Parigi: l'atomica è tutta francese di Enrico Singer

Parigi: l'atomica è tutta francese Parigi: l'atomica è tutta francese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — "La Francia ha realizzato la sua forza di dissuasione nucleare con mezzi scientifici e tecnologici propri. Con gli Stati Uniti non c'è alcun patto segreto, ma ci soìio due accordi per scambi di informazioni firmati alla luce del sole nel 1961 e nel 1985». La reazione del ministero della Difesa francese alle rivelazioni dell'esperto americano Richard UUman non si è fatta attendere. E, naturalmente, è una smentita. Ullman — che è professore di relazioni intemazionali all'università di Princeton — aveva affermato che, nel 1972, Parigi e Washington avevano stretto un'intesa in base alla quale gli Usa avrebbero aiutato lo sviluppo della force de frappe in cambio di un "allineamento sostanziale- della strategia francese a quella statunitense. Per le autorità parigine la tesi di Richard Ullman è quasi un'offesa. E' un tentativo di mettere in dubbio quella linea d'indipendenza strategica voluta dal generale Charles De Gaulle — che nel 1966 decise il ritiro della Francia dal comando militare integrato della Nato—e difesa, poi, dai suoi successori all'Eliseo, Mitterrand compreso. E il comunicato — che sarebbe stato scritto, a quanto si dice, personalmente dal ministro della Difesa. Chévènement — lo fa capire in termini molto chiari. "Gli scambi d'informazioni tecniche con gli Stati Uniti — dice — non si traducono in alcuna dipendenza delle forze nucleari francesi e non hanno conseguenze sull'autonomia di decisione del loro eventuale impiego che spetta soltanto al presidente della Repubblica francese-. Ma se Parigi contesta con evidente irritazione la tesi politica del lungo articolo scritto da Richard Ullman per la rivista Foreign Policy, la confutazione delle rivelazioni dell'ex membro del Consiglio nazionale di sicurezza Usa è meno categorica. Così come hanno fatto anche i portavoce del Pentagono, del Dipartimento di Stato e dello stesso presidente Bush, i responsabili del ministero della Difesa francese sostengono che non si può parlare di un patto segreto del 1972 — Ullman lo ha definito addirittura 41 segreto più gelosamente custodito da Francia e Usa- — perché già nel 1961 era stato raggiunto un accordo pubblico per la cooperazione in campo nucleare militare. E' un accordo per -scambi di informazioni- che, appena quattro anni fa, è stato aggiornato da Mitterrand e da Reagan. Nessun motivo di scandalo, quindi. Tutto si sarebbe svolto-alla luce del sole-. E nel 1972 gli allora presidenti Richard Nixon e Georges Pompidou si sarebbero limitati a restituire consistenza all'accordo del '61 che l'uscita della Francia dalla struttura militare integrata della Nato aveva relegato, di fatto, in un cassetto. Il contenuto di questa ritrovata cooperazione è l'elemento più sostanzioso delle rivelazioni di Ullman. Gli Stati Uniti avrebbero fornito dati tecnici preziosi: sulla miniaturizzazione delle cariche nucleari per realizzare missili a testata multipla, sui sistemi di guida e di propulsione dei razzi vettori, sui metodi per penetrare le difese dell'Urss ed anche sugli obiettivi da colpire in territorio sovietico. Secondo Ullman, insomma, lo «scambio d'informazioni» sarebbe stato una vera miniera d'oro per i tecnici nucleari francesi. Su questi punti, la doppia smentita di Parigi e di Washington si limita ad affermare che -non c'è stalo trasferimento di formule e di tecnologia anche se la cooperazione si è sviluppata in molti campi classificati top secret-. Fonti militari francesi hanno lasciato capire che, nella pratica, la collaborazione è stata impostata seguendo quello che gli esperti chiamano il sistema di negative guidance. Si tratta di un metodo indiretto per suggerire la giusta soluzione indicando quali sono le soluzioni sbagliate. E' un metodo che avrebbe consentito agli specialisti della force de frappe di non perdere tempo (e miliardi) inseguendo false piste tecniche, soprattutto quando sono stati messi a punto i missili a quattro testate atomiche per la flotta dei sommergibili nucleari. Enrico Singer