Skoro rifiuta la B

Skoro rifiuta la B Lo jugoslavo rilancia il Toro alla vigilia di Pisa Skoro rifiuta la B «Usciremo dalla trappola con le nostre forze» - La sua esperienza-salvezza nello Zeljeznican «Anche in Jugoslavia cambiarono l'allenatore» TORINO — -Non mi aspettavo di certo una stagione così povera di soddisfazioni, ma non accetto l'idea del Torino in serie B. Siamo in pericolo, ma usciremo da questa trappola con le nostre forze: La fiducia di Haris Skoro non è fatta di parole di circostanza. Spiega: «Non sono nuovo a queste situazioni. L'ho provata nello Zeljeznicar, campionato 1985-86. Anche allora i dirigenti cambiarono l'allenatore a metà stagione. Tutto il calcio è paese. Ce la cavammo prima dello sprint finale, ma il campionato jugoslavo non è equilibrato come quello italiano. Può far sorridere dire che miglioreremo proprio adesso. Ma sento che a Pisa giocheremo una buona partita'. Un miracolo di Vatta, allora? «Non si può pretendere che un tecnico in cinque domeniche cambi gioco e mentalità di un gruppo. Ma a livello di parole, qualcosa si può fare-, A Skoro, Vatta (nato a Pola) parla in slavo. A questo punto, anche le sfumature hanno importanza. E Skoro accetta ancora una volta un ruolo che gli piace poco: «Le necessità di squadra sono evidenti, non mi sono mai sentito di protestare e tanto meno lo farei ora. Ma io non sono un giocatore da area di rigore, sono una mezza punta, vorrei partire da lontano per inserirmi in progressione. Putroppo "Brescia" (Bresciani) ha avuto una stagione sfortunata, raramente è stato a disposizione. Io mi adatto, vorrei davvero essere un goleador...». Bresciani si è nuovamente bloccato ieri, nel corso dell'allenamento. Ancora la caviglia lo ha tradito, anche se la radiografia ha escluso guai seri. L'attaccante ne ha abbastanza di questa annata di problemi. 'Un altro stop banale, ma il risultato è che riesco appena a camminare. Ma ci saranno ancora quattro partite dopo la prossima a Pisa, vorrei ancora essere utile. Il periodo nero finirà, anche perché è già stato sin troppo lungo-. A consolare Bresciani è stato Borsano, giunto al Filadelfia a metà dell'allenamento del pomeriggio. Il presidente granata era stato in mattinata nel Novarese. «A parlare di tessuti' ha precisato, per evitare che gli venisse appioppato qualche acquisto. Sul campo, Sergio Vatta (affiancato dal preparatore atletico Trucchi) ha proposto ai giocatori schemi, tiri in porta ed una sfida in famiglia a campo molto accorciato dalle porte mobili, per ridurre gli spazi e obbligare tutti a «far girare» il pallone con rapidità. Vatta non ha la presunzione di inventare il calcio. Ha accettato l'incarico, ma la prossima stagione tornerà alla sua Primavera, al lavoro in profondità nel settore giovanile. Più degli esercizi col pallone e della partitella, comunque, da sottolineare il lungo rapporto che il tecnico ha tenuto al gruppo che andrà in campo a Pisa, dividendolo in due tronconi. Prima il colloquio con difensori e centrocampisti con qualche indicazione (la retroguardia granata ne ha bisogno) su posizioni e sincronismi a fronte dell'attacco avversario. Quindi toccava alle punte Muller e Skoro. Più Edu che avrà il compito di far loro da spalla, cercando gli spazi per i suggerimenti. Muller è entrato più volte nell'argomento, spiegandosi a gesti ed a parole. Edu è sta¬ to «licenziato» per ultimo da Vatta. n brasiliano è caricato dalla maglia di titolare dopo tante domeniche di panchina (o di tribuna). Le rare presenze di Edu hanno comunque coinciso con la conquista di punti importanti. Ed a Comi il finale di stagione offre la possibilità di far scordare le troppe gare giocate al di sotto delle sue possibilità. L'augurio è che ritorni (può e deve farlo, è solo questione di testa) al rendimento della scorsa stagione. Si ricordi (due esempi) delle sue prestazioni eccellenti, da leader, in un derby di Coppa e a Marassi. Rifinitura al Filadelfia, stamane, pranzo in sede e nel pomeriggio trasferimento a Forte dei Marmi tappa verso Pisa. Dove il presidente Borsano raggiungerà la squadra domattina, pilotando il suo aereo personale. Non vuole sentir parlare di ultima spiaggia: «La delicatezza del momento è evidente, ma la squadra saprà reagire. Ne sono convinto'. Bruno Perucca