Uccise dal calore e dal fumo di Marco Neirotti

Un segnale d'amore ha provocato lo strage Otto detenute e due vigilatoci morte asfissiate nel braccio femminile delle Vallette Un segnale d'amore ha provocato lo strage Due zingare hanno lasciato cadere dalle celle brandelli accesi di giornale nel cortile dove erano ammucchiati centinaia di materassi - Di qui l'incendio Uccise dal calere e dal fumé Quando sono arrivate le prime ambotonze la tragedia si era consumata -*Le terroriste erano in permesso L'allarme scuote improvviso ud tranquillo catasto sor*. Sono le 23.20 quando squilla U telefono dei Vigili del Fuoco. Una voce concitata di un agente carcerario avverte che -la sezione femminile delie Vallette e in fiamme: Mentre le prime squadre di vigili affrontano il fumo ctae al diffonde acre nelle celle e nei corridoi dove sono rinchiuse 90 recluse, viene anche richiesto l'intervento delle ambulanze della Guardia Medica, ma la tragedia ormai è consumata. Le detenute di cui sono state aperte in tempo le celie, chiuse alle 21, si sono salvate, le altre sono morte per asfissia assieme a due vip latrici che coroggiosamente erano salite sino al secondo piano per spalancare le porte. Il fuoco si e sviluppato dalla combustione di trecento materassi di resina espansa ammucchiati al riparo del portico della palazzina che ospita, nei due piani superiori, le celle delle donne. Sono state due zingare, morte anch'esse, ad innescare la tragedia lasciando cadere alcuni frammenti di giornale con cui avevano inviato segnali luminosi, probabilmente d'amore, ad altri zingari chiusi nella sezione maschile del carcere. Il poliuretano bruciando quasi non sviluppa fiamme, ma produce una enorme ondata di calore (circa 1200 gradi) e un denso fumo tossico. Le fiamme, sviluppatesi rapidissime, non hanno raggiunto "interno, pero tutti i muri della palazzina sono completamente anneriti. Sul pavimenti e i soffitti delle celle, dove ogni còsa di plastica si e fusa e persino le grate di ferro sono stale deformate dal calore, vi e una patina nera spessa molti millimetri. Vengono avvisate anche le forse dell'ordine. Un incendio in un carcere crea grossi problemi di sicurezza. Tutte le auto disponibili vengono fatte convergere verso le Vallette. I carabinieri decidono di mantenere in servizio gli equipaggi delle radiomobili che stanno smontando (il turno finisce alle 24) e muovono subito le auto del turno successivo. Dalla questura arriva il vicequestore Piero Sassi, a coordinare le operazioni mentre sono dirottate le volanti detta zona Ovest della citta e si muove il Reparto Celere. Le Vallette so¬ no circondate. Si tanno I primi nomi dei morti Due ragazze vengono trovate abbracciate, senza vita, sul pavimento della loro cella, sono Lauretta DenUco e Paola Cravero. Altre otto donne vengono caricate sulle ambulanze che fanno la spola verso gli ospedali. La Centrale del 57.47 a preoccupa di distribuire le pazienti nei vari pronto aoccorso, senza intasare il Maria Vittoria che è l'ospedale più vicino. Alla fine sono 30 le donne più gravemente intossicate trasferite al Nuovo Martini. all'Astanteria, alle MoUnette ma anche più lontano, a Rivoli, a Venaria Le versioni sull'origine della tragedia sono subite concordi Tutu alle Vaitene, dal direttore della casa circondariale. Giuseppe Suraci. alla responsabile della sezione femminile, suor Uicia sanno che i detenuti la notte usano accendini e brandelli di carta per tracciare, sporgendo il braccio dalie inferriate, dei segnali luminosi verso le altre sezioni Di giorno basta la mano a disegnare nell'aria grandi lettere dell'alfabeto, al calar del buio si ricorre a zolfanelli o giornali Le due zìngare, anch'esce perite per asfissia si sono serI vite di fogli di giornali e riviste arrotolali in un lungo tubo, in modo da far durare di più a •messaggio-. Poi. quando stavano per scottarsi hanno lasciato andare nel vuoto il frammento ISjgÉBaJMiMfct 81 compie l'appello delle detenute rimaste nel braccio. Le ospiti di quel settore cono solitamente 96 (cui va aggiunto un bemhrno in tenera età). Ma quattro donne (fra cui le terroriste Liviana Tosi Susanna Ronconi e Sonia Benedetti), con il bambino, sono fuori per un •permesso*. Delle restanti 92 detenute, una cinquantina sono rimaste nel braccio. Camminano lungo i corridoi e nel cortile usato per l'aria sono tutte choccate. Verso le due di notte, quando la spola delle ambulanze per Q trasferimento delle ferite sta ormai volgendo al termine, si vive un momento di tensione. I detenuti dei reparti maschili, che hanno solo intuito quanto e accaduto, ma che sono spaventati per l'ininterrotto rincorrersi di sirene, iniziano una singolare protesta urlano e battono oggetti contro le sbarre. E' un frastuono che arriva anche fuori dalla recinzione, dove sono tenuti i giornalisti ed 1 parenti dei reclusi. Si odono urla disperate: 'Fateci uscire. Non togliamo morire'. La psicosi dell'Incendio si diffonde rapidamente. Le guardie carcerarle cercano di calmare gli animi ma per precauzione, viene fatto intervenire un elicottero dei carabinieri con a bordo una squadra di pronto intervento. La situa zione si calma solo dopo le tre,.Quando tutti 1 vigili del fuoco e gli infermieri escono dal carcere. Angelo Conti Marco Vaxlietti l na detenuta delle Vallette intossicata dal fumo viene rictrtertU in ospedale III quel oorttte di dolere Durante l'ora d'aria le detenute parlano, tra le lacrime, ricordando quei tragici momenti • i Il manto nero copre tutto; muri pavimenti, scale, sbarre. Dai soffitti pendono come stalattiti te colate dei neon sck>!U dal calore. L'odore è ancora feste, pesante. Q silenzio è lungo, lo spaccano improvvisi pianti n blocco femminile delle Vallette, itudcuani. è come un'Istantanea dei disastra né rabbia né viavai, soltanto dolore. Le detenute sono nel cortile, l'ora d'aria- è come un rifugio, unico posto dove quell'odore nero e pài lontano Stanno qui sotto il sole e addossate all'alto muro di cinta in tuta o in jeans, con I segni della fuliggine sul viso, la fronte sulle ginocchia Il sigaretta che brucia senza che ricordino d'averla fra le mani E* un cortile di dolore: «Quelte ragazze, le tigilatricL. Sono morte per aiuterei'. E poi: -Ho vitto fiamme, soprattutto ti fumo-. Ancora.' 'lo donno da questa parte, sono corsa alla finestra per prendere aria». Sabato notte non volevano andarsene, ma adesso qualcuna sussurra 'Non fatemi tornare dote e morta Rosa, dove e morta frana. Non ce la faccio-. Con loro ha partalo Giuseppe Suraci 1! direttore che giorno per giorno ha saputo fare di questa coctruz-onc moderna e di massima sicurezza il posto più umano possibile, che la saputo rendere trasparenti i muri di cinta niente da nascondere. Suraci ha detto loro la venta E, adesso, nel silenzio assolato del cortile, c'è questo dolore muto. Donne di ogni età, con storie diverse alle spalle, non pensano alle condanne, ai ricorsi in appello, al colloqui con avvocati o familiari Pensano rute dieci amiche morte, otto detenute e due vigUatrìd. Vorrebbero parlare, ma' a volte è più forte il pianto. Una cede all'emozione, la su leggono prima che s'accasci a terra Viene a medico. Quando si riprende, l'accompagnano all'Infermeria: •Lasciatemi qui. non voglio andare via». Le spiegano che è per un momento, per riprenderei. Cede. Vengono esponenti della politica locale e nazionale Le detenute stanno al muro grigio e raccontano di -Rosa Capogreco che, appena uscita dalla cella, voleva aiutare anche me. invece é caduta a terra, con la vigilatrice: Torniamo al corridoio. E' buio pesto. Cè quella patina nara e collosa lasciata dal fumo, dal soffitto pendono fili chiari che un tempo erano lampadari si Inciampa torse un vetro divelto. Scale annerite. D primo piano. Nella rotonda d sono a terra 1 sacchi da Immondizie. In ciascuno gli effetti personali delle recluse e un cartellino col nome, qualche borsone scuro, ne spicca uno rosso. Su un cancello aperto è scritto •Nido-. L'unico bambino ospite del carcere adesso è nel cortile con la mamma TI -Nido- è diventato un braccio di fortuna per ospitare te ragazze. n vecchio braccio è una fila di porte blindate e altra a inferriata Aperte. Dentro è sempre uguale, tetti sfatti cartoni di latte, oggetU personali raduna¬ ti in un angolo, come per un trasloco abbandonato a meta Su più di 1200 detenuti sono 96 le donne: poche per reati gravi qualche zingara qualche tossicodipendente. Il corridoio odora di fumo. Nelle celle spiccano i manifesti alte pareli Michael Jackson. Tom Crulse, gloria liberta, fortuna . Afte pone sono ancora afflisi ì bigliettini palli appesi sabato: •Susanna Ronconi', è scritto su uno, come li campanello di una piccola casa E poi via via che si avanza -Per favore, potete svegliarmi alle 7,30*-. oppure: 'Per piacere, sveglia alle 6J0-. Marco Neirotti Quattro detenute durame l'ora d'aria commentano l'accaduto la attesa di essere trasferite

Luoghi citati: Rivoli