La Sip: si aumentino le tariffe

La Sip: si aumentino le tariffe La Sip: si aumentino le tariffe Ma il ministro Mammì dichiara: nessun rincaro - Un sondaggio tra utenti: per il 49% il servizio è migliorato • Insoddisfatti a Torino, Roma, Palermo ROMA — Gli italiani sono soddisfatti del servizio telefonico? La domanda se l'è posta la stessa Sip che ha promosso un'indagine presso circa centomila utenti del settore «affari», cioè quegli abbonati che usano il telefono e gli altri strumenti di comunicazione Sip per motivi di lavoro. I risultati, non del tutto soddisfacenti per l'azienda, sono stati presentati ieri in una video-conferenza tra Roma e Milano dai massimi dirigenti della Sip: il presidente Michele Giannotta, gli amministratori delegati Paolo Benzoni e Francesco Silvano, il direttore generale Antonio Zappi. Lo sforzo di innovazione e di adeguamento alla qualità del servizio offerto dagli altri Paesi europei è in atto, e infatti il sondaggio registra che una parte di utenti si sono accorti di un certo miglioramento negli ultimi due-tre anni. Ma proprio perché si tratta di un periodo di trasformazione tecnologica—commentano i dirigenti Sip — non se ne colgono ancora tutti i benefici: è come se su un'autostrada si stesse costruendo la terza corsia, durante i lavori il servizio può peggiorare. A partire dal '90 — assicurano — sarà però più avvertibile la «ricaduta» sulla qualità, anche tenendo conto che il piano quinquennale di investimenti prevede una spesa di 36 mila miliardi. Parlando di spese, i dirigenti della Sip han¬ no «auspicato» che entro l'anno si arrivi a una revisione della struttura tariffaria. Se per «revisione» si intende un aumento delle tariffe, c'è già una risposta del ministro delle Poste e Telecomunicazioni. Proprio ieri, intervenendo a Fiuggi a un congresso sindacale, Oscar Mammì ha detto: «La Sip deve investire molto, ma i finanziamenti non devono essere ricercati attraverso l'incremento delle tariffe bensì devolvendo una quota della raccolta del Banco-Posta agli investimenti nelle telecomunicazioni e nei servizi postali». Del resto anche nel sondaggio gli «utenti» si sono lamentati per il costo del servizio, costo al quale non corrisponde una proporzionata qualità. I più scontenti sono gli abbonati (sempre del settore «affari») di Torino, Venezia, Roma e Palermo, che non si sono accorti di miglioramenti; hanno invece notato un progresso negli ultimi anni quelli di Milano, Genova, Napoli e Bari. Secondo i risultati generali del sondaggio, il 49% degli intervistati dice che il servizio è migliorato, mentre il 39% per cento non ha rilevato variazioni. Confortanti i giudizi sul telefono radiomobile: quattro utenti su cinque sono soddisfatti; e infatti non si riesce a stare dietro alla domanda: nel 1988 i nuovi collegamenti sono stati 17 mila. r.i.

Persone citate: Antonio Zappi, Francesco Silvano, Mammì, Michele Giannotta, Oscar Mammì, Paolo Benzoni