Si fa presto a dire avventura di Alberto Papuzzi
Si fa presto a dire avventura A TRENTO, UNA «LEZIONE » DI MESSNER Si fa presto a dire avventura TRENTO — Nel catalogo del grandi libri Immaginari, quel libri che ognuno vorrebbe leggere ma che sono impossìbili da scrivere, un dizionario dell'avventura figurerebbe sicuramente ai primi posti. Quante pagine ci vorranno per redigere anche soltanto un repertorio sintetico, un modesto -bignamino-, di tutte le avventure vissute, tentate o narrate dall'uomo? Basta consentire'che questo Interrogativo si depositi per un attimo nella nostra mente per essere seppelliti da una montagna di evocazioni: Icaro, Astolfo, l.ind bergh. Armstrong, Cristoforo Colombo. -Doctor Livtngstone I suppose-. Il Kon-Titd, Coustcau. Phileas Fogg, Robinson Crusoc, per non dire delle avventure intellettuali e dello spirito, da De Malstre a Madame Curie. Cosa c'è di più indefinibile, di meno materializzatile del concetto di avventura? Ma se c'è un mondi) che non teme le sfide più ardue, questo e il mondo degli appassionati di alpinismo. Al 37° Filmfestlval Internazionale -Città di Trento-, classico appuntamento del cinema di montagna. Ieri si è tenuto un convegno per individuare e stabilire -1 confini dell'av¬ ventura- Hanno partecipato antropologi, esploratori, alpinisti, speleologi, velisti, aeronauti. Anche l'uomo che per primo ha salito tutti i quattordici -Ottomila- della Terra. Rheinold Messner. di ritomo da Katmandu. dopo 11 fallimento di una scalata al Lothse. Il problema è che oggi l'avventura e inflazionata Peggio: e svenduta. Vacanze di massa, corsi di survival. spot televisivi. Messner ha posto tre condizioni Si vive un'avventura quando si affronta un pericolo: si affronta qualcosa di cui non si conosce l'esito: si affronta qualcosa che ha 11 potere di trasformarci Il gioco delle regole ha contagiato anche gli altri convegnisti. Ma fino a che punto queste normative sono come an muro di protezione contro il declassamento consumistico dell'avventura, la sua mercificazione, per usare un termine un tempo abusato? Il timore che l'avventura sia vittima di un •tardo colonialismo- spinge agli estremi i suoi confini: senza paura -di non tornare più nella so cietà- non ci sarebbe alcuna avventura. Dentro questi binari concettuali, l'Impresa alpinistica rimane 11 paradigma più suggestivo. Come conferma una mostra dì libri, allestita anch'essa nell'ambito del Filmfestival (90 pellicole di 18 nazioni, conclusione e premia zione questa sera) e collega la al Premio Itas di letteratura dì montagna (assegnato a K2 il nodo infinito dì Kurt Dienbergeri. Questa mostra presenta 110 rare opere, pub blicate tra la fine del "700 e li nizio del '900. nelle quali si ritrovano, secondo il titolo scelto dai curatore Pietro Crivellare alpinista torinese e scrittore di montagna. -Le sorgenti dell'alpinismo-. Dal De Alpibus Commentarius del teologo Iosla Si insinui IV volume del Modem Painters di Ruskin Intitolato Of Mountain Beauty, dal progetto editoriale di Gabriel Paccard sulla conquista del Monte Bianco, andato in fumo per mancanza di sotto scrizioni, alle fonti canoniche degli scalatori classici (Whympcr. Mummery, Win kler. Preuss. Coolidge, il Du ca degli Abruzzi) che cosa rappresentano le ••orpenri dell'alpinismo- se non un ca piloto, il primo pezzo, del no suo immaginario e un possi bile -dizionario dell'avvenni re-? Alberto Papuzzi
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