Cannes: Profumo di scandalo di Lietta Tornabuoni

Cannes: Profumo di scandalo FESTIVAL / Il film dì Caton-Jones sulla vicenda di Christine Keeler Cannes: Profumo di scandalo Ad un quarto di secolo la donna che fece cadere il governo Macmillan ripete: «Non sono e non ero una prostituta» DAL NOSTRO INVIATO CANNES — »Non ero una prostituta, ma una showgirl. Non sono mai stata, non sono una prostituta». E' passato oltre un quarto di secolo da quando il governo conservatore inglese di Harold Macmillan cadde anche per lo scandalo della ragazza, amante contemporaneamente del ministro inglese della Guerra John Profumo e del diplomatico sovietico, forse spia.Evghenj Ivanov: ma tutto è sempre presente per Christine Keeler, arrivata al festival per fare pubblicità a 'Scandal», il film di Michael Caton-Jones che rievoca la vecchia irresistibile storia di sesso, politica, spionaggio, soldi e potere. Non così vecchia, magari. Gli usi sessuali dei politici inglesi non sembrano molto cambiati, a giudicare dallo scandalo attuale di Pamella Bordes, la ragazza che faceva l'amore coi deputati nella sede stessa del Parlamento: «Afa lei è semplice' mente una prostituta, lo no», insiste Christine Keeler. E' adesso una donna troppo sciupata per i suoi quarantacinque anni: restano bellissime le labbra, la voce, le mani, le gambe, resta la grazia dei modi, ma la faccia incantevole è andata. Negli ultimi ventisei anni, dal 1963 dello scandalo e del processo, s'è sposata due volte (con un operaio, con un dirigente d'azienda) e due volte ha divorziato, ha avuto due figli, ora vive a Londra col figlio minore diciassettenne Seymour e con due gatti. Ha scritto un'autobiografia, l'ha appena aggiornata e ampliata in una nuova edizione, ha approvato il copione del film e avuto colloqui di lavoro col regista: 'Nel mio libro c'è molto di più, ma anche il film non è male. Joanne WhalleyKilmer mi recita bene, mi somiglia anche molto. Se ero più bella io? Non credo proprio». Un paio d'anni fa l'hanno arrestata per ubriachezza. E' rimasta nel partito conservatore: 'Margaret Thatcher mi piace, è molto competente». Come tutti gli ex scandalosi, si vuole perbenista. Maniacalmente, come tanti ex protagonisti di scandali, parla soltanto di processi, d'avvocati (alcuni imbro¬ glioni, altri •meravigliosi»), di memoriali, d'ingiustizie patite, di giornalisti ('tutti bugiardi, scorretti»), delle tasse che se la mangiano viva, degli altri libri sulla sua vicenda (.'inattendibili invenzioni»). Con accanimento inalterato, smentisce pettegolezzi dimenticati: 'Io non ho mai incontrato il principe Filippo. Non ho mai fatto l'amore con Jack Kennedy», e son ventisei anni che l'hanno ammazzato, il presidente Kennedy. Propaganda il suo libro e ripete il suo ritornello ossessivo: 'Non ero una prostituta». Ma perché, secondo lei, questa vecchia storia pare ancora così viva? «Per ragio¬ ni politiche. Perché la verità non è mai venuta fuori». Forse anche perché quello scandalo segnò la fine del dominio della casta aristocratica sul partito conservatore, aprendo la via alla leadership della Thatcher, figlia d'un droghiere. Forse perché non sono troppo mutate l'ipocrisia, la bigotteria della classe dirigente inglese sulle questioni di sesso. Forse perché la società inglese contemporanea non è troppo diversa da quella del 1963, ha scritto 'The Observer»: 'Un partito conservatore da troppo tempo al potere, un Primo Ministro arrogantemente indifferente all'opinione pubblica, un uso politico della polizia e della magistratura, servizi segreti adoperati a scopi politici senza dover render conto del proprio operato, una stampa pavida, prude e pruriginosa». 'Scandal» di Michael Caton-Jones ha avuto molto successo in Inghilterra, successo a Cannes, e lo merita. Salvo una breve sequenza di orgia e un primo piano di genitali maschili scolpiti nel ghiaccio, il film racconta senza ribalderie la vecchia storia, concentrandosi su Stephen Ward, osteopata alla moda (tra i suoi pazienti c'erano Churchill, John Kennedy, Paul Getty, Elizabeth Taylor), ritrattista (per lui avevano posato otto membri del¬ la famiglia reale), arrampicatore sociale legato a lord Astor come al presidente pakistano Ayub Khan, edonista, Pigmalione di ragazze sprovvedute e belle come Christine Keeler e Mandy Rice-Davis che presentava ai suoi amici potenti, in contatto con la sezione M15 dei servizi segreti che si serviva di lui. Ward, benissimo interpretato da John Hurt, è il personaggio più drammatico della vicenda, il capro espiatorio, l'unico a venir condannato per i fatti con l'accusa di sfruttamento della prostituzione: quando si vide abbandonato dai ricchi amici si uccise col Nembutal prima ancora della fine del processo. H ministro della Guerra John Profumo, marito dell'attrice Valerle Hobson, che mentì al Parlamento negando d'essere l'amante di Christine Keeler, fu sbugiardato e dovette ritirarsi dalla politica, è il bravo Ian McKellen; Mandy RiceDavis, che dichiarò al processo d'essere andata a letto con lord Astor e Douglas Fairbanks jr., è Bridget Fonda, figlia bella e brava di Peter Fonda; sono adeguati gli interpreti degli altri personaggi, Mariella Novotny che ospitò a casa sua orge di VIP e andò con John Kennedy, l'addetto sovietico alla marina militare Evghenj Ivanov altro amante di Christine Keeler. Christine e Mandy, ragazze popolane belle usate dai potenti e spietatamente processate al loro posto, avevano allora diciannove anni, sedici anni. Lietta Tornabuoni Bridget Fonda, che interpreta Mandy Rice-Davis in «Scandal», e la vera Christine Keeler, 25 anni dopo l'affare Profumo

Luoghi citati: Cannes, Inghilterra, Londra