Non é reato «9 settimane e mezzo» in tv

Non é reato «9 settimane e mezzo» in tv Non é reato «9 settimane e mezzo» in tv Assolto l'ex responsabile dei programmi di Canale 5-1 giudici hanno ritenuto legittima la proiezione del film vietato ai minori di 14 anni ROMA — I film vietati ai minori di 11 anni possono essere trasmessi in tv. Non e reato. Lo ha stabilito ieri per la prima volta il tribunale di Roma, presieduto da Nino Stipo, prosciogliendo con formula piena l'ex responsabile del palinsesto di "Canale 5- ed ex direttore dei programmi della Fininvest Roberto Giovalli, accusato di aver consentito la trasmissione di -Nove settimane e. mezzo- e - Ultimo tango a Parigi- in un'ora di massimo ascolto. Il pubblico ministero Alfredo Rossini, che aveva invece chiesto la condanna dell'imputato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di un milione di multa, ha annunciato che presenterà appello perché, a suo parere, nessun film vietato ai minori di 14 anni può essere trasmesso sul piccolo schermo. In caso contrario scatterebbe il processo per direttissima. Comunque la proiezione su Canale 5 delle due discusse pellicole di Adrian Lyne e di Bernardo Bertolucci è stata ritenuta legittima. I giudici romani hanno accolto le tesi difensive degli avvocati Francesco Vassalli e Luigi Di Maio. Sara quindi quasi certamente archiviata l'inchiesta penale aperta dal sostituto procuratore della Repubblica Rossini nei confronti dei quattro componenti della commissione di censura Mario Marvasi (già presidente di Cassazione e attuale presidente titolare della Commissione tributaria di 2° grado di Roma). Ugo Tucci. Massimu Pirri e Anna Paola Ercolanl, accusati di concorso in spettacolo osceno e violazione della legge sulla proiezione in pubblico di opere cinematografiche per aver concesso il nulla osta al film 'Nove settimane e mezzo-, vietando la visione solo ai minori di 14 anni, anziché ai non maggiorenni. Sempre il giudice Ros¬ sini aveva poi incriminato anche i membri della commissione di censura, presieduta dal consigliere di Cassazione Gentile Rapone, che aveva consentito la proiezione televisiva di - Ultimo tango a Parigi-. Tre mesi fa. peraltro, con una clamorosa decisione lo stesso magistrato aveva modificato il suo precedente atto di citazione, già notificato ai -censori", sostituendo anche il capo di imputazione. Il dietro-front del p.m. Rossini era comunque nell'aria dopo che. con una mossa a sorpresa e senza precedenti, il Procuratore capo Ugo Giudiceandrea aveva chiesto al tribunale l'intero incartamento processuale per verificare la correttezza delle originarie imputazioni contestate dal suo subalterno. Per il riesame del -casoavevano avuto un peso determinante le polemiche seguite al rinvio a giudizio dei componenti della commis¬ sione di censura. Per protesta erano state persino minacciate le dimissioni in massa di tutti i "Censori". Non era mai accaduto che ai membri di un organo collegiale, come la Commissione di censura del ministero del Turismo e Spettacolo, fosse addebitato di non aver impedito la possibile messa in onda sul piccolo schermo di film vietati ai minori di 14 anni. L'inchiesta penale prese il via da un centinaio di denunce di telespettatori e di gruppi a tutela della morale. Agli imputati il p.m. Rossini aveva contestato di non aver tenuto conto -delle immagini, dei fotogrammi ed altri oggetti figurati che venivano rappresentati in scene di erotismo, di sensualità violenta e stravagante, tali da offendere il pudore, secondo la particolare sensibilità dei minori e le esigenze della loro tutela-. Pierluigi Franz

Luoghi citati: Parigi, Roma