Sardegna l'incubo del non-voto

Sardegna, l'incubo del non-voto Le regionali di oggi e domani condizionate da astensioni e schede bianche? Sardegna, l'incubo del non-voto Migliaia di elettori hanno già restituito i certificati • Molti sono agricoltori esasperati dalla mancanza d'acqua - Ma interi Comuni minacciano di non andare alle urne - Sotto accusa i servizi insufficienti e la lottizzazione selvaggia delle coste OAJ. NOSTRO INVIATO CAGLIARI — A una settimana dalle elezioni europee i! «test Sardegna» si apre, questa mattina, con le solite Incognite e forse con un elemento di novità. Le cifre indicano da sole il rilievo di queste regionali: si vota in 2420 seggi, gli elettori sono un milione e 275 mila, 83 mila in più rispetto alle consultazioni dell'84: fra quasi mille candidati, suddivisi in venti liste, dovranno indicare ottanta consiglieri. Sul piano politico, le questioni centrali sono tre: la prima riguarda il Partito sardo d'Azione, protagonista cinque anni fa di uno straordinario successo. Balzato con più di 140 mila voti ai ruolo di terzo partito di Sardegna, per la prima volta adesso il Psd'Az si propone agli elettori dopo un'esperienza di governo. Dalla sua tenuta, e da quella del pei, anch'egli da cinque anni in giunta, dipende la riproposizione dell'alleanza di sinistra che (ialini ha amministrato le sorti dell'isola. Anche il psi sardo ha partecipato a questa esperienza, ma una sua affermazione probabilmente segnerebbe il ritorno a un patto con la democrazia cristiana. Questo per quanto riguarda i probabili futuri equilibri. Ma a campagne elettorali basate, quasi tutte, sulla difesa dell'identità sarda e percorse da una vena di eco logismo, nelle ultime ore si sta affiancando un fenome no che rischia di marcare queste regionali come le •elezioni della protesta-. La collocazione temporale del •test-, l'attenzione con cui viene seguito in tutto il resto d'Italia lascia prevedere ai partiti un'affluenza alle urne particolarmente vivace: se cinque anni fa a votare fu quasi 1 ' (iti per cento dei sardi, questa volta, dicono, la partecipazione al voto potrebbe risultare più nutrita. Eppure tutta una serie di segnali fa temere un epilogo diverso. Tutto era cominciato con le manifestazioni di alcuni piccoli centri del Campidano per la mancanza d'ucqua, poi le manifestazioni si sono allargate al Sassarese, alla provincia di Oristano, a quartieri dello stesso capoluogo. Adesso, proprio all'Inizio della tornata elettorale, sono almeno quindici i Comuni che minacciano di non votare per protesta, e qualche miglialo gli elettori che hanno restituito le schede. Era già accaduto in Sardegna che la vigilia delle elezioni regionali accendesse focolai di ribellione, destinati a spegnersi con le promesse di questo o quel candida¬ to. Questa volta il fenomeno sembra assumere però dimensioni nuove, quasi volesse esprimere in forme diverse e più •moderne» la stessa Insofferenza che si era indirizzata verso il voto autonomista. Alla base c'è forse la certezza che. superate queste regionali, valutate le indicazioni del «test», di sardi e Sardegna si tornerà a parlare solo fra cinque anni. In altri casi, a innescare la protesta è soprattutto la delusione per promesse che neanche i partiti isolani sono stati in grado di mantenere. Tra Bonora e Capotimi. Pcrdasdefogu e 8an Vero Mills, la periferia di Cagliari ed 1 quartieri-ghetto di Macomer, gli ultimi giorni di que- sta campagna elettorale sono stati comunque punteggiati da manifesti e minacce, dimostrazioni e nascite di •comitati di lotta». Le motivazioni spesso sono lontanissime, la conclusione appare unica: -A queste regionali, noi non votiamo-. Era cominciata, due settimane fa. a Calasetta, proprio dinanzi all'Isola di San Pietro: 11. complice la crisi Ìdrica che ha trasformato le verdi pianure del Campidano in una enorme distesa di erbacce, l'acqua arriva a giorni alterni, e certe volte non arriva proprio. Proteste, manifestazioni, minacce e infine la scelta del -non voto*. Pochi giorni, i primi articoli di gior naie, ed ecco che la poslzio ne ha cominciato a diffon dersi. Un altro Comune Cagliaritano, Capoterra, venti chilometri dal capol go, ha cominciato a m * stare contro le lottizzazloi che rischiano di soffocarneltffon-mionf^carne d ^d la costa. A Torre degli Ulivi, poche decine di chilometri più in là, per reclamare contro la mancanza d'acqua e l'inesistenza di una rete fognaria, 700 schede elettorali sono state restituite. Pochi giorni ancora e a Torre Grande. In provincia di Oristano. 120 schede elettorali sono tornate al Comune In segno di protesta contro la mancanza di una guardia medica. A San Vito MUis. nella stessa zona, 1 certificati elettorali respinti sono duecento: stavolta, gli agricoltori al rifiutano di votare perché la Regione non ha ancora versato loro I contributi per la siccità dell'88. A Torpe. provincia di Nuoro, la genie della frazione Concas non si recherà alle urne perché non dispone ancora di collegamenti elettrici e telefonici. A Bonorva, provincia di Sassari, 230 schede restituite per sollecitare maggiori contributi ad un'economia artigiana in crisi. Ad Olbia, nella frazione di Rudezza, le schede restituite sono state altrettante: pochi chilometri più in là, sulla Costa Smeralda, la protesta si tinge di ecologismo; qui si arrabbiano perché i plani di fabbricazione non consentono di costruire nuove case. L'ultima manifestazione è quella che ha coinvolto la gente di Barracca Manna, quartiere abusivo alle porte di Cagliari, l.a gente che protesta contro il Comune voleva consegnare le scf'.-de alVUnione Sarda, il giornale della città, poi si è convinta a ridarle al Comune: erano seiento. Sono proteste isolate, 'ocolai destinati a spegnersi ro segnali di una nuova tendenza? Giuseppe Zaccaria Le precedent! elezloni PAJrrm ' . *<> DC 32,2 27 32,2 PO 28,7 24 25,3 PSI 10.1 8 11,4 MSi-Dn 3,8 3 4,7 PRI - - 2,3 PLI - - 0,9 PLI-PRI 4,0 3 PS0I 44 4 3.1 PR - - 2,6 DP - - U PstfAz 133 12 12^ Attri 3,0 - 3,9

Persone citate: Bonora, Concas, Giuseppe Zaccaria, Mills, Torre Grande, Ulivi