Bocca di Leone dall'alcova alla contemplazione

Bocca di Leone dall'alcova alla contemplazione L'eroina di Luca Desiato nella Roma del Settecento Bocca di Leone dall'alcova alla contemplazione FRA 1 narratori -nuovi» Luca Destato é forse quello che più ha come proprio appannaggio la capacità di costruire con motta sapienza e abilità vicende e situazioni, di far muovere con alacrità ed efficacia i personaggi, di adattare. Inventandolo, per ogni storta un linguaggio pieno di trovate, di sapori, di allusività intelligenti e ben calcolate, sempre tenuto un poco sopra le rlg»»e per il piacere di mescolanze e di Invenzioni vivaci e colon te In Bocca di Leone Desiato raccoglie e concentra tutte queste doti e abilità in quello che é il tuo risultato narrativo più fervido e ricco. E' la vicenda raccontata in prima persona dalla protagonista di una cortigiana romana della prima metà del Settecento, Vittoria detta Bocca di Leone dal luogo dove esercita il meretricio e nota con il meno pomposo soprannome di Tolia: tutta o quasi un'esistenza dall'Infanzia e dalla prima esperienza sessuale, quando la madre la vende, vergine, a un vecchio gentiluomo per un sacchetto di denari, fino a una sorta di lieto One nella pacificazione del sensi e dell'animo e in una sorta di esistenza contemplativa, finalmente quieta Desiato fa usare a T'olia nel riferire la sua vita un linguaggio fortemente intriso di forme dialettali romanesche, di un parlato nervoso, alacre, pieno di invenzioni metaforiche, di giochi di parole, di battute, di concetti che, nella dovizia con cui sono sparai hanno un che di barocco grandiosamente Immaginoso. In tale linguaggio si susseguono gli episodi della vita di Tolla: l'iniziazione al meretricio dopo che la madre è morta assassinata; la decisione di fare li possibile per guadagn&rsl col proprio corpo una vita agiata e sicura; la sequenza degli amanti altolocati, come il duca Ce strini Sforza e 11 principe polacco SoblesU, il figlio del liberatore di Vienna dal Turchi In esilio a Roma con la madre; I vani e ridevolmente falliti tentativi di farsi accettare nell'aristocrazia romana che osten¬ tatamente la ignora; l'amore folle e disperato per un frate che la rifiuta e. per sfuggirle, si fa addirittura uccidere da un ladro entrato nel suo convento. E ancora: l'esilio a Napoli per sopire lo scandalo; U matrimonio con un nobile spagnolo al quale dr a Intendere di essere vedova e che. per disgusto nel confronti della bigotteria e dell'avarizia di lui. te morire avvelenandolo lentamente; Infine, fra molte altre avventure, la sifilide che la porta quasi In punto di morte, la guarigione, U ricongiungimento con il figlio abbandonato tanti anni prima la pace conclusiva per la protezione saggia e benefica di un marchese, che ti é sempre occupato del figlio di Tolla, l'ha fatto studiare e laureare In medicina e anche ha da lontano seguito con ammonizioni la vita dispersa e folle della cortigiana e. infitte, là sposa. Il romanzo, se é legato al progresso naturale degli anni della vita della protagonista, tuttavia proprio in grazie dell'abbondanza barocca della frondosità del linguaggio, della tendenza a riempire di fatti, perso¬ naggi commenti, osservazioni, giudizi, ogni spazio narrativo, ha un andamento divagante, episodico. Inquieto, con un taglio efficacemente. Invece, breve all'Interno del singoli capitoli. Ma tanta felicità di narrare finisce ad apparire un poco eccessiva per l'occasione a cui si applica Voglio dire che Dettato mette In moto una splendida macchina narrativa e di linguaggio, ma in un modo un poco gratuito, scegliendo come propri oggetti di racconto personaggi e vicende si brillanti e vivaci, ma di cui. in ultima analisi, poco importa Tanto è vero che, In un romanzo storico (Tolla è un personaggio effettivamente esistito), proprio la storia è assente: nonché il fatto sia In sé segno di debolezza narrativa, ma ti di disinteresse per l'argomento preso a narrare, a vantaggio dell'esclusiva attenzione per l'Intreccio in sé e per lo sfarzo dello stile (ma allora, qui non può non rilevarti qualche caduta di gusto o di tensione, come qualche ripe thione di Immagini di troppo o l'inserimento di una vecchia pubblicità di preservativi messa in bocca a Tolla). Insomma ti ha l'impressione di un girare a vuoto della narrazione, e anche, allora, che tanta capacità di narrare sia prodigata un poco invano, quasi che Desiato non sia riuscito ancora a trovare un adeguato argomento a cui applicare le sue straordinarie doti di narratore e, nel frattempo, racconti per 11 semplice piacere di raccontare, anche con il rischio di non lasciare, finito l'Incanto delle Invenzioni, qualche più duratura traccia nella memoria quella che può derivare soltanto dal messaggio che sia dietro o nella vicenda raccontata nell'esperienza e nelle rivelazioni che l'opera porti in té. Vorrei che Desiato di tale risultato mettesse e! servizio le sue capacità singolari, che, altrimenti, vengono ad apparire un poco sprecate. Giorgio Barberi Squarotti Luca Dettato. •Bocca di Leone*. Rizzoli, 281 pagine. 26.000 lire.

Persone citate: Bocca, Desiato, Giorgio Barberi Squarotti Luca, Leone Desiato, Luca Desiato, Sforza, Turchi

Luoghi citati: Napoli, Roma, Tolla, Vienna