Cinquanta morti nella battaglia d'Uzbekistan

Cinquanta morti nella battaglia d'Uzbekistan Per tre giorni la minoranza dei turchi mesketi (deportata da Stalin) si è scontrata con la maggioranza locale Cinquanta morti nella battaglia d'Uzbekistan nostro servizio MOSCA — Oltre 50 morti e almeno 500 feriti, risse, scontri armati, coprifuoco A Fergana. una.vaile dell'Uzbekistan ai confini con la Klrghizia. nell'Asia centrale sovietica, per tre giorni e stato l'inferno, i tumulti sanguinosi tra uzbekl e turchi meskheti hanno provocato il più grave bilancio di vittime degli ultimi decenni tra le tensioni a sfondo etnico che stanno piegando l'Urss. Il tragico risultato del week-end di sangue è balzato Ieri al centro dell'attenzione del Paese. 1 quotidiani riportavano descrizioni dettagliate dei gravi incidenti scoppiati sabato scorso, e Ieri alla prima riunione parlamentare della Camera delle nazionalità, il segretario del partito uzbeko Rafik Nlshanov ha fornito dati e cifre raccapriccianti. La scintilla è scoccata probabilmente ii) mercato della città di Kuvasai, nella valle di Ferganà, il 23 maggio, quando un cliente di nazionalità turca protestò con una venditrice di fragole uzbeka per 1 prezzi ritenuti troppo alti; 11 battibecco si è trasformato presto in una rissa quando 11 turco meskheta ha rovesciato Il banco della venditrice e un gruppo di uzbekl e taglkl è corso in aiuto della donna. Un pretesto divenuto occasione per lo scoppio di una violenza feroce, sopita sotto il rancore etnico che separa I turchi meskheti idi origine caucasica e deportati nel '44 dalia Georgia in Asia per volere di Stalin i e la popolazione locale uzbeka, un confronto dove l'elemento religioso sembra essere assente poiché entrambe le nazionalità sono devote all'Islam. Secondo il rapporto di Nishanov, la rissa, che provoco un morto di nazionalità uzbeka, venne sedata quasi subito, ma dopo una settimana di relativa calma la miccia si è di nuovo incendia¬ ta negli altri centri della vallata: gruppi di uzbekl armati di bastoni, bottiglie Incendiarie e spranghe di ferro hanno iniziato la caccia al turco, bruciato le loro case e compiuto dei veri pogrom contro la minoranza meskheta Gli .scontri si sono protratti per tre giorni causando la morte di 48 persone, tra le quali 35 turchi. 10 uzbekl. 2 taglkl ed un russo, ma una fonte giornalistica parla di 56 morti, e un deputato del Congresso del popolo che ha preferito mantenere l'anonimato, di almeno 100. Nella regione è In vigore 11 coprifuoco e circa settemila soldati delle truppe del Ministero degli Interni sono stati dispiegati in tutta la regione a Sud-Est di Tashkent: diciassette di essi si troverebbero in ospedale per le ferite riportate. Molte vite sono state salvate dalle forze dell'ordine che hanno provveduto ad evacuare gruppi di meskheti In luoghi sicuri, e lunedi, intere famiglie sono state trasfe¬ rite nelle sedi del partito mentre le loro case venivano date alle fiamme da bande di uzbekl impazziti. La crisi asiatica apre una nuova breccia nel travagliato fronte nazionale sovietico. La minoranza turca, che conta in Uzbekistan circa 60 mila persone delle quali 12 mila vivono nella valle di Ferganà, chiede inutilmente da anni di tornare al centro d'origine in Georgia, con l'aggravante che le riabilitazioni di massa compiute da Krusciov non toccarono 1 turchi meskheti, •dimenticati- con la loro colpa di collaborazionismo, nei luoghi di esilio dove li costrinse Stalin. t Hi echi del grave conflitto etnico hanno gettato nuove ombre sui lavori del Congresso del popolo e della Camera dette nazionalità, ieri alla sua prima riunione. Il dibattito, segnato peraltro da un'offensiva del conservatori, ha evidenziato ancora una volta la profondità delle division! e delle tensioni etniche tra le rappresentanze delle diverse Repubbliche, rimaste impegnate in una discussione di oltre due ore sulla candidatura di Rafik Nlshanov, 11 primo segretario uzbeko che ieri ha dato U penoso resoconto sui fatti di Ferganà, come presidente della Camera parlamentare delle nazionalità. Eletto a grande maggioranza, la discussione sulla sua nomina è stata l'occasione per un deputato lituano di lanciare una nuova sfida: -Se in questo Parlamento non viene garantito ad ognuno il diritto di esprimere e difendere gli interessi della sua Repubblica, mi riservo il diritto di considerare l'uscita della Lituania dall'VrsS'. Sottovalutare 1 problemi etnici non si può più. a ricordarlo al dirigenti del Paese sono le mille voci nazionali che squillano dentro e fuori le sale del Cremlino. Paola Delle Fratte

Persone citate: Krusciov, Rafik Nlshanov, Stalin