Buscetta clandestino a Palermo di Francesco La Licata

Buscetta clandestino a Palermo Il primo grande pentito della mafia ha collaborato a recenti indagini sui latitanti Buscetta clandestino a Palermo Rientrato dagli Usa partecipò all'incontro con un nobile siciliano informatore della polizia - Qualche giorno dopo il barone D'Onufrio fu assassinato - Il giudice Falcone: «Escluso che don Masino sia tornato in Italia» ROMA — Tommaso Buscetta. U primo grande pentito della mafia, nel mese di marzo era a Palermo. La sua presenza in città era legata all'esigenza della polizia Italiana di intensificare la caccia ai latitanti. Ma c'é di più: strettamente connessa al suo estemporaneo soggiorno in Sicilia, la storia dell'assassinio di un Informatore della squadra mobile palermitana. Una vicenda ancora poco chiara, che risale ad un periodo in cui gli investigatori avevano concentrato la loro attenzione nella borgata di Ciaculli, regno incontrastato della dinastia mafiosa del Oreco. C'era parecchio movimento. Un via-vai inconsueto di auto che, sebbene abilmente mimetizzate, non lasciavano molti dubbi sulla loro reale identità. E quella sera di metà marzo la presenza della "blindata" nel palazzo di campagna del barone Antonino D'Onufrio, 39 anni, nobile molto cono sciuto negli ambienti della •buona società- palermitana, non era neppure troppo casuale, (ih uomini che uscivano dall'auto, infatti, avevano un appuntamento col barone. Uno di essi, oltretutto.uno 007 romano in missione a Palermo, era venuto altre volte. Con D'Onufrio si era incontrato spesso in quegli ultimi tempi, n nobile, abitando a Ciaculli, disponeva di un formidabile osservatorio e quindi nessuna sorpresa se riusciva a decodificare per la pol'-ia rebus che ad altri potevano sembrare Impenetrabili. Quella sera. però, l'appuntamento era più importante del solito. Il poliziotto era in compagnia di un personaggio •di riguardo- che andava all'incontro proprio per confrontare informazioni e notizie che avrebbero potuto portare alla cattura di qualcuno dei numerosissimi •superlatitanti- di Cosa Nostra. Chi era U misterioso visitatore? Le indiscrezioni, ormai inconteni¬ bili negli uffici investigativi e giudiziari di Palermo, lasciano filtrare un nome. Tommaso Buscetta. Se cosi é, dunque, in quel periodo in Sicilia oltre a Salvatore Contomo c'era anche don Masino, che tutti davano per ospite fisso del governo americano. L'incontro fra D'Onufrio, lo 007 e Buscetta dura parecchie ore e si svolge a tavola: una cena degna della proverbiale ospitalità del nobile siciliano. Un solo testimone -esterno-: la moglie del barone. E allora? Cosa c'é di strano, a parte forse l'utilizzazione un po' troppo disinvolta di un pentito sballottato per due continenti e messo in contatto con un altro tipo di •collaboratore-? C'é che qualcosa non deve aver funzionato per il verso giusto. Certamente le numerose precauzioni prese per proteggere la presenza di Buscetta a Palermo e la incolumità del barone-informatore non sono state sufficienti. Ad accorgersene sono stati gli stessi poliziotti, un paio dì giorni dopo lo storico incontro. Esattamente la mattina di giovedì 16 marzo, giorno in cui la mafia lancia un micidiale messaggio alla polizia e a chi l'aiuta. Che accade? Sono da poco passate le B.30 del mattino, dallo stesso portone da dove era entrata la blindata della polizia esce una Peugeot 405 •sfarion wagon-. Alla guida c'é il barone D'Onufrio che si dirige in città. Non fa in tempo a lasciare la borgata di Ciaculli' una piccola carica di tritolo blocca il motore della sua auto. Lui non capisce subito, fa per scendere ma sì trova davanti due uomini armati di lupara. La micidiale scarica di panettoni lo inchioda sul sedile. Non ci sarebbe bisogno dì infierire ma evidentemente l'operazione non é conclusa: sì avvicina uno dei killer e spara al barone un colpo di -trentotto- dritto in bocca. Chiaro il messaggio0 Chi ha parlato non parlerà più. Cosa Nostra non può tollerare l'affronto di avere un •confidente- In casa, uno che di notte incontra poliziotti e pentiti. Anzi, per maggiore chiarezza, t boss definiscono meglio il messaggio. Come? La polizia, incredula, scopre che 1 killer avevano atteso l'arrivo di D'Onufrio nascosti in una piccola officina, dopo averne scardinato l'entrala. A chi appartiene il locale? A un certo •Pine- Oreco. vecchio mafioso dì Ciaculli. da qualche tempo entrato anche lui in confidenza con la polizia. La vicenda, naturalmente è rimasta coperta dal segre to. I-a moglie dì D'Onufrio Interrogata dal magistrato ha confermato le assidue vi site dei poliziotti Sul partì colare della presenza di Bu scetta. Invece, sembra che le risposte della baronessa D'Onufrio siano state meno precise. Il giudice Falcone. da Palermo, ieri sera ha escluso che Buscetta -sia scomparso e che sia venuto a qualsiasi titolo tn Italia-. La notizia é filtrata soltanto adesso, ma già da alcune settimane sul barone D'Onufrio si era saputo quasi tutto: anche della sua vecchia amicizia col commissario Beppe Montana, l'investigatore ucciso dalla mafia nel 1985. Era stato proprio Montana, anzi, a scoprire per primo l'utilità delle informazioni che dava il nobile. Notizie che riguardavano non solo Ciaculli ma anche altre zone. Qualche imbarazzo questa storia l'ha già creato, specialmente In concomitanza con il ■caso-Contorno-. Non sarà perciò un caso che qualche giorno fa l'ufficio dell'Alto Commissario per la lotta contro la mafia abbia richiesto alla Procura della Repubblica di Palermo il fascicolo sulla morte violenta del barone D'Onufrio. Francesco La Licata