Cina golpe militare ordinate da Deng?

Cina, golpe militare ordinato da Deng? L'assenza della polizia ed il mutismo di politici e «media» fanno pensare ad un colpo di Stato Cina, golpe militare ordinato da Deng? E' di 7000 morti il tragico bilancio della strage che il leader cinese avrebbe ordinato da un ospedale dove è ricoverato in gravi condizioni per un cancro - La popolazione non si è ancora arresa: agguati nelle strade alle colonne dei militari PECHINO — Un vecchio burocrate ultraottantenne, ricoverato In gravi condizioni per un cancro alla prostata, dal suo letto di morte ha dato l'ordine di sparare sulla folla a Pechino. D vecchio burocrate è l'attuale massimo leader cinese, Dcng Xiaoplng. 84 anni, che dopo essersi dimesso da segretario del partito comunista aveva riservato per ce stesso soltanto la carica di capo della commissione militare centrale. Molti osservatori occidentali, per la totale assenza In queste ore dalle strade della polizia, per il generale mutismo della classe politica e per 11 silenzio assoluto sugli avvenimenti In corso dei mezzi di informazioni' ufficiali, non escludono che quello in corso nella capitale sia un corpo di Stato militare. A deciderlo sarebbero stati 11 presidente della Repubblica, Yang Shangkun, militare di carriera e, forse, lo stesso massimo leader cinese Deng Xiaoplng, per risolvere con un atto di forza la grave crisi politica ed istituzionale apertasi a metà aprile con la pacifica ribellione degli studenti. Rinunciando al titolo di segretario generale Deng, due volte imprigionato negli Anni Settanta da Mao Tse Tung, che lo accusava di essere «rhosca cocchiera del capitalismo», non aveva rinunciato al potere e piuttosto che perderlo, nella notte tra sabato e domenica, ha sacrificato la vita di 7000 uomini, donne e bambini. Perché questo purtroppo oggi è il tragico bilancio di sangue dell'intervento dell'esercito nel centro della capitale cinese. Funzionari che lavorano presso l'ufficio dell'ex presidente Li Xiannlan hanno precisato che le condizioni di Deng sono gravi e che al momento di prendere la derisione, l'altro Ieri, il leader cinese avrebbe detto degli stu denti: «Anche se si compor-' tanè cosi per Ignoranza... varino'''soppressi-. Aggiungendo «in Cina anche un milione di persone possono essere considerate una piccola quantità*. Parole che. se ver ranno confermate, sembre rebbero apparire di un ine sponsablle o di un folle. Ma probabilmente Deng non è né l'una né l'altra cosa. Quanto, più semplicemente, il conseguente leader di una classe politica che. all'inse gna delle riforme per 11 libero mercato, tanto apprezzate In Occidente, in Cina aveva cominciato Introducendo soprattutto la più ampia cor ruzione degli apparati buro eretici del partilo. E la gente questo non lo ha accettato. Hanno cominciato a ribellarsi gli studenti scendendo in strada. Poi milioni di persone li hanno seguiti violando la ltggc marziale. A controllare la situazione ereno stati mandati inizialmente alcune migliala di soldatini inesperti, bloccati e disarmati dalla folla. Poi sono arrivate le truppe speciali del ventisettesimo corpo d'armata. I militari non hanno esitato a lanciare carri armati e camion sulla marea umana che nella periferia della capitale bloccava le vie di accesso alla piazza Tlenanmen, sono passati sui corpi della gente. Nello stesso modo sono state spazzate via le barricate. Poi atoè2 del militino (oralocale) h:tnno fatto luce sulla piazza corri'bengala stringèndo' le 200.000 persone che si trovavano a presidiarla da quasi tutu 1 lati. Oli studenti frattanto Intonavano l'Internazionale ed imploravano I militari di abbassare le armi. Due giornalisti della -Cossi trovavano sulla 'piazza quando è incominciata l'azione militare. Grazie ad un radiotelefono sonò riusciti a trasmettere alle radio americane affiliate' con la -Cbsuna cronaca sconvolgente degli eventi. I due sono stati circondati dalle truppe, malmenati e portati via: ma sono riusciti a fare la radiocronaca anche dell'assalto che hanno subito i-ci stanno venendo addosso, cerchiamo di indie¬ treggiare...no, no, no-). Poi il collegamento radio si è interrotto. Alcuni testimoni oculari raccontano che nella zona di Oongzhufen, una decina di chilometri ad occidente della Tlenanmen, 1 soldati hanno sparato non solo su gruppi di manifestanti che avevano eretto una grossa barricata, ma anche verso I balconi delle finestre, uccidendo gente totalmente Inerme. A Jlanguomen, cinque chilometri a oriente della piazza, I carri armati hanno spazzato via le barricate a cannonate, massacrando anche alcuni soldati che erano stati mandati in avanscoperta. Ma Pechino non si è arresa. Lungo le due autostrade che portano verso il quartiere universitario, dove da un momento all'altro si teme un nuovo sanguinoso assalto delle truppe spedali, un intero convoglio militare, composto da SO camion per traspor¬ to truppe, è stato dato alle fiamme. Oli studenti italiani nelle università di Pechino, una trentina in tutto, stanno bene e sono costantemente in contatto con l'ambasciata. Le testimonianze dei giovani lasciano supporre che In alcune parti della citta sia In azione una resistenza orga- ruzzata ai militari. Agli svincoli più importanti sono stati dati alle fiamme camion da ti asporto, autobus e filobus, mentre piccoli gruppi di persone rimangono di vedetta in attesa del passaggio di convogli multati Le truppe in assetto di guerra sono dislocate solo In alcuni punti strategici e In particolare allo svincolo dell' autostrada numero due che conduce al quartiere delle ambasciate. Qui vi è stata all' alba una battaglia tre gruppi di studenti ed operai armati e l'esercito. I parabrezza di due jeep militari sono apparsi crivellati di colpi d'arma da fuoco, mentre due camion per trasporto truppe ancora bruciavano diverse ore dopo gli scontri. Per tutta la giornata di ieri a Pechino il lavoro, soprattutto in alcune grandi fabbriche e nei cantieri edili che di solito prosegue normalmente anche la domenica, é stato interrotto. In mattinata piccoli gruppi di studenti dell'università di economia si sono diretti, cantando l'Internazionale e sventolando bandiere rosse, verso i soldati che erano appostati nella zona di Jianguomen, sul lato orientale della -via della lunga pace-. Le truppe hanno sparato loro addosso appena 1 giovani si facevano più vicini, massacrandoli. Nelle stesse ore gruppi di centinaia di cittadini si sono recati a più riprese verso la Tlenanmen. I militari impedivano loro di passare e in almeno dieci riprese successive hanno aperto 11 fuoco sulla folla uccidendo o ferendo parecchie decine di persone. La folla inferocita e inerme li ha insultati chiamandoli «bestie-, «fascisti- e «cani rabbiosi-. Al totale silenzio delle autorità sulla vicenda, fa eccezione la presa di posizione del quotidiano delle forze armate che inneggia alla dimostrazione di «fon» e fermezza- data dall'esercito, ed il sindaco di Pechino che ha parlato di «atti erotei» del soldati. Centinaia di materassi sono stati allineati nelle strade adiacenti agli ospedali, che sono stracolmi, per dare una sistemazione provvisoria ai feriti. Decine di famiglie occidentali che stanno tentando di lasciare Pechino si sono sentite rispondere che nessun volo Intemazionale sarà effettuato per oggi. Le ambasciate dei Paesi della Comunità Europea hanno tentato ieri inutilmente di mettersi In contatto con il ministero degli Esteri cinese per ottenere rassicurazioni sul loro connazionali, r. e. Pechino. Cerano almeno 200 mila perone nella piazza quando i mezzi corazzati hanno assalito la folla. Nella tclefoto. una giovane donna travolta dai militari

Persone citate: Deng Xiaoplng, Mao, Tung, Yang Shangkun