Due Rust nei cieli di Berline

Due Rust nei cieli di Berline Ripetuta la prodezza che mise in crisi i sistemi radar dell'Urss: con aerei superleggeri fanno fuggire un amico dalla Germania Est Due Rust nei cieli di Berline DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Il poliziotto di guardia al monumento dell'Armata Rossa, a Berlino Ovest, probabilmente non crede ai suoi occhi. Mancano pochi minuti alle cinque del mattino, la notte serena si sta stemperando nel crepuscolo che precede l'alba. Ecco due minuscoli aerei che arrivano ronzando da Sud. Volano bassi, una cinquantina di metri dal suolo. Cercano un punto di atterraggio e lo trovano a ridosso del Muro, più o meno al centro della spianata erbosa che sta fra il Reichstag, la Porta di Brandenburgo, il monumento sovietico. Una serie di sobbalzi, poi di nuovo il silenzio. C'è ancora poca luce perché il poliziotto possa scorgere a distanza che cosa ne è dei piloti: ma ce n'è abbastanza per vedere la stella rossa che campeggia sulle esili fusoliere. E così la tiepida alba berlinese propone un enigma che per alcune ore resterà indecifrabile. Quando la polizia allertata dall'agente di guardia arriva in forze sul posto, trova i due aerei abbandonati. Sono velivoli ultraleggeri, del tipo Fox II, sentenziano gli esperti: con il loro motore di 521 centimetri cubici possono volare a 110 chilometri l'ora di velocità massima. Austriaca la provenienza industriale: ma allora che cosa ci fa quella stella rossa, dipinta su uno screziato verde mimetico? La prima ipotesi è quella della bravata alla Mathias Rust. Mancano due giorni al secondo anniversario della pazzesca incursione su Mosca del pilota amburghese. E allora qualcuno deve aver progettato lo scherzo per dimostrare che anche il cielo di Berlino può essere violato. Ma poi, lentamente, un'altra verità sì fa strada. Tanto per cominciare si accerta che i due aerei sono già noti a Berlino Ovest. I numeri di telaio e dì motore parlano chia¬ ro: li avevano portati in città, con regolare autorizzazione britannica, quattro tedeschi dell'Ovest. Li avevano portati a pezzi, in autostrada, un paio di settimane fa. Ora si tratta di stabilire dove si sia iniziato quel volo notturno che si è platealmente concluso davanti al Reichstag. Finalmente, a metà giornata, sono i diretti interessati a farsi vivi. E' stata una fuga. Sugli aerei dalla stella rossa (due posti) hanno volato tre uomini fra i 30 e i 40 anni. Due di loro, decollati nella notte da Berlino Ovest, hanno agevolmente varcato il confine. La quota bassissima li ha tenuti al riparo dall'intercettazione radar. Non è chiaro come abbiano potuto sfuggire, con quei ronzanti motorini a pochi metri da terra, all'osservazione delle guardie di frontiera. E' forse bastato per ingannare i Vopos il rosso emblema del grande fratello sovietico? E' stato complicato, ha detto uno dei piloti: ma il rìschio è stato minimo. Da qualche parte, nel territorio della Repubblica Democratica Tedesca, c'era un appuntamento nella notte: si trattava di caricare un amico, e di portarlo in Occidente. E così, puntualmente, è stato fatto. Ma perché mal con due aerei? Perché i due passatori non si fidavano di quei trabiccoli volanti. Se uno dei due fosse stato costretto a un atterraggio di emergenza nella Ddr, l'altro sarebbe sceso, avrebbe caricato il compagno e lo avrebbe riportato di qua. E l'operazione sarebbe stata rinviata a tempi migliori. Le statistiche sulle fughe oltre il confine intertedesco registrano ormai una ventina di avventure aeree. Applicando la ricetta Rust, i tre spericolati del Reichstag dimostrano che il cielo di Berlino può anche regalare la libertà: basta non salire troppo. Alfredo Ventun Berlino. Agenti smontano uno dei due aerei superleggeri atterrati davanti all'ex Reichstag (Ap)

Persone citate: Mathias Rust, Rust