«I tedeschi hanno diritto all'autodeterminazione»

«I tedeschi hanno diritto all'autodeterminazione» Sorprendente dichiarazione di Zagladin, consigliere di Gorbaciov che fra sette giorni sarà a Bonn «I tedeschi hanno diritto all'autodeterminazione» BONN — Ma certo: anche i tedeschi, come tutu 1 popoli, hanno diritto all'aut odetermlnazione. Dette da un alto responsabile sovietico, per di più a una settimana dall'attesissima visita di Gorbaciov. sono parole che da queste parti trovano un'eco fortemente emotiva. Le ha dette, in un'intervista alla -BUd am Sonntag- di ieri, Wadlm Zagladin, uno fra 1 consiglieri di Gorbaciov. E' vero che poi ha rettificato U tiro. Implicitamente negando queUo che 1 tedeschi vorrebbero sentirsi dire: che cioè l'autodeterminazione possa cancellare U confine tra le due Germanie. La riunlficazlone non è all'ordine del giorno, spiega Zagladin. E ribadisce la posizione sovietica: ci sono due Stati tedeschi indipendenti, legati da buone relazioni. E' Una realtà, e uh prodotto dèlia Storia. SI tratta dì rhigUòrare la situazione complessiva del continente europeo: poi si vedrà. Nulla di nuovo dunque, rispetto all'era gorbaciovtana: ma un abisso separa questo approccio da quello dei tempi, ancora vicinissimi, in cui qualsiasi accenno tedesco alla riuniOcazlone veniva bollato a Mosca con il marchio del revanscismo. Le parole di Zagladin, e la persuasione che Gorbaciov desideri, dopo l'offensiva diplomatica di Bush, riconquistare U centro della scena con qualche gesto a sensazione, aumentano in Germania un'attesa febbrile, il compromesso che a Bruxelles ha risolto la contesa sul missili, rilanciando U ruolo poUUco di Bonn nell'alleanza atlantica, lascia prevedere che ora tocchi al presidente sovietico, atteso sul Reno fra sette giorni* approfittare detta tribuna tedesca per una nuova Iniziativa. Che cosa porterà In dono, all'inquieta opinione federale. U capo dei Cremi:- iio' Basterebbe, si dice a Bonn, che rilanciasse la partita del disarmo convenzionale accettando senza troppe riserve le recenti proposte atlantiche. In questo caso egU dimostrerebbe possibile la cronologia fissata da Bush, e giudicata ottimistica da una reticente Thatchert accordo entro sei mesi o un anno a Vienna, inizio di esecu¬ zione entro U '92, avvio del negoziato sul missili corti. Sarebbe U trionfo di Oenseht-r: di fronte a sviluppi cosi favorevoli egU avrebbe ottimi argomenti per negare, fra tre anni, queUa installazione dei nuovi Lance ammodernati perla quale ha già ottenuto il rinvio d* ogni decisione. Oltre le aspettative co¬ scienti, ci sono poi quelle meno esplicite, sepolte nell'Immaginario collettivo La minine azione è una di queste. L'ultimo sondaggio in materia conferma quanto 11 tema sia sentito. Ottanta tedeschi su cento sognano una sola Germania. Gente di destra? Non solo: l'Inchiesta rivela che quasi I due terzi degli elettori verdi, precisamente U 64 per cento, auspica la riunlficazlone. D'altra parte sono ben pochi I tedeschi che credono olla realizzazione del sogno: soltanto U 13 per cento degli mirrisi ai ì si dice convinto che una sola Germania sia un obbietUvo prevedibile In questa fase storica. Un sogno che resta tale, dunque. Ma accanto a questo bisogna registrare una realistica evoluzione del concetto. 8i parla, sempre meno di riunlficazlone, nel senso di fusione dei due Stati in uno. e sempre più di unità, nel sen¬ so di progressiva e crescente integrazione di due Paesi che restano distintamente sovrani In fondo la nazione tedesca è stata quasi sempre divisa fra molU Stati. Netto etesso numero che ospita l'intervista di Zagladin, la -Bild am Sonntag- rivela quello che definisce un plano segreto detta Cdu. U partito del cancelliere Kohl. per la riunlficazlone tedesca. Consiste In una serie di passi: l'unione economica, la convertibilità del marco orientale, quindi la trasformazione deUe infrastrutture nell'altra Germania, con capitali occidentali, in materia di telecomunicazioni, e 11 ripristino del collegamenti interrotti dal confine intertedescc. Nel frattempo U paesaggio politico dovrebbe mutare netta Ddr, esattamente come oggi muta in Ungheria e in Polonia: nel segno del multipari itismo Alfredo Venturi Wudim Zagladin ha detto una frate che fu discutere I tedeschi