Trentadue feriti sono tutti salvi
Bastava un po' di buonsenso Bastava un po' di buonsenso bi morto per asfissia «li olio detenute c due vigilatoci c un fatto accidentale, ma non imprevedibile. L'universo carcerario italiano c infatti in condizioni tali — per l'inlrccdani di difficolta oggettivi: c peculiari con le tipiche carenze della pubblica amministrazione, per l'occasione potenzile al massimo — da rendere fatti analoghi, od ancor più gravi, certamente possibili. Tra questi vizi antichi della burocrazia, ha. un ruolo essenziale il rifiuto di applicare, all'interno delle proprie strutture, quelle Tegole di buonsenso, che ognuno segue in casa propria. Nel caso della prigione, si aggiungono sia il potere quasi assoluto nei confronti deU'«utcntc», che una sostanziale assenza di controlli dall'esterno. Oueste abnormità sono entrale in funzione l'altra notte, alle Vallette L'insensatezza: per cui non si è provveduto a dotare il carcere di un magazzino, e materiale infiammabile, di notoria pericolosità in cavi di incendio, è stato accatastato nel porticato vittostante ad un braccio carcerario. Il che vuole dire esporre i detenuti a rischi notevoli, anche perché essi — notoriamente — non sono liberi di muoversi come vogliono: in caso di incendio devono venire liberali e scortati fuori: cosa che prende tempo, in situazioni nelle quali di tempo ve ne è sempre troppo poco a disposizione. Ma vi è anche l'assenza, anzi: lo svincolamento da «ontroili esterni. Come mi è stalo confermalo da un funzionario dei vigili del fuoco, te carreri sono stale espBcilamente escluse dall'elenco delle aithiià sottoposte al controllo pmxntho dei \igìli del fuoco Perciò una cosa — stivare 300 matcrassini di gommapiuma sotto una struttura abitativa — che non sarebbe stata ammessa in nessun condominio, che se fatta da un industriale o da un direttore didattico li avrebbe portati immediatamente davanti al pretore, e stata invece possibile alle Vallette. Non solo, ma non risulla neppure che una struttura di quel genere, con quei particolarissimi problemi di sicurezza interna, che determinano anche inevitabili, gravi rallentamenti nelle procedure di salvataggio, sia mai siala dotata di servizi interni di prevenzione incendi. Il che significa non i soliti quattro estintori che nessuno sa usare, ma un ufficio che studia procedure di intervento, prepara tutti i dipendenti ad affrontare le emergenze, organizza servizi intemi di sorveglianza, coinvolgendo sempre anche i detenuti (soprattutto se «lungodegenti-). che sono i soggetti più a rischio. Ma qui si ritorna a vecchi, noiosi problemi di srmprc: se la pubblica amministrazione debba comportarsi razionai mente oppure no; se il carec re faccia ancora parie dello Stalo italiano, o sia già Terzo Mondo: se le somme autorità debbano sprecare retorica a cercare colpevoli immaginari (come nel caso Serena), c debbano controllare cose gii gc come l'organizzazione cai ccraria... Virginio Oddone
Persone citate: Virginio Oddone
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