Il traffico cresce, ma gli incidenti calano di Piero Casucci

Il traffico cresce, ma gli incidenti calano Analisi della sicurezza stradale in Italia, Gran Bretagna, Francia e Germania Il traffico cresce, ma gli incidenti calano Ora che l'Istituto centrale di statistica ha reso noti i dati relativi agli incidenti stradali avvenuti nel 1988 è possibile fare un bilancio più accurato dell'andamento della sinistrosità stradale in Italia. Dati interessanti anche in relazione ai tanto discussi limiti di velocità (1101130 km/h) imposti dal ministro Ferri. Come mostra la tabella contenuta in pagina vi è stato nel 1988 un aumento modesto del numero degli incidenti (+0,6 per cento) rispetto all'anno precedente. Idem dicasi per quello dei feriti e dèi morti. E' però importante rilevare che dal mese di agosto si è avuto un calo costante degli incidenti. Ed è scesa in modo pressoché progressivo anche la mortalità. L'andamento può considerarsi soddisfacente e .trova riscontro in quanto è avvenuto in autostrada con una riduzione dei tassi sia di incidentalità sia di mortalità. L'Aiscat (l'Associazione italiana fra le società concessionarie di autostrade e trafori) sottolinea al riguardo che il valore di 1,15 in termini di incidenti (per cento milioni di veicoli-chilometro) e di 1,38 in termini di persone decedute rappresenta il minimo storico dal 1966 ad oggi con una riduzione rispettiva dell'8,7 e dell'I 1,5 per cento nei confronti del 1987, anno in cui si erano già registrati dati confortanti. La flessione degli incidenti, dei feriti e dei morti in autostrada acquista un valore ancora più significativo se rapportata all'impetuosa crescita della mobilità globale che ha raggiunto complessivamente (passeggeri e merci) i 46,4 miliardi di veicoli-chilometro nel 1988. L'intensità media giornaliera è stata di circa 25 mila veicoli per chilometro di autostrada. L'incremento del traffico passeggeri dal 1980 è stato del 62 per cento e del 38 per cento quello dei veicoli merci. Si è quindi di fronte a un fenomeno superiore a qualsiasi previsione. Vista nel quadro più ampio della Comunità Europea, la leadership della sicurezza spetta alla Gran Bretagna con 9,4 morti per centomila abitanti sulla base di statistiche riferite al 1987. La mortalità è scesa del 18 per cento dal 1982 ma è tuttora elevata fra i pedoni. Il Regno Unito è afflitto dal problema della guida in stato di ebbrezza alcolica. Gli sforzi delle autorità sono in gran parte rivolti a combatterla con ogni mezzo. Anche in Francia vi è stata una flessione della mortalità. Nel 1987 il numero dei morti per incidenti stradali è stato di 10.742. Nel 1982 fu di 13.191 ma rapportato alla popolazione del 1987 è stato pa¬ ri a 19,4 decessi per centomila abitanti contro 12,7 dell'Italia. La situazione in Francia viene considerata del tutto insoddisfacente. Per questo sono allo studio norme più severe volte a punire più aspramente l'ubriachezza al volante, il non rispetto dei limiti di velocità e delle segnalazioni semaforiche, il mancato soccorso in caso di incidente. Su suggerimento di un Comitato ministeriale si pensa di ridurre da 60 a 50 l'ora la velocità nei centri abitati e addirittura a 140 o, al massimo, a 160 quella 'fi¬ sica» di ogni vettura all'origine. In altre parole si vorrebbe che un'automobile fosse messa — già in sede di progetto — nella condizione di non superare quel o quei limiti anche qualora il guidatore volesse. Al riguardo le contoindicazioni sono numerose e quasi certamente non se ne farà nulla ma è invece certa l'istituzione di una patente a punti con un massimo di sei. L'alcolemia al volante o la fuga oppure il delitto involontario costeranno almeno tre punti oltre alle sanzioni pecuniarie e alla responsibi- lità oggettiva. Il caso della Germania Occidentale è assolutamente unico. Non esiste, com'è noto, un limite di velocità in autostrada. Eppure esse sono tra le vie di scorrimento rapido più sicure del mondo. Esiste un limite, invece, sulle strade ordinarie (generalmente di 120 km ora). La situazione della sinistrosità stradale in Germania viene considerata buona anche se non del tutto soddisfacente. Nel 1987 il numero dei morti è stato pari a quello di 35 anni prima sebbene il numero dei veicoli in circolazione sia cresciuto nel frattempo di otto volte. E dal 1982 è sceso del 31 per cento ma i tredici decessi per centomila abitanti nel 1987 rivelano che anche la Germania Occidentale ha i suoi problemi in questa materia. Cerca di risolverli con un costante miglioramento della sede stradale. Come in Gran Bretagna e in Francia, in Belgio le preoccupazioni maggiori provengono da coloro che guidano con un grado elevato di alcolemia nel sangue o che superano i limiti di velocità. I180ei 200 km l'ora sull'autostrada BruxellesOstenda non sono così rari. Infondo, anche nei Paesi in cui il controllo della velocità è più assiduo, le infrazioni non mancano. Piero Casucci