Campiello partita aperta

Sindrome di Stendhal Sindrome di Stendhal (Segue dalla l'pagina) so di stanziare fondi per •fatti cosi Inconsistenti-. Anche il Corriere Medico, in un articolo del 7 aprile 1987. esprimeva dubbi: secondo l'autore. Danilo di Diodoro, è noto da tempo che durante il viaggio — il viaggio in generale — esiste una maggiore possibilità che insorgano problemi psichici dovuti ai disagi, all'affollamento, alla perdita del sonno, alle modificazioni delle abitudini personali. Il tutto si aggrava, naturalmente, se la persona in oggetto è già sofferente di precedenti disturbi della psiche. L'argomento è stato trattato da due studiosi francesi. Verébély e Weil. nel 1982. in un articolo dal titolo Le folle en voyage e dalla stessa Magherinl, che si richiama al fenomeno descritto da Freud ne-lì perturbante turistico-. Ma, come sottolinea il Corriere Medico, Graziella Magherinl e Augusto Zanobini iche hu collaborato alle ricerche ed è prematuramente scomparso) hanno fatto un passo avanti e ritenuto di trovarsi di fronte a un fenomeno più specifico, intimamente legato all'esperienza del viaggio a Firenze, che colpirebbe in prc.uU-nza le persone non sposate fra i 20 e i 40 anni, che compiono viaggi nor. organizzati e che hanno avuto precedentemente qualche disturbo psichico. Nelle persone -a rischio- — secondo la tesi di Graziella Magherini — allo scatenarsi della sindrome deve contribuire anche •un altro aspetto del problema: l'Incontro del paziente con la città di Firenze, certi punti della città che nel soggiorno sono apparsi elettivi, prescelti quasi per lo scatenamento della crisi-. A questo risultato si sarebbe pervenuti attraverso i racconti resi dai pazienti ai medici che li avevano in cura, e la buona conoscenza delle più svariate lingue deve essere ztato un elemento essenziale per svolgere lo studio in questione: le persone prese in esame, anche se nel libro non se ne precisa la provenienza, erano prevalentemente nord e centro europee. E tuttavia alcuni specialisti — da noi interrogati — hanno espresso riserve proprio sulla metodologia Per il dottor Giovanni Hautmann, presidente della società psicoanalitica italiana, -1 pazienti dovrebbero essere seguiti in analisi di qualche peso per verificare se presentino sindromi come quelli descritti... Fino a quel momento — ha sostenuto — non ci si può pronunciare perche i pazienti esaminati finora non sono stati analizzati ma visti con occhio analitico. Solo il paziente in analisi, infatti, può dire quol è la struttura profonda che è stata turbata dall'esperienza estetico, che di solito ha la funzione opposta. Integrativa e non disintegrante. Va messo a punto un metodo che dia più garanzie-. Per il professor Arnaldo Ballerini, primario di psichiatria di una Usi fiorentina, il libro della Magherini è significativo perchè richiama l'importanza della dimensione estetica della vita, che spesso dimentichiamo -Mi sembra che lo scopo principale in questo testo — dice — sia di sottolineare come l'arte possa essere non solo fonte di godimento estetico ma indissolubilmente anche un fattore perturbante In determinate personalità "e in contesto situazionale particolare-. Le immagini che la Magherini ci propone nei diversi capitoli del libro ci fanno tornare alla mente la sensibilità quasi morbosa dimostrata da quei viaggiatori, letterati, artisti che videro Firenze (ma perché solo Firenze?) fra l'Ottocento e il Novecento: pagine di Ruskin, della Wharton. di Boecklm, per citarne solo alcuni. La storia del -signor Franz-, bavarese che immaginiamo grassoccio e languido, che scopre la propria di'.^ersità davanti al Bacco del Caravaggio, quella di Kamtl. giovane praghese con lo smoking nello zaino che si identifica nel mondo di Masaccio fino a svenire, quella di Almut, creatura della fantasia di Botho Strauss, il quale, nel romanzo Der junge Mann parla del malore che la colse di fronte ali Annunciazione di Simone Martini, raccontate nel secondo capitolo, sono come elementi di un puzzle da ricomporre, come lo sono alcuni casi dei quali si dà notizia nel terzo, che e arricchito da grafici che — è necessario dirlo — con la loro freddezza distolgono dal piacere della lettura senza peraltro contribuire motto a consolidare il fondamento scientifico del testo. Il quarto capìtolo e dedicato a Viaggio e visione d'arte in Sigmund Freud e sottolinea anche il rapporto privilegiato fra psicoanalisi e letteratura, mentre il quinto, dal titolo La vacanza della mente, prende in esame l'esperienza estetica come elemento strutturante nello sviluppo della personalità. l.ela Gatteschi

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