Il mandarino

Muraglia maria per nc.-v.un uomo politico cinese, non lo era nemmeno per C'iu En-lai. Non si dimentichi inoltre che la Cina comunista, c in questo c stata la sua grandezza e la sua follia, ha privilegiato più i cambiamenti sociali che lo sviluppo economico, specie all'epoca della Rivoluzione culturale. Sia i precetti confuciani che quelli marxisti, un'accoppiata unica che è soltanto cinese, contribuiscono infatti ad avallare la concezione che la qualità dei rapporti umani, tra la gente divisa o meno in classi, sia la chiave per realizzare una società buona e. di conseguenza, prospera. Ci di più: come i mandarini loro predecessori, i comunisti cinesi hanno sempre considerato con disprezzo aristocratico, pre-moderno, l'industria, il arni me reto e lo spirito imprenditoriale. Quanto questa mentalità anticapitalistica sia ancora diffusa lo dimostra il fatto che nell'ultimo decennio di riforme per convincere la gente a darsi da fare, ad arricchirsi, è stato necessario lanciare vere e proprie campagne di massa, nello stile delle precedenti campagne per la costruzione del socialismo. Si è assistito cosi, prima della carnefici na, all'ultima follia cinese: un governo che si dice baiato sul comunismo e che con slogar» tipo «ricco e bello» insegna a una popolazione che non ne vuole sapere di diventare capitalista. intraprendente, moderna, competitiva. Oggi si può presumere che. ufficialmente, la politica delle riforme continuerà come, sempre ufficialmente, la politica della finestra aperta non verrà abbandonata. Sarebbe una scortesia nei confronti dei partners esterni che si sono mostrati cauli nel giudizio e che saranno pronti a dimenticare. Anche perché, come ha detto Bush, io non so nulla, nessuno sa nulla. Tuttavia, le riforme più spinte volute dallo sconfitto Zhao /nane erano già siate bloccale l'anno scorso da Dcng e Li Pcng il quale ha sempre sostenuto una maggiore centralizzazione del sistema che implica inevitabilmen'e un freno alla liberalizzazione economica. Ora Li Pcng ha tutto il potere per attuarla. Alla finestra aperta sul mondo iiiu comunque applicalo un filtro sanitario per impedire a microbi come quello della democrazia, della libertà e del rock di assalire i. corpo puro della Cina. Ci si domanda però: è da questa finestra schermata che passeranno come prima, agcvol mente, contratti per joint xrntu re, bum how di alta tecnologia, capitali di investimento e crediti per lo sviluppo? Del business con l'Occidente la Cina dichiarava fino a poco tempo fa di avere necessità vita le. Ma la protetta popolare e la repressione militare hanno provocato un cambiamento di atteggiamento nei confronti degli stranieri e dei loro inquinanti investimenti, un sussulto di xenofobia e di alterigia che lascia intendere come torni a farsi strada la convinzione clic la Cina può anche farcela da sola. E' inutile chiedersi a questo punto quanto oggi l'Occidente e il Giappone abbiano bisogno di sbocchi nel mercato cinese sul quale molti si sono fatti troppe affrettate illusioni. Il bisogno ovviamente c'è perché l'espansione e la logica che regge il sistema delle relazioni intemazionali. Però questo sistema ha finora dimostrato di essere abbastanza duttile da potersi, nell'evenienza, ricalibrare su altre coordinate senza subire danni mortali. Cosi, se e vero che ce un'interdipendenza per quanto riguarda i rapporti economici tra la Cina e l'Occidente, è anche vero che la chiusura della finestra cinese — e se la crisi prolunga l'incertezza e l'instabi lità potrebbe volerla l'Occidente — non rappresenta un suicidio totale per nessuna delle parti in causa. Potrebbe anche essere una pausa che la Cina dei duri vede con sollievo per avere l'agio di riportare l'ordine lontana dagli occhi delle telecamere. E' vero che cosi balzerebbe all'indie tro di venti anni, ma poco importa. Non c'è nessuna gara col tempo da vincere e la conclusione dei dieci anni della frenetica modernizzazione alla Deng Xiaoping ha dimostrato che il Paese non è in grado di muoversi a tappe forzale, pena la cala- strofe. Alla Cina si addicono purtroppo i tempi lunghi segnati dalla maledizione dei ciclici ri- ,orfli Renata Pisu hi