«Il mio Cellino genio e mascalzone» di Simonetta Robiony

«Il mio Cellino genio e mascalzone» Giacomo Battiate ha terminato le riprese del film dalle memorie dell'artista «Il mio Cellino genio e mascalzone» Coproduzione Raidue, Cinemax e Taurus - Una doppia versione per le sale e per la tv - Le riprese a Roma e nella Loira - Il polacco Wadeck Stanczak protagonista - Nel cast Ben Kingsley e Max von Sydow ROMA — Secondo Giacomo Battiato il libro autobiografico La vita di se stesso che Benvenuto Cellini, di professione orafo e cesellatore, scrisse all'inizio della sua vecchiaia per lasciare una traccia della sua inenarrabile avventura è la cosa più bella che abbia mai fatto. Migliore perfino della celebre saliera scolpita per il re di Francia Francesco I, migliore del Perseo, la grande statua di bronzo che è stato il sogno di un artista come lui costretto dai committenti dell'epoca a misurarsi solo con opere di straordinario artigianato. Le memorie di Cellini sono una massa enorme di avventure, anedotti e soprattutto personaggi (papi, sovrani, prostitute, banchieri, artisti, briganti) ritratti senza reverenza alcuna, con lo sguardo impietoso e sarcastico di un uomo geniale che è stato però anche un narcisista, avventuriero, mascalzone, presuntuoso, avido, sperperatore. Ed è da questo libro, un romanzo-non romanzo, affresco anomalo del Cinquecento, che Giacomo Battiato ha tratto il film Cellini, una produzione europea di quindici miliardi realizzata da Raidue. la Cinemax francese e la Taurus tedesca, per esser venduto poi in tutto il mondo dalla Sacis, Usa e Canada esclusi vista lesistenza di una trattativa diretta della rete. Girato in inglese, lingua che si avvia a diventare anche quella della Comunità europea e comunque la sola buona per l'esportazione, Cellini è interpretato da Wadeck Stanczak. giovane attore francese di origine polacca, protagonista di Désoróre con cui vinse a Venezia un premio della critica, ma anche di Chimère con Beatrice Dalle con cui è stato all'ulti¬ mo Festival di Cannes. Al suo fianco tre grandi nomi del cinema europeo internazionale: Ben Kingsley nel ruolo del governatore pazzo di Castel Sant'Angelo, la prigione dove viene rinchiuso accusato di aver rubato preziosi durante il sacco di Roma ad opera di Carlo V; Bernard Pierre Donnadieu in quello del re Francesco I di Francia che lo riscatta dalla galera per poterlo avere al suo servizio; Max von Sydow in quello del papa Clemente VII, suo primo mecenate, colui che gli regala la fama e la ricchezza ordinandogli di fabbricare gioielli, argenteria, monete. Con loro Sophie Ward, donna amata ambigua e complessa, e Pamela Villoresi, la popolana sposata in tarda età che gli diede cinque figli. Curatissimo anche il cast tecnico: la sceneggiatura è di Vittorio Bonicelli, la fotografia è di Dante Spinotti, i costumi di Nana Cecchi, la scenografia di Gianni Quaranta. Ieri, ultimo ciack dopo mesi di riprese girate tra i Castelli sulla Loira e palazzo Farnese di Caprarola, villa Adriana a Tivoli e Castel Sant'Angelo, il tutto nel tentativo di restituire il Rinascimento mentre stava nascendo e perciò pieno di impalcature, operai, pittori all'opera. A fine anno il film sarà terminato. Per Gia¬ como Battiato, regista di / paladini, Martin Eden ma anche Stradivari con Anthony Quinn, arrivato al suo debutto televisivo, una ennesima biografia che non avrebbe mai voluto fare: «Ho ceduto di fronte al fascino del copione e alla contraddittorietà del personaggio: Lunghissimo il lavoro di preparazione: Stanczak, che di Cellini ignorava il nome, ma conosceva il Perseo, ha trascorso un mese a studiare il nostro Cinquecento e un altro mese a discuterne con il regista. «La gran paura — confessa — era di non saper essere né abbastanza italiano né abbastanza rinascimentale: Questo Cellini avrà una doppia versione: per le sale e per la tv. Spiega Battiato: «Per evitare rischi, seguendo l'esempio di il padrino di Coppola, abbiamo lavorato su due sceneggiature autonome: Il film è imperniato sulla creazione del Perseo: dalla ideazione alla ricerca dei finanziamenti fino alla complessa fusione del bronzo. Spezzoni della vita di Cellini appaiono come ricordi. Lo sceneggiato segue la cronologia degli eventi: Firenze, Roma, Parigi, di nuovo Firenze, n Perseo è solo uno dei momenti di questa lunga e avventurosa vicenda umana. Simonetta Robiony Wadeck Stanczak accanto al Perseo di Cellini: l'attore polacco, prima del film, non sapeva nulla dell'artista, ma conosceva la statua