Morte 3 guardie giurate nel furgone portavalori che si scontra con la pala meccanica dei banditi

Morte 3 guardie giurate nel furgone portavalori che si scontra con la pala meccanica dei banditi Morte 3 guardie giurate nel furgone portavalori che si scontra con la pala meccanica dei banditi L'incidente alle 3,50 di ieri mattina sull'autostrada per Venezia, rimasta bloccata per alcune ore - I rapinatori avevano rubato l'escavatrice in un vicino cantiere - Forse spaventati dalla tragedia da loro provocata, sono fuggiti senza bottino TREVISO — Tragica trappola di alcuni rapinatori che intendevano impadronirsi dei valori di un furgone blindato. Tre guardie giurate sono infatti morte alle 3,50 di ieri nello scontro del furgone sul quale viaggiavano, appartenente alla ditta «San Giorgio» di Pordenone, e il braccio meccanico di una escavatrice che i banditi, rimasti sconosciuti, hanno posto di traverso sulla corsia «Sud» dell'autostrada «A4», nei pressi del casello dì Quarto d'Aitino, in località Bonisiolo di Mogliano Veneto (Treviso). Evidente lo scopo dell'ostacolo posto sulla carreggiata: bloccare l'automezzo e compiere una rapina. Le tre vittime, Giovanni Pavan, 25 anni, di Pordenone, che era alla guida, Gianfranco Grandìn, (27), anche • lui di Pordenone, e Severino Fasan (27), di Cordenons (Pordenone), sono morti all' istante e 11 furgone, che conteneva alcune centinaia dì milioni di lire provenienti dalla raccolta degli incassi di 18 supermercati della zona di Pordenone, e andato completamente distrutto. Il carico di valori del furgone è rimasto, però, intatto. Evidentemente i malfattori si sono impauriti di fronte alla tragedia da loro provocata e sono fuggiti. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco di Mestre che hanno impiegato alcune ore per estrarre i tre corpi dilaniati. Il traffico sull' autostrada in direzione di Venezia è stato interrotto per alcune ore. Del fatto si stanno interessando le squadre mobili della polizia di Venezia, Treviso e Pordenone. Un'inchiesta è stata aperta dalla procura della Repubblica di Treviso e affidata a Giovanni Cicero. Secondo una ricostruzione compiuta dagli investigatori, la pala meccanica è stata prelevata dall'argine di un canale poco distante dove erano in corso lavori di drenaggio. Messo in moto, il mezzo ha attraversato un campo ed è stato sistemato al termine della rampa d'immissione dal casello in autostrada dopo aver divelto la rete di recinzione. Da un'au¬ to staffetta dei banditi, che precedeva il furgone, sarebbe partito l'ordine ai complici di sbarrare la strada con la pala meccanica, n mezzo avrebbe dovuto fermare il furgone che compiva abitualmente quel tragitto per depositare il denaro a Padova. Ma il guidatore del blindato non ha scorto in tempo l'ostacolo per fermare la marcia. Gianfranco Grandìn e Severino Fasan, entrambi sposati, erano ex carabinieri: una volta congedatisi erano stati assunti dall'istituto di vigilanza, per 11 quale curavano il servizio di trasporto valori rispettivamente da sette e da cinque anni. Giovanni Pavan era invece al suo terzo anno di attività. I dirigenti della «Vigile San Giorgio» hanno dichiarato di non essere in grado di conoscere quale fosse la somma complessiva trasportata dal furgone e nemmeno se qualcosa sia stato rubato, poiché il mezzo si trova attualmente sotto sequestro. Un altro furgone dell'istituto di vigilanza pordenonese era stato rapinato il 23 novembre 1987 a Paese di Treviso: i rapinatori lo bloccarono con un autocarro, agganciandolo quindi con una pala meccanica, entrambi rubati in un deposito comunale. I tre banditi si erano fatti consegnare un miliardo e 400 milioni di lire, in gran parte contanti, ed erano quindi riusciti a fuggire. Due mesi fa tre pregiudicati ritenuti responsabili della rapina erano stati prosciolti in istruttoria. Treviso. I rottami del furgone blindato e due delle vittime, Severino Fasan e Giovanni Pavan

Persone citate: Gianfranco Grandìn, Giovanni Cicero, Giovanni Pavan, Severino Fasan