Hanno deciso tre signore

Hanno deciso tre signore Hanno deciso tre signore DAL NOSTRO INVIATO LIVORNO — Come le maschere greche, Livorno piange e ride allo stesso tempo. Mentre scriviamo, a tarda sera, la città festeggia ancora con caroselli. -L'ha detto anche il telegiornale!» si sgolano i tifosi. Ma la gente scuote il capo. Molti hanno capito. Hanno capito 1 giocatori di Livorno. Tonut che esce piangendo, abbracciato alla ragazza. Lo ha capito Fantozzi, che grida: 'Siamo noi ì campioni morali». I giocatori di Milano sono usciti scortati dalla polizia. Premier era malconcio, il cuore in gola ancora per il terrore provato a terra, mentre gli tiravano calci da ogni parte. Montecchi e gli altri si sono fatti schermo, prima di raggiungere in fretta il cellulare, tra i sassi. Che cosa è successo in quel lunghissimo dopo partita? Mentre Forti andava a segno, gli arbitri erano già divisi. Grotti ha assegnato il canestro e addirittura un libero per fallo di Meneghin. Zeppilli ha fatto segno che la partita era già finita. Ha deciso il tavolo, le signore Begnoli, Tabanelli e Visoli. Ha deciso il cronometro, per la verità. Ma a quel punto s'è scatenato l'inferno. Il pubblico più violento d'Italia s'è rovesciato sul parquet. Premier ha fatto un gesto d'esultanza, forse di scherno. E' stato aggredito alle spalle da Wood, poi dall'inserviente addetto alla tribuna stampa. Si è difeso menando colpi ovunque, alla cieca. La folla lo ha aggredito, calpestato. A fatica, difeso da Carera, è riuscito a fuggire. Intanto venivano aggrediti altri, Montecchi, picchiato duro, finiva per colpire con un pugno un ragazzino. Poteva finire in tragedia. «A Livorno è cosi» dicono i dirigenti, allargando le braccia. Così il tavolo ha deciso per Ir "ulta convalida, per lo scudetto, della vergogna, pei i tifosi livornesi. E la folla s'è calmata, ha smesso di menar le mani e imbracciato le bandiere. E' partita alla conquista della città, con questo scudetto cucito col filo bianco, imbastito dalla paura. Sono rimasti al palazzetto i giocatori, a vivere il loro dramma. Quello dei milanesi, col terrore di nuove aggressioni. Quello dei livornesi, che hanno visto svanire un sogno per qualche briciolo di secondo. Ma la festa non è qui, da nessuna parte. Questo basket è una guerra, sporca e stupida, decisa dai tifosi, tollerata dai dirigenti. La gente rimane intorno al palazzetto, lo prende d'assedio per sapere se sarà vero scudetto. Molti intuiscono e si scatenato altri insulti, altre aggressioni. Ai giornalisti, stavolta, che come è noto sono sempre colpevoli. E' andata avanti così, per un paio d'ore. Alla fine sono usciti i livornesi, in lacrime, lanciando improperi, e Bucci, pallido: 'Non parlo». c. mal.

Persone citate: Bucci, Carera, Fantozzi, Grotti, Meneghin, Montecchi, Wood, Zeppilli

Luoghi citati: Italia, Livorno, Milano