Com'è difficile esser giovani Decidono sempre gli adulti

Com'è difficile esser giovani Decidono sempre gli adulti Com'è difficile esser giovani Decidono sempre gli adulti A condizionare le scelte magari non sono più i genitori «padroni» - Ma resta il rito dell'ubbidienza che si tramanda cinicamente da generazione a generazione I ragazzi di un tempo avevano scarsa autonomia nel decidere. Per fare un esempio, non raro: c'erano delle teste d'asino dalle quali si pretendeva un rendimento scolastico che non potevano dare, nonostante le generazioni precedenti, in famiglia, quel rendimento lo avessero in qualche modo onorato conseguendo un diploma, una laurea. E c'erano, al contrario, fior d'intelligenze non sfruttate in regolari corsi di studi, perché i padri proletari privilegiavano un immediato rendimento lavorativo. -Guardi che suo figlio va bene con la matematica, con le belle lettere: sarebbe una colpa non assecondarne le doti»: cosi si esprimevano le maestre, e contadini, bottegai, lavoratori di fabbrica, a rispondere, lusingati ma ormai determinati: »Sarà. ma a me servono le sue braccia, perciò lo giostro da garzone, che si prenda un buon mestiere se ha la testa fina». Per richiamare un'altra situazione, c'erano dei ragazzi studiosi ai quali però la vita di collegio faceva l'effetto del fumo negli occhi, peggio, come se li si costringesse a respingere i miasmi della Bormida da Cortemilia in su. Eppure non c'era verso. In collegio si andava, odiando il numeretto cifrato su ciascun indumento: e lo si sarebbe arso nel fuoco o distrutto con le forbici, il corredo, se non fosse che vi aveva messo mano la nonna e a lei non si poteva rivolgere tanto affronto. Di conseguenza, piacesse, o no. alla vita di collegio toccava adattarsi, con le sue regole, la sua opprimente disciplina, la scoperta di torti e ingiustizie che si sarebbero poi incontrati ancora di più nel crescere. E si sperimentava anche una massima ripetuta di continuo per orientare i comportamenti: una massima incentrata nel concetto di «un mondo fatto per i furbi» dove i furbi risultavano gli opportunisti, addirittura i disonesti Già allora. E allora, quando le spire del collegio stringevano come una sciarpa troppo stretta, potevano darsi dei dialo¬ ghi di questo tenore. •■Se ti dicessero di andare a piedi da Torino a Nrive. da Bari a Putignano. da Modena a Sassuolo, arrivi a casa c in collegio no;; torni mai più. eh ? La faresti la strada da solo, di notte, d inverno'''■■. Non uno che rispondesse di no. -E se, sempre d'inverno, ti chiedessero di fare un bagno tic! fiume dopo aier rotto il ghiaccio, prometter!- doti in cambio In liberta'' Eh?». Anche a questa prova, non uno che non dicesse di si. Poi. anni dopo, già al lavoro, ritornava la fantastica richiesta di una prova, di una scommessa per realizzare un sogno "E ti dicessero che devi digiunare tre giorni, che devi salire seminudo sul tram da piazza Solferino a Porta Suso, e ti regalano una Fiat 1900 Granlwc. una Lancia Aurelio coìuc quella di Einaudi quando va a turista o di Granelli quando va a Montecatini? Lo faresti''». Più cauti, si acconsentiva con il capo, sembrava un buon traguardo la 500 C. poi la Seicento. Ebbene, provatevi adesso a domandare, a quegli ex ragazzi fattisi, cosi risulta, maturi: "Se ;;; cambio di un piccolo sacrificio ti dicessero clic la velocita sulle autostrade e le regole di guida vengono stabilite razionalmente e non emotivamente; se ti dicessero che la natura si purifica, che scopri che cos'è davvero la mafia e chi la orienta, che non ci sarà più violenza, che nessun bambino si ritroverà senza genitori e nessun geni'o -e dovrà soffrire per la droga dei figli. Se ti dicessero che treni e aerei funzioneranno regolarmente, se ti confermassero che la fusione nucleare a freddo non e una bubbola: eh? Accetteresti?». Gli ex ragazzi ti guarderebbero sorpresi, a una domanda cosi, sorpresi che si possa mettere a confronto, come in una sfida, l'interesse personale e il benessere collettivo. E ciò significa che anche gli ex ragazzi sono cresciuti troppo in fretta, o che la realtà li ha resi indifferenti, egoisti. O forse soltanto cinici. Franco Piccinelli

Persone citate: Einaudi, Franco Piccinelli, Lancia Aurelio

Luoghi citati: Bari, Cortemilia, Modena, Montecatini, Nrive, Putignano, Sassuolo, Torino