Le brutte abitudini di Van Poppel

Le brutte abitudini di Van Poppel L'olandese è la prima maglia rosa del Giro, come era già successo nel 1986 Le brutte abitudini di Van Poppel Facile successo allo sprint su Fidanza, Baffi e Fondriest - Poca gente al seguito della corsa - Oggi le prime salite con arrivo sull'Etna Cadono in tanti e Vanoiti finiste in ospedale dal nostra Inviato GIAN PAOLO ORMEZZANO CATANIA — Il velocista olandese Jan Paul Van Poppel, cognome da attore di film porno-soft del primo Lino Banfi, squadra olandese miliardaria Panasonic, è maglia rosa inaugurale del 72° Giro d'Italia. Ha vinto infatti la Taormina-Catania, tappa d'avvio, come suol dirsi, e d'ospedale per Ennio Vanotti, scapola destra rotta. Vanotti è della Chateau d'Ax che due anni fa perse Giuliani all'avvio o quasi del Giro e un anno fa Bugno, sempre per cadute da ossa rotte. Ennio Vannottì è caduto entrando a Catania, dopo un'ora di corsa. C'erano ancora da pedalare 46 chilometri, per 12 giri del circuito cittadino. Qualcuno aveva brividi di memoria: nel 1976 per caduta era morto, proprio entrando in questa città, Santisteban spagnolo, due anni fa nel Palermitano era finito Ravasio, morto dopo una settimana di coma. Ci sono state ieri altre cadute, una per cane vaganbondo, una per auto incosciente: Peiper australiano ha finito la corsa ma poi è finito all'ospedale, si temevano due fratture, scapola e gomito, la radiografia ha detto che sono soltanto contusioni, deciderà lui se ripartire. Rosola nostro, lui pure incidentato con volo sull'asfalto, ha perso l'opportunità di fare la volata per la maglia rosa. < La stessa opportunità è stata tolta ad Allocchio da una foratura all'ultimo chilometro, dopo che la sua squadra, ia Malvor di Saronni, aveva lavorato per domargli la corsa, «fatta» sino al chilometro 107 dal danese (stipendio colombiano) Worre, in fuga (sino a un minuto e mezzo di vantaggio) dal chi- lometro 26 e raggiunto da Cecini, Da Silva e Schalkers al chilometro 65. L'ultimo giro dentro Catania è stato condotto a quasi 49 di media. Van Poppel ha vinto lo sprint facilmente, nel 1986 proprio qui a Catania aveva vinto ed aveva preso la maglia rosa, è un abitudinario, se volete un vizioso. Ci ha tolto uno dei pochi traguardi sperabili, oggi si arriva in salita sull'Etna, quota 1300, qualcuno degli uomini per il rosa finale dovrebbe cominciare a farsi vedere, e nessuno di loro è sulla carta un pedalatore italiano. Ha colpito anche la facilità di Van Poppel, su Fidanza e su Baffi e su Fondriest che almeno ha fatto così sapere che respira: Van Poppel sotto un sole forte, per latini e non per fiamminghi, stando almeno agli stereotipi. Il tutto con proteste dei corridori per il casco obbligatorio, da tortura nel caldo. Ma è una norma europea, e si va verso un Giro d'Italia che cerca di battere il Tour nel farsi continentale, si parla del prossimo Giro a squadre nazionali forse soltanto per coprire la voglia vera, quella di un Giro d'Italia che diventa d'Europa nel 1990 (in fondo, lo fu già, per la prima settimana, nel 1973, quando toccò Belgio Lussemburgo Olanda Germania Francia e Svizzera, prima di arrivare all'Italia). Ci sono paure di cadute e di consunzione da caldo, e per fortuna che ieri a Catania la folla, molta ma non moltissima, e rimasta disciplinata, e gli incìdenti sono stati dovuti ad anomalie bene identificabili, non a casino generale. A Taormina, poi, per il via, la gente era addirittura poca, quella comunque che permetteva la piazzetta del Duomo, e quasi tutta straniera, tedeschi che sono i discendenti dei baroni che venivano da queste parti a fotografare gli efebi indigeni, e che poi hanno fatto giudiziosamente figli e nipoti, i quali nipoti arrivano a far vacanza siciliana con valchiriessa al seguito, regolare, bruttina, imperiosa. Così la prima tappa. Di solito al Giro U primo giorno ci sono meno emozioni. Di solito ci sono più italiani. Ma tutto in fondo era previsto: il bene, il male e il nulla.