Vertice della Nate al buie di Fabio Galvano

Vertice della Nato al buio L'incontro di domani rischia di trasformarsi in una spaccatura all'interno dell'Alleanza Vertice della Nato al buio L'intensa attività diplomatica delle ultime ore non ha spianato i contrasti tra Usa e Germania occidentale - II cancelliere Kohl ha ribadito che intende confermare le sue tesi sull'avvio di negoziati in tempi rapidi con l'Urss DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Un'ultima fumata nera si è levata ieri dal quartier generale della Nato, a Evere: neppure l'intensa attività diplomatica delle ultime ore ha spianato la via del vertice Nato in programma domani e martedì a Bruxelles. In una girandola di voci, che da una parte riguardano una possibile iniziativa americana per la riduzione delle proprie truppe in Europa, ma che dall'altra toccano anche l'inflessibilità tedesca davanti al compromesso Usa sui missili a corto raggio, il Consiglio Atlantico ha affrontato nel pomeriggio l'ultima sessione preparatoria; ma gli ambasciatori dei Sedici non avevano gli strumenti per dissipare le ombre del disaccordo. n vertice della Nato era stato convocato per celebrare i quarant'anni dell'Alleanza, ma anche per strappare a Gorbaciov l'iniziativa del dialogo Est-Ovest attraverso l'enunciazione di un ambizioso «concetto globale» di sicurezza e disarmo. Rischia invece di concludersi nel segno di una crepa sempre più profonda nel tessuto atlantico. Le ultime speranze sono affidate alle tre sedute formali dei prossimi due giorni, ma anche a una ricca serie di contatti bilaterali. L'alternativa allo sblocco dell'Impasse potrebbe essere, negli scenari più pessimistici, la rinuncia al documento sul «concetto globale», monco come sarebbe del capitolo delle Snf, fondamentale nella vasta correlazione con la riduzione (50 per cento) delle superarmi strategiche, con l'eliminazione totale delle armi chimiche, con le riduzioni del convenzionale. Dal vertice, in questo caso, emergerebbe un solo documento: il testo di carattere politico in cui i capi di governo definiranno il ruolo dell'Alleanza verso il 2000. n contrasto sulle armi a corto raggio riguarda modernizzazione e negoziabilità. Americani e inglesi sostenevano la necessità della prima. La Germania, appoggiata dal Belgio e in modo molto più sfumato anche dall'Italia, chiedeva 11 rinvio della modernizzazione e l'avvio dei negoziati in tempi rapidi. Gli Usa hanno accettato la negoziabilità della Snf, ma a condizione di «progressi significativi» nei colloqui di Vienna sul convenzionale. Sull'ammodernamento la Germania insiste che soltanto nel 1992 si dovrà decidere se è necessario produrre e installare un successore al missile Lance; per ora lo sviluppo di tale sistema riguarda solo gli Usa. Washington, invece vorrebbe fin d'ora il viatico dell'Alleanza. Ma ieri, a Norimberga, il cancelliere Kohl ha ribadito che la Germania confermerà le proprie tesi. E' in tale quadro che s'inseriscono le voci di una riduzione di 34 mila unità (10 per cento) delle truppe americane in Europa; voci che Bush non ha voluto commentare durante la sosta italiana. Al proposito, il portavoce della Casa Bianca ha tuttavia precisato che un'eventuale decisione «non sarà unilaterale». Ma molto se ne è discusso alla Nato. E' vero, si dice, che tale mossa potrebbe trovare una spiegazione nel desiderio del presidente americano di vincere una battaglia psicologica con Gorbaciov. Ma c'è anche il rischio che — se confermata — l'intenzione di Bush appaia come irritata reazione alla posizione tedesca; e, in ultima analisi, come un grave indebolimento del linkage difensivo fra Usa ed Europa. Fabio Galvano

Persone citate: Bush, Gorbaciov, Kohl