Bush sull'altalena
Bush sull'altalena Bush sull'altalena ALDO RIZZO Che strano destino, quello di George Bush. Un giorno lo crocifiggono e un giorno lo esaltano, un giorno lo bollano come un Inetto e il giorno dopo lo osannano come uno statista di vaglia. E' accaduto anche nel corso della sua prima missione europea, per 11 vertice Nato. E' partito come un leader mancato ed è tornato in America come un leader trionfante. Davvero Bush è fatto cosi, con clamorose Intermittenze di carattere e di visione politica, o sono i mass media, soprattutto americani, a peccare d'impazienza? Ricordo la campagna presidenziale negli Stati Uniti, un anno fa. La parola d'ordine, allora, era teimp. Bush era un uHmp. cioè un uomo senza nerbo, quanto di meno Indicato per la Casa Bianca, soprattutto dopo un personaggio carismatico e coinvolgente come Ronald Reagan. Neppure 1 crescenti successi nelle primarie bastavano ad attutire questa specie di coro. Soltanto la manifesta pochezza del candidato democratico. Michael Dukalds, serviva ad accreditare qualche chance al povero Bush il quale poi, alla convenzione repubblicana di New Orleans, tenne uno straordinario discorso, molto forte anche nel tono. E cubito tutti cambiarono Idea, registrando con compiacimento la •metamorfosi- di Bush. Ma era davvero una metamorfosi? In realtà si tratta di un personaggio che ha i suoi tempi e 1 suol ritmi. Effettivamente, questi sono a volte un po' lunghi e lenti. C'è in Bush una grande prudenza, il timore di esponi con posizioni azzardate o premature. E' un conservatore, ma non del tipo radicale, diffuso In America, quindi pronto a enunciare dottrine e teorie. E' un conservatore pragmatico, non chiuso al progres- sisti, molto riflessivo. Forse a volte un po' troppo. Però è un personaggio che non ha mal mancato le occasioni decisive. E. al mo mento opportuno, ha sempre dato prova di coraggio. Questo è vero anche per la sua vita privata. A veni anni, rampollo dell'alta borghesia politica e finanziaria della East Coast. scelse di andare a fare il pilota nella guerra del Pacifico. A quaranta, preferi a un comodo e lucroso studio a Wall Street l'avventura petrolifera nel Texas. Io l'ho conosciuto cinque anni fa. da vicepresidente. La sua immagine, allora, era particolarmente grigia. Ma mi colpi con un mix inconsueto di eleganza e di concretezza, anche brusca. E' lo stesso Bush che si e presentato in Europa dopo mesi di riflessione tormento' sa sulle opzioni di politica estera degli Stati Uniti, di fronte al dinamismo spericolato di Gorbaclov. Fino all'ultimo è parso indeciso, e alla stampa americana e intemazionale non è sembrato vero di poter risfoderare la vecchia accusa: wtmp. Ma poi, di nuovo, al momento decisivo, Bush ha mostrato di avere idee chiare e precise. E allora ti trionfo. Nel momento del grigiore, tutti i mais media a rimpiangere Reagan: quello si che era un vero Presidente. Dimenticando che anche il povero Reagan, al tempo dell'Irangate, ere stato sottoposto a un vero e proprio calvario. Lo davano per rimbecillito, per un sopravvissuto a se stesso. Morale: I giornali dovrebbero essere un po' più pazienti e tolleranti. L'ansia dello spettacolo cioè di avere ogni giorno un titolo ad effetto, non deve far dimenticare la complessità del processi politici e del personaggi umani. Per 11 pollice verso, quello definitivo, c'è sempre tempo.
Luoghi citati: America, Europa, New Orleans, Stati Uniti, Texas
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