Polenghi, voglia di nozze

Polenghi, voglia di nozze Dopo il piano di rilancio messo a punto dalla Fedital (Federconsorzi) Polenghi, voglia di nozze Pellizzoni: «Preferiremmo un partner italiano, ma se non lo troveremo cercheremo oltre frontiera» - Finora però non vi sono pretendenti - L'azienda nell'88 ha perduto quasi 130 miliardi ROMA — La Polenghi cerca un partner. Questo è il secondo passo del piano di rilancio concepito dalla Fedita], il «braccio agro-alimentare» della Federconsorzi, per la sua pecora nera; ma è un passo che non si sa assolutamente in quale direzione possa essere compiuto. La strategia appare al momento un po' generica: 'Il piano — dice un comunicato della Fedital — prevede una intensificazione di possibili sinergie con altri partners, sia sotto forma di alleanze, sia attraverso operazioni di jointventures». A questo punto una domanda è inevitabile: c'è qualcuno a cui la Polenghi possa interessare? Abbiamo girato il quesito a Silvio Pellizzoni, amministratore delegato deUa Fedital. «Se l'interrogativo riguardasse ieri, cioè prima dell' annuncio del piano di rilancio, avrei avuto qualche riserva sull'appetibilità della Polenghi. Oggi invece sono convinto che sia molto appetibile, sia perché è un marchio famoso, sia perché avere una linea di prodotti freschi sottomano è una prospettiva interessante per molti gruppi del settore. Quest'ultimo punto spiega anche perché abbiamo deciso di investire tanto denaro: siamo convinti che nel lungo termine la Polenghi sia strategicamente importante». Sotto 11 profilo finanziario il rilancio, che prevede il rag¬ giungimento dell'equilibrio economico in quattro anni, fa perno sull'aumento del capitale Polenghi da 112 a 201 miliardi e sul risanamento delle perdite (quasi 130 miliardi nel 1988) per un impegno complessivo di 140 miliardi. Dal punto di vista tecnico il piano è articolato in due fasi. Nella prima, biennio '89-'90, gli interventi riguarderanno essenzialmente la concentrazione delle produzioni a Lodi, il recupero delle perdite derivanti da carenza di penetrazione in alcune aree di mercato (ovvero selezionare e puntare sulle zone più remunerative); un ridimensionamento delle strutture centrali, forse costituite con eccessivo ottimismo nel 1985, quando si è puntato sul «fresco». Dopo il '90 ci sarà la fase di ripresa dello sviluppo, in cui è previsto il rafforzamento delle capacità competitive della Polenghi anche grazie al lancio di nuovi prodotti (per ora top secret). Ma torniamo alla «voglia di nozze» della Polenghi; un eventuale partner da dove arriverebbe? «Per ora non c'è nessuno in vista — ammette Pellizzoni — comunque preferiremmo naturalmente un alleato italiano, magari nel quadro del famoso polo agroalimentare; ma se non fosse possibile guarderemo oltrefrontiera». H piano però non pare tranquillizzare eccessivamente i sindacati, che si dichiarano anzi •profondamente preoccupati» per lo stato della Polenghi. Pur giudicando positivo l'intervento per risanare i debiti dell'azienda, Fat, Flai e Uilias ritengono indispensabile trovare una linea che abbia «t/ pieno assenso dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali»; per riuscirci è stata concordata l'istituzione di una commissione tecnica che avrà il compito di individuare la fattibilità delle proposte della Federconsorzi. Vanni Cornerò

Luoghi citati: Lodi, Roma