Klaus Mann: così si confessa la «pecora nera» della famiglia

Klaus Mann: così si confessa la «pecora nera» della famiglia Pubblicato in Germania il diario segreto del figlio di Thomas Mann Klaus Mann: così si confessa la «pecora nera» della famiglia VIENNA — Non è stata ancora completata la pubblicazione di tutti t diari di Thomas Mann ed ecco che ora appaiono quelli del Aglio Klaus, anch'egli autore di drammi e romanzi (dal suo -Mephlsto- è stato ricavato un film con la regia di Szabo). morto suicida a Cannes nel 1949. Il pruno volume e uscito puntualmente U 21 maggio, quarantesimo anniversario del suicidio: Klaus Mann, Tagebucher 1931-1933, Edition Spangenbcrg, Munchen 1989, pp. 275. Sono previsti altri cinque volumi, ma sarebbero molti di più. se l'editore non avesse deciso di farne ima scelta La fecondità letteraria è una caratteristica dei Mann. Da bravo tedesco e da vero Oglio di un cosi prolifico p» 're. Klaus aveva Incominciato fin da ragazzo a scrivere diari, che per fortuna sua sono andati persi. I genitori, che 11 avevano letti di nascosto, rimasero •sconvolti-: quel loro figlio non ancora quattordicenne rivelava 'freddezza, ingratitudine, mancante di affitto-. 81 conservano, Invece, I diari che egli scrisse dal 1931 fino alla morte volontaria. In base a quale criterio è stata fatta la scelta? Visto che tutto è avvenuto con l'approvazione, a lungo meditata di Oolo Mann, è da presumere che stailo stati soppressi I passi più compromettenti o scandalosi. Ce n'è comunque abbastanza per farsi un'Idea della vita agitata del primogenito di Thomas Mann. •E' una disgrazia- scrisse Klaus in una lettera del 1937, -che nella nostra famiglia sia stato già tutto formulato-. Infatti, I suol diari somigliano molto a quelli del padre. VI si paria continuamente di barbieri, di sarti, di manicure, di cravatte, di scarpe e di vestiti. Quando scoppiò Ir. prima bomba atomica su Hiroshima, Thomas Mann non seppe fare di meglio che andarsi a comperare un bel palo di scarpe bianche. Il figlio pensa alle cravatte e. alla manicure anche quando apprende che qualcuno, nella Germania ormai nazista, si è ucciso per motivi politici. Oli va però riconosciuto il merito di non aver mal tentennato e di non aver mal avuto dubbi sulla natura del nazionalsocialismo, anche quando Hitler non era ancora al potere. In questo rivela molto più carattere del padre. La sua avversione per Hitler é ImmedlaU e Istintiva. Il 14 luglio del 1932 va In un locale di Monaco e scrive: •Proprio nel tavolo accanto Adolf Hitler in stupida compagnia. La sua mediocrità risalta addirittura agli occhi. E'completamente privo di talento. il fascino che esercita è una vergogna della storia. Un non so che di sessualmente patologico non può spiegare tutto-. Pochi giorni dopo: - Nel locale solo giornali nazisti. Entusiasmo volgare e isterico per il Fiihrer-. Quando poi Hitler (democraticamente eletto, non bisogna dimenticarlo) va al potere, 11 giovane Klaus annota: • Sot izm che Hitler è diventato Cancel¬ liere. Spavento. Mai ritenuta possibile una cosa del genere (il Paese delle possibilità illimitate)-. E ancora: -Durante il pranzo trasmissione del discorso di Hitler. Voce di un cane alla catena: menzogna e vanteria. Patologia da inferiorità-. Non cosi Thomas Mann, che esce piuttosto male da questi diari. D suo atteggiamento verso U nazismo, almeno nel primi tempi, e Improntato al più puro opportunismo. Il figlio che Io odia e lo indica sempre con il nome di -mago*, gli rimprovera di preoccuparsi più della trascrizione In bella della sua conferenza su Wagner che delle nubi minacciose che si addensano sulla Germania □ rancore, sordo all'inizio e dovuto anche al fatto che Klaus si sentiva letteralmente schiacciato dalla personalità del padre, esplode l'8 dicembre 1933: •Krach con il mago, perché ho richiamato la tua attenzione sugli statuti dell'Organizzazione tedesca. Il tuo non voler sentire, il tuo non voler sapere... Questa situazione è insopportabile: Che cosa era successo? Thomas Mann aveva aderito all'associazione degli scrittori tedeschi, la quale parteggiava naturalmente per il nuovo regime: Hitler era al potere da circa un anno. E non basta Klaus, In esilio, aveva fondato la rivista -Die Sammlung», dichiaratamente antinazista Ma quando si trattò di trovare 1 collaboratori. Il primo a defilarsi hi proprio 11 padre, per timore che la cosa compromettesse la pubblicazione della tetralogia «Giuseppe» presso l'editore Fischer. Poi si defilarono anche gli altri, tra cui Ste fan Zweig e MusU. Questi si distanziò addirittura con una •lettera raccomandata». Non si può davvero dire che questi bravi signori avessero molto coraggio. Per tutto il resto. Klaus Mann era la pecora nera della lamiglia. Beveva, si drogava, fumava come un demonio. Politicamente, strizzava l'occhio alla dittatura staliniana. -Io non sono contro il radicalismo di destra e di rtnistra — scriveva —. lo sono contro quello di destra. Le riserve che ho contro Quello di sinistra non sono comparabili con l'orrore che ho per Quello di destra-. Quando parla del -liberalismo» del suo amico Hermann Kesten, par di avvertire una punta di disapprovazione. Klaus proclama apertamente la sua omosessualità, anche se qua e là si serve del francese o dell'Inglese per registrare le avventure più volgari. 2 gennaio 1932: -On trouve un garcon qui s'appeUe Harcissus. Avec lui chet B. Tout Ut trai*. Attet dróle et vulgaire, mais excitant-. Sette giorni dopo, è la volta di un amico di Narcissus, •un ragazzo molto brutto e povero-. La cosa, dice in Inglese, è stata -terrible and exciting-. Ma Klaus Mann, U figlio delle Muse, andava a soddisfare I suoi gusti omosessuali anche nelle latrine di Monaco di BavieraIn Francia, Invece, dava la caccia al marinai nel porto di Tolone, il 7 maggio del 1933 si aggira nel quartiere del lupanari, dopo essersi ben rifocillato In un ristorante del porto. Una ragazza In lustrini e con un berretto da marinalo In testa gli si siede In grembo: -Tu ne montes pas atee mot, mio caro?-. No, perché a Klaus non basta la berretta di marinalo. Vuole anche il marinalo. E lo trova: • Mia fine un marinaio (André). Albergo». A volte ci scappano anche le Ut! per U prezzo, come si legge a pagina 136. I marinai, a quanto pare, erano quelli con cui se la Intendeva meglio, perché ne paria spesso. Ma In Francia si facevano pagare, mentre a Monaco, cosi sembra di capire, si faceva tutto gratis: -Da quindo tono andato via da Monaco ho fatto l'amore a pagamento. Ho dovuto pagare. Marinai...-. Da uno scrittore ci si aspetterebbe Interesse per l'arte e la cultura In genere. Non é cosi. Venezia e 11 suo grande patrimonio artistico lasciano piuttosto indifferente Klaus Mann. Il quale non sa fare altro che parlare di alberghi e delle relative camere, di vaporetti, di scorpacciate nei ristoranti, di gondolieri e di compere. Nessuna osservazione veramente estetica. A un certo punto scrive: «San Marco. Grande folla-. Tutto qui. Poi se ne va a prendere 11 gelato •in uno del grandi caffi'- Va nel Palazzo Ducale, ma ci resta appena un'oretta: -Poche impressioni veramente forti, tranne il Paradiso di Tintoretto-. Un'altra oretta la dedica all'Accademia: •/ Tintoretto dicono di più dei Tiziano-. Alla pittura del Rinascimento preferisce un bel -pranzo nel piccolo ristorante (fragole con crema)-, '.ppure gli acquisti: -Camicia di seta con cravatta rossa-. Lo colpisce, però, vedere In Italia -molti signori con i giornali-. Il 24 maggio del 1932. sempre a Venezia, annota con sorpresa: -Festa di commemorazione dell'entrata in guerra». Se ne ricorderà anche in seguito, quando a Parigi assisterà alla commemorazione dell'armistizio. In generale. Klaus Mann non parla bene o almeno non si dimostra entusiasta dell'Italia. Forse la cosa dipende anche dal suo odio per il fascismo. Qua e là. tuttavia, affiora qualche nome italiano. A pagina 164, por esempio, si legge: -Lettera alla Scalerò- Si tratta forse della scrittrice Liliana Scalerò? Le note non ne dicono niente. Sotto la data dell'8 giugno 1933. invece, scrive pieno di soddisfazione: -Toseanim dice di no a Bayreuth. Dio sia lodalo-. A Parigi, incontra più di una volta Joseph Roth. verso il quale ha un atteggiamento quasi di sufficienza: -Intrattenuto¬ mi con Joseph Roth (il quale ripete tempre che lui è monarchico/-. Un'altra volta lo incontra In un caffè: -Deux Uagott: piccolo incontro di emigranti. Joseph Roth, Resten. Breitbacn, Franz Wetskopf (che mi piace). In quattro, tenta Roth, mangialo da Michaud- Avranno snobbato U povero Roth? Evidentemente Klaus gli preferiva U comunista Weiakopf. Oppure avranno temuto che Roth, vino aiutando, avrebbe fatto il guastafeste? Un'altra annotazione dice: -Joseph Roth (molto sbronzo, monarchico e svitato)». Klaus Mann, invece, si drogava. In questi diari ricorre sempre il participio passato •genommen», preso, che significa preso la droga Non la prendeva sempre da solo: a volta c'erano del droga parties collettivi presso la sorella Erika, da lui amata morbosamente. Uua mattina si alza e scrive di non avere altro desiderio che «di morire». Dispera di raggiungere la fama letteraria e aggiunge. -Se ci fotte dei veleno, non etilerei di certo — Qualora non ci fossero Erika (e mia madre)— Sono tempre più convinto che la morte di Erika significherebbe subito anche la mia... Del retto non aver che la minima paura della morte, la quale può estere vista come una redenzione-, li pensiero del suicidio è un altro del motivi ricorrenti in questi diari, 11 che smentisce il detto che chi paria spesso di suicidio non vt ricorre mal Alcuni giudizi sono graffi'., lo molto azzeccati. Oehart Hauptmu.iT. uno degli ottoni più rumorosi del PaniAso tedesco, viene definito -l'Hindenbuif della letteratura». Un'altra volta, ùxvft.1Klaus lo chiama •oecchlo mascalzone- E questo é ingiusto. Ma c'è un gì udfeuo ancora più pungente su Brecht. Una volta Klaus Mann non lo riconosce subito e dice che gii fa l'Impressione di -un monaco malvagio-. GII rimprovera anche la sua 'provinciale ammirazione per ciò che è scientifico-. L'ammirazione di Klaus era rivolta soprattutto a scrittori come Oide, Cocteau e Julien Green, le cui opere egli cercò in tutti 1 modi di diffondere Ma essi non furono altrettanto generosi con lui. perché nei toro diari o non ne parlano punto, come Oide, o ne parlano di sfuggita e in tono piuttosto sprezzante. Il 27 marzo 1933. dopo aver parlato di diversi argomenti con Julien Green. Klaus si meraviglia che lo scrittore non lasci trasparire net libri la sua vita privata. Sono cose che tiene nettamente separate. Questi diari sono scritti in forma telegrafica o protocollare. E' già qualche cosa, se si pensa al periodi da parafa di Mann padre. Inoltre tradiscono la fretta e la vita turbolenta del loro autore, che non stava mal fermo, come ci dice Elia- Canettl che ebbe modo di osservarlo attentamente, e schizzava sempre di qua e di là come una trottola Voleva evidentemente fuggire da se stesso. Perfino 1 suoi sogni, di cui parla spesso, e reno agitati o angosciosi. La morte del padre, a< quale avrebbe voluto fare concorrenza letteraria, se la sognava molto più di quel che non fosse necessario. Forse erano anche gli effetti della droga. E' da presumere che la dose di sonniferi presa il 21 maggio 1949 a Cannes non tosse molto grande: Klaus era già mezzo morto. E aveva appena 42 anni. Enfant temble si, ma anche poeta maledetto? Questa sarebbe forse una definizione eccessiva anche perche negli ultimi tempi rivolse qualche sguardo al cattolicesimo Non per niente questo volume si chiude con l'Invocazione: •Dio ci ossuta-. Anacleto Verrecchia Le pagine sono uno specchio di vita intima sullo sfondo degli Anni Trenta - L'ossessione per la figura del padre, viaggi e incontri, le avventure omosessuali e l'immediato rifiuto di Hitler: «Il fascino che esercita è una vergogna della storia» - L'idea del suicidio Klaus Mann era il padre Thomas e la madre Katja nel 1938