'altro, l'Inserviente, fermatosi davanti a me, gridò' - Eccolo'- Cherubini era in uno stato tale di collera che rimase un istante senza riuscire ad articolare una parola: -Ah! Ah! Ah! Ah! slete voi — sbottò Infine, con il suo accento italiano che il furore rendeva ancor più comico — siete voi che entrate per la porta, che-che-che lo non voglio venga attraversata!» •Signore, non conoscevo il vostro divieto, la prossima volta mi adeguerò- -La prossima volta! la prosslmp volta! Che-che-che-che venite a fare voi qui?- •Poteie vederlo con 1 vostri stessi occhi signore, vengo a studiarvi le partiture di Oluck- -E che-che-che-che-che cosa, che cosa ve ne importa a voi delle partiture di Oluck? E chi vi ha permesso di venire a-a.i ,i lilla biblioteca?-. -Signore — intanto cominciavo a perdere U mio sangue freddo —, le partiture di Oluck rappresentano quanto di più bello io conosca nel campo della musica drammatica, non ho bisogno del permesso di nessuno per venire qui a studiarle. Dalle dieci alle tre la blbloteca del Conservatorio è aperta al pubblico, e io ho 11 diritto di approfittarne-. -11-11-11-11 diritto?-. -Sissignore». -Io vi vieto di ritornarvi, tot». •Cionondimeno vi ritornerò». -Co-com-comc-come vi chiamate voi?-, si mise a gridare, tremando dal furore. Ed io. Impallidendo a mia volta: •Signore! Il mio nome vi sarà forse noto un giorno, ma per oggi... non lo saprete!-. Così Shakespeare mi ha fulminato TOCCO qui 11 plU grande dramma della mia vita. Non ne racconterò tutte le dolorose peripezie. Mi limiterò a dir questo: una compagnia teatrale Inglese venne a Parigi per dare delle rappresentazioni dei drammi di Shakespeare, allora dei tutto sconosciuti al pubblico francese. Assistenti alla prima rappresentazione dell'Amleto dell'Odeon. Vidi, nel ruolo di Ofelia. Henriette Smlthson. che. cinque anni dopo, e divenuta mia moglie. L'effetto del suo prodigioso talento, o piuttosto del suo genio drammatico, sulla mia Immaginazione e sul mio cuore è paragonabile solo allo sconvolgimento che mi fece subire il poeta del quale ella era la degna Interprete. Non posso aggiungere altro. Shakespeare, piombando cosi all'Improvviso su di me, mi fulminò. 11 suo lampo, aprendomi 11 cielo dell'arte con un sublime frastuono, me ne illuminò le profondità più remote. Riconobbi la vera grandezza, la vera bellezza, la vera verità drammatica. Misurai anche, nel medesimo tempo, 1 Immenso ridicolo delle Idee su Shakespeare che erano state disseminate in giro per la Francia da Voltaire... Ho distratto le «scene del Faust» DE Mio ancora segnalare uno degli avvenimenti più rimarchevoli della mia vita: la strana e profonda Impressione che ricevetti quando lessi por la prima volta il Faust di Goethe, tradotto In francese da Gerard de NervaL •■i coni penetra; inoltre, è uno specchio (deformalo, ma affascinante) di latto il «gran secolo», che per la musica è l'Ottocento, e una lettura avvincente per l'ori" i nuli là. il colore e la vivezza della galleria di personaggi e di luoghi chiamati a testimoniare: Parigi fra il 1830 e il '48, il Conservatorio e l'Opera, l'Italia romantica da l'ali strimi ai briganti, il mito di Shakespeare, l'esilio culturale nella Germania di Weber e di lisxt. Su questo sfondo, fra luci e ombre, si staglia la tormentata e drammatica figura del grande artista. Il saggio Introduttivo della Visentin!, di oltre duecento pagine e quasi libro nel libro, aumenta II valore dell'edizione con una messa a punto di tutti gli aspetti dei compositore, origini, (viluppo e storta pottumt- Giorgio Pestelli Il meraviglioso libro mi affascinò fin dal primo Istante; non lo abbandonai più; lo leggevo senza sona, a tavola, a teatro, per la strada, dovunque. La traduzione In prosa conteneva qualche frammento tn versi, canzoni. Inni. ecc. Cedetti alla tentazione di porti tn musica, e non appena venu.o a capo di questa difficile impresa, senza aver prima inteso neanche una nota della mia partitura, ebbi la sciocca idea di farla stampare... a mie spese. Alcuni esemplari di quest'opera, pubblicati a Parigi con U titolo di Otto scene del Faust, si diffusero tn tale forma. Ne arrivò uno tra le mani di Marx, 11 celebre critico e teorico di Berlino che ebbe la bontà di scrivermi in proposito una lettera benevola. Questo Insperato incoraggiamento, di provenienza tedesca per di più. come si può ben immaginare mi fece un immenso piacere; tuttavia non mi Illuse troppo a lungo sui numerosi ed enormi difetti di quell'opera — anche se alcune idee mi parvero più tardi avere ancora un qualche valore, visto che le ho poi conservate, sviluppandole tn modo completamente diverso, nella mia leggenda La dannazione di Faust — che, tn fin dei conti, era incompleta e scritta piuttosto male. A partire dall'Istante In «il mi fui completamente convinto dell'esattezza del mio giudizio, mi affrettai a riunire tutti gli esemplari delle Otto scene del Faust che potei trovare e li distrussi. Dopo un concerto Paganini mi ringrazia PAGANINI era tornato dal suo viaggio in Sardegna appena in tempo per vedere U Benvenuto macellato all'Opera. Aveva assistito a questa orrida rappresentazione, e ne era uscito desolato. Dopo di essa aveva osato dire: -Se fossi direttore dell'Opera, impegnerei oggi stesso questo giovanotto a scrivere per me altre tre opere, lo pagherei tn anticipo e farei un affare d'oro-. La caduta della mia opera, e più ancora le arrabbiature che mi ero preso e che ero stato costretto a contenere duranti.* le Interminabili prove, mi avevano alla fine provocato un'Infiammazione al bronchi. Ero ridotto a starmene a letto e non far altro. Ma bisognava pure che io e 1 mlet si continuasse a vivere. Deciso a fare uno sforzo, che mi pareva Indispensabile, diedi due concerti nella sala del Conservatorio. Il primo copri appena le spese. Per assicurare un incasso migliore al secondo, annunciai nel programma le mie due sinfonie, la Fantastica e Aroldo. Magrado U pessimo stato in cui mi trovavo a causa della mia bronchite mi sentii la forza per dirigere questo concerto, che ebbe luogo U 16 dicembre 1838. Vi assistette anche Paganini, ed ecco il resoconto della celebre avventura sulla quale sono state emesse tante contraddittorie opinioni, e si sono Inventate e divulgate tante meschine bugie. Ho già narrato come Paganini prima di lasciare Parigi, fosse stato l'Ispiratore della composizione di Aroldo. Questa sinfonia, ch'era stata eseguita parecchie volte durante la sua non aveva più figurato ne) miei concerti dopo il suo ritorno, di conseguenza egli non la conosceva e la senti quel giorno per la prima volta. Il concerto era appena terminato: io ero esausto, grondante di sudore e ancora tutto tremante, quando, all'uscita dall'orchestra, mi si avvicinò Paganini, seguito dal figlio Achille, gesticolando vivacemente. In seguito alla sua malattia alla laringe, della quale è poi morto, aveva allora completamente perso la voce, e, quando non vi fosse Intorno a lui un perfetto silenzio, solo suo figlio poteva Intendere, o, meglio. Indovinare le sue parole. Fece un cenno al bambino che. salito su una sedia, avvicinò l'orecchio alle labbra del padre e l'ascoltò con attenzione. Poi Achille scese giù e si girò verso di me dicendo: -Mio padre mi ordina. Signore, di assicurarvi che In tutta la sua vita non ha mai provato una simile impressione In un concetto; che la vostra musica l'ha sconvolto e che se non si stesse trattenendo sarebbe ora In ginocchio per ringraziarvi.. Un po' Imbarazzato da queste strane parole, risposi con un segno di Incredulità; ma Paganini mi prese un braccio, e rantolando con quel che di voce gli restava del si/si! mi portò di'forza sul teatro, dove si trovavano ancora parecchi del miei musicisti, si mise In ginocchio e mi baciò la mano. Hector BeTlioz llector Berlioz visto da David Levin i Copyright N.Y. Revtew of Booki Ilpi pi r per nulla La vita è musica nei ricordi di Berlioz llector Berlioz visto da David Levine ulla •La Stampa-> Niccolò Paganini in un disegno di Sir 1 . Landsccr