L'officina degli insetti buoni

L'officina degli insetti buoni Sta nascendo presso Cesena la prima biofabbrica italiana L'officina degli insetti buoni Si produrranno entomofagi «ausiliari» per la lotta contro i principali parassiti delle piante - Il progetto coordinato dall'Enea ntl NACTnn iuinutn .DAL NOSTRO INVIATO CESENA — Delle molte sfide che i produttori ortofrutticoli degli Anni 90 dovranno affrontare una è sicuramente prioritaria: la soluzione del difficile rapporto agricolturaambiente. Negli ultimi decenri, soprattutto nelle coltivazioni a carattere intensivo, la produttività è stata ottenuta ron tecniche ad elevato impntto ambientale e l'impiego di notevoli quantità di sostanze chimiche. Questo ha provocato danni anche troppo noti e pesanti rìschi per la salute dei consumatori. " Tutti ormai sono d'accordo sul fatto che così non si può continuare; naturalmente non si può interrompere di colpo ogni tipo di trattamento, facendo un passo indietro lungo secoli. Quello che si » » •. • ... ■ può fare è accelerare l'impie go di tutte le tecniche che ricerca e sperimentazione mettono a disposizione per produrre con una minor pressione chimica. In questa strategia di difesa integrata un posto di grande importanza lo occupa la lotta biologica, una tecnica che, anche se a molti sembra avveniristica, era già stata concepita e messa in atto empiricamente in California, quasi un secolo fa. Oli esperimenti terminarono con l'avvento dei prodotti di sintesi, il cui apporto alla produzione si delineava molto più rapido e decisivo. Oggi le ricerche sul «biologico» cominciano a dare risultati importanti, anche per il favore che ad esse dedica l'opinione pubblica, ma, in Italia, siamo ancora indietro . - . . .... se ci confrontiamo con molti altri Paesi. Le biofabbriche, le fabbriche degli insetti «buoni», sono una realtà da tempo nel resto d'Europa: la Gran Bretagna ne ha quattro, la Francia tre, la Germania due, Svizzera, Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia una. Finalmente anche l'Italia sta per entrare in questo «bioclub». E' questione di poco, del tempo necessario a trasformare il «Laboratorio allevamento organismi utili» della Centrale ortofrutticola di Cesena in struttura operativa su vasta scala. Soldi, permessi e spazi sono pronti e la «fabbrica» comircerà tra breve a sfornare su scala industriale gli «insetti killer» che il Laboratorio metteva sul mercato a ritmo artigianale. Naturalmente il fatto che Cesena si avvìi a diventa¬ . ....... ..... re la capitale italiana della lotta biologica non è un fatto casuale. Nel 1983 venne costruito il primo laboratorio per attività sperimentali e dimostrative sia nel settore dell'allevamento degli entomofagi, sia nella loro applicazione in serra e In pieno campo. La struttura (che si è avvalsa fin dalla sua costituzione della consulenza del professor Giorgio Celli, titolare della cattedra di tecniche di lotta biologica dell'Università di Bologna) nacque come risposta all'esigenza del progetto di lotta integrata della Regione Emilia e Romagna, che inizialmente ne finanziò la spesa e successivamente ne ha sostenuto Interamente i costi di gestione fino al 1986; dall'anno seguente l'Impegno finanziario della Regione è stato supportato dall'Enea (Ente nazionale energie alternative). Ma che cosa succede in queste biofabbriche? Si allevano insetti; quegli entomofagi appunto che sono predatori e parassiti degli insetti dannosi alle colture. Naturalmente c'è una specializzazione: la biofabbrica di Cesena alleverà quattro organismi utili, ovvero la Chrysoperla carnea, predatore di afidi, che viene prevalentemente utilizzata sulle fragole, ma il cui uso è in via di sperimentazione anche su altre colture; lo Phytoseiulus persimilis, predatore del ragnetto rosso, validissimo su molte colture, anche in diverse situazioni ambientali; l'Encarsia formosa, parassitoide degli aleurodidi, da impiegare su melanzane, gerbere, cetrioli, pomidori, peperoni; la Diglyphus isaea, killer della _ _ Liriomyza trifolii o della Liriomyza bryoniae. Ma la vocazione «biologica» dell'agricoltura cesenate non si esaurisce in questa prestigiosa iniziativa, lo dimostra la rassegna «Agrobiofrut» che si inaugurerà mercoledì 31 maggio; in questa occasione verranno presentate tecnologie, attrezzature e tutti i mezzi alternativi destinati all'agricoltura avanzata. Una pietra angolare della ri-, cerca e della produzione di ortofrutta con metodologìe di lotta integrata è costituita dal Gruppo Apo (Associazione produttori ortofrutticoli ). Apo si colloca come una delle aziende leader a livello nazionale in questo particolare settore agrìcolo ed ha in vìa dì attuazione, come spiega il presidente Romeo Lombardi, molti ambiziosi progetti: dalla cooperazione In know how con altre aziende italiane alla scuola dì formazione per tecnici specializzati in biotecnologie agrìcole. Ma i fiorì all'occhiello di Apo sono «Microverde», un laboratorio di riproduzione meristematica, ovvero un metodo grazie al quale da una gemma si possono ricavare fino a un milione di piante selezionate, resistenti ai parassiti, che vengono mantenute in dimensioni minuscole fino al momento in cui debbono essere utilizzate. L'altro perno di Apo è «Greenlab», il laboratorio in cui, grazie all'analisi della produzione delle aziende associate, vengono rilevate presenze, dannose per il consumatore, di pesticidi chimici e altri inquinanti, anche nelle minime quantità. Vanni Cornerò

Persone citate: Giorgio Celli, Romeo Lombardi, Soldi, Vanni Cornerò