«Non ho ucciso il farmacista» di Pierangelo Sapegno

«Non ho ucciso il farmacista» E* cominciato il processo per l'omicidio di Cairo Montenotte «Non ho ucciso il farmacista» Il convivente della Guerinoni ritratta: «Avevo confessato perché volevo aiutare Gigliola» • La donna appare tranquilla, anche se molti amici l'hanno abbandonata - «Mi fanno un mucchio di fotografìe, cerco di recitare bene la mia parte» DAL NOSTRO IWVMTO SAVONA - Questa volta non sembra una donna fatale. -Confido in DiO'. mormora, e abbassa gli occhi. Adesso Gigliola sta seduta, vestita di bianco, triste e dimessa, nell'aula di tribunale, attorno c'è tutta la sua corte, amici e spasimanti, e nessuno la degna di uno sguardo. Di fronte, da solo nella gabbia, Ettore Oeri, il suo uomo. Lui annuncia subito che questo sarà un processo con qualche sorpresa: -Non confermo quello che ho dichiarato in istruttoria. Son l'ho ucciso io Cesare Brin, avevo fatto quella confessione ai giudici perché volevo aiutare la Gigliola c poi anche lu mia bimba*. Per quel delitto, il processo c appena cominciato, e la gente si accalca alle transenne del tribunale. Cesare Brin. farmacista, presidente di una squadra dì calcio, uomo di successo, fini ucciso a martellate. Era la notte fra il 12 e il 13 agosto, due anni fa, a Cairo Montenotte, un paesone industriale della Valbor- mida. Due Imputati, un uomo e una donna. Gigliola Guerinoni e Ettore Oeri: lei 43 anni, blonda e bella, lui, quasi trenta di più. ragioniere in pensione. Poi un nugolo di amici che, sostiene l'accusa, si sarebbero inguaiati solo per fare un piacere a lei. Un Imbianchino, Pino Card e a. un vicequestore, Raffaello Sacco, un consigliere regionale del Movimento sociale. Oabricle Di Nardo, un operalo, Mario Ciccarelli. tutti ammaliati dal suoi occhi chiari e taglienti, dal suo sorriso accattivante. Uno avrebbe pitturato la casa, un altro caricato U cadavere da portare via. un altro ancora guidato la macchina fino a Monte Ciuto, dove si sarebbero disfatti del corpo senza vita di Brin gettandolo in un dirupo. Oggi. però, molte cose sono cambiate. Lei sarà belli., sarà anche avvenente, ma è di'.ni' ita pericolosa come una mina. Meglio stare alla larga. Il vlcequestore, poi, tutto azzimato, manco risponde al saluto. La OiglloSa lo rimprovera: -Ma come?, per vent'annt ci siamo frequentati bene, e adesso fai finta di non conoscermi?-. e lui impettito: -Mi scusi signora, ma questo non è il posto adatto per certe discussioni...'. Gli altri. Invece, stanno zitti zitti in un angolo, un po' appartati. Pure Gerì, 72 anni, stempiato, baffi e mento corto, non guarda mal dall'altra parte, dove s'è seduta la Gigliola. Lui aveva confessato per primo due anni fa. inguaiando la compagnia. Poi aveva ritrattato, poi di nuovo confessato. Oggi ha annunciato che cambia versione, che lui non ha ucciso. E allora perchè l'aveva ribadito al giudici? 'Perché stavo male, pesavo 68 chili, avevo la pressione alta, non ragionavo, non mi rendevo conio di quello che facevo-, risponde. 'Mi andava bene qualsiasi cosa pur di finirla con gli interrogatori. E poi avevo paura per la mia bimba, e per Gigliola. Per questo mi accusai' dico che sono stato io, ma lasciatele in pa¬ ce». Nei corridoi del tribunale c'è anche «la bimba». Soraya oggi ha 14 anni, e all'epoca del fatti ne aveva due di meno. Pure lei raccontò ch'era presente al delitto, che suo padre colpi Cesare Brin con una bottigliata e con un martello, che sua madre diceva •crepa bastardo'. Tutto vero? Oli avvocati hanno chiesto per la ragazza una perizia psichiatrica cercando di non rendere valida la sua deposizione. La Corte (presidente Franco Becchino) ha risposto di no. Soraya sfugge la gente e i giornalisti: •Vi prego, non voglio più parlare di quella faccenda, ne ho fin sopra i capelli-. Invece, Oigllola ha un sorriso ironico Stretta In un tailleur bianco, le gambe accavallate. Chiama 11 fotografo che scatta immagini a ripetizione: -Non ti sei stancato? Non é meglio se le fai a tua moglie?' Ai giornalisti: ■ Scusali-, hanno detto che ossomiClio a Kim Novak, e allora cerco di recitare bene la parte-. Ancora: 'Sono originaria di Bergamo. C'è un libro dedicato atta mia famiglia, perché un mio antenato era il cardinale Guerinoni, persona famosa. Certo, non famosa come Colleoni: e lui la banaiera di Bergamo-. e poi una serte di risposte a doppio senso per accreditare la figura della donna disinibita. e' forse questo il suo fascino? Di Nardo dice che per lui •era una donna fragile, che aveva bisogno di aiuto-. Chissà. Lei, quando non scherza, ci sfoga: -Hopassato venti mesi da bestia, set in isolamento a Vercelli. Ho fatto diciotto giorni di sciopero della fame, ho avuto tre collassi e non sono stata nemmeno curala-. In carcere legge riviste religiose, non può dipingere {-hanno paura che mangi il colore-ì. U procesto? 'Conta soprattutto il giudizio di DIO', declama tutta seria. Però appena passa Raffaello Sacco nel suo completo blu stirato di fresco, con il corpetto abbottonato, non riesce a trattenersi, e lo sfotte: 'Buongiorno dottore, si ricorda di me?- Per il vice- questore è una vera e propria persecuzione. Scappa lontano: 'Pensare che era una donna cosi perbene...» Chi? •La signara Gigliola: scriveva poesie, voleva farsi suora-. Suora? 'Voleva andare missionaria in India. Questi due anni di carcere la devono aver rovinata-. Fuori dall'aula, Enrica Colombo, la vedova di Cesare Brin, intanto commenta con amarezza: «Come si fa a non notarla? Là dentro mi sembra la regina delle telenovelas. Ma provo indifferenza per lei. L'altro, invece, il aeri, non mi sembra del più furbi-. Dopo tre ore di camera di consiglio, la Corte aggiorna il processo. Si riprende giovedì prossima, con l'Interrogatorio degli Imputati. Gigliola si alza ed esce circondata dai carabinieri, il passo incerto, l'aria dimessa, cercando ancora con lo sguardo il suo compagno, dall'altra parte dell'aula. Niente. Oeri è aggrappato alle sbarre e non risponde. Pierangelo Sapegno

Luoghi citati: Bergamo, Cairo Montenotte, India, Savona, Vercelli