Gli hobby del professore fare yoga e bruciare auto di Giuliano Marchesini

Gli hobby del professore: fare yoga e bruciare auto L'insegnante che guidava i piromani di Bologna vive nella Verona di «destra», la stessa di Abel e Furlan Gli hobby del professore: fare yoga e bruciare auto DAL NOSTRO INVIATO VERONA — Insegnava matematica, all'istituto magistrale «Pascoli» di Bolzano, con un tratto signorile, a momenti con una certa svagatezza, come se altri pensieri lo portassero lontano dai numeri. Di Curzio Vivarelli, 11 preside Cicala dice che è «un oravo professore, anche se un po' strano». E la vicepreside, Teresa Michelini, lo considera «un tipo piuttosto ingenuo». 'Magari un po' folle, ma in senso buono». La stranezza, secondo l'accusa, consisteva nel fatto che lui aveva una passione sfrenata: quella delle auto di terza o di quarta mano, «Dyane», «2 CV», «Renault 4», «Fiat 500», le macchine degli studenti e degli operai che tirano avanti a stento. Ma non per spirito di collezionismo: per bruciarle, sempre secondo l'accusa, nelle strade e nelle piazze di Bologna. , Così Curzio Vivarelli, pro¬ fessore spesso impeccabile e a volte trasognato, è finito in carcere insieme con tre giovani bolognesi, per rendere conto di 132 auto date alle fiamme nel capoluogo emiliano. Oli inquirenti pensano che sia lui il capo di quelle «ronde pirogene antidemocratiche» che hanno ridotto a scheletri fumiganti un gran numero di vetture, testimonianze di modesta condizione sociale, per «tenere in tensione continua il proletariato della città più rossa d'Italia». Curzio Vivarelli, trent'anni, è vissuto con i genitori e un fratello a Verona, in via Aspromonte, una delle zone «bene» della città. Oli studi con ottimi risultati al liceo scientifico «Fracastoro», la laurea alla «Cattolica» di Milano. Doveva essere uno di quelli che negli ambienti della borghesia si definiscono ragazzi proiettati verso un avvenire senza problemi. Invece ades¬ so il giovane insegnante medita in una cella sul suo futuro. Lo hanno bloccato gii uomini della Digos veronese alle 6 della mattina, mentre stava per partire per Bolzano, dove sarebbe salito in cattedra. Sorpresa e sbigottimento, fra i suoi conoscenti. Vivarelli non aveva precedenti, dicono in Questura a Verona. Però, aggiungono, 'ha tendenze ideologiche di movimenti extraparlamentari di estrema destra». E quando è stato arrestato, racconta un funzionario, 'Sembrava quasi che se lo aspettasse». Poche, asciutte parole scambiate con il dirigente della Digos, «senza alcuna reazione di tipo incontrollato», poi il trasferimento a Bologna e l'interrogatorio da parte del giudice Claudio Nunziata. Ora si tratta di frugare nella vita di Curzio Vivarelli, che tra insegnamento rigoroso e «stravaganze» dev'essere stata piuttosto in¬ tensa. Dieta vegetariana e qualche ora dedicata alla pratica dello yoga. Nieme di sconvolgente, ma quelle che interessano gli inquirenti sono ovviamente quelle tendenze ideologiche. Anche discorsi, tra gli amici, di pangermanesimo, e certe carte trovate nella sua abitazione. E' anche l'ambiente in cui Vivarelli si muoveva, che può indirizzare le indagini. E' la zona veronese dove la destra ha le sue punte, dove il gruppuscolo nero traccia sui muri scritte dello stesso colore sovrastate da una svastica. E si spinge a «rendere onore» a Wolfgang Abel e Marco Furlan, i ragazzi condannati a trent'anni e in attesa del giudizio di appello per la catena di delitti firmati «Ludwig». Un quadrato di Verona in cui sì rievocano ancora imprese che ebbero il marchio nazista. Un terreno dal quale trasse alimento «Ludwig», che trasformò in un rogo il ci¬ nema «Eros» di Milano, provocando la morte di sei persone, e andò a incendiare la discoteca «Liverpool» di Monaco di Baviera. Di fuoco, secondo quanto stabilirono i giudici di primo grado, erano sinistramente esperti Wolfgang Abel e Marco Furlan. Dì fuoco, sempre in base a quanto sostengono gli inquirenti, s'è diffusamente occupato anche Curzio Vivarelli, tra una lezione dì matematica e l'altra. 'Non ci risulta — dicono alla Digos — che il professore abbia avuto qualche contatto con Abel e Furlan». Per qualcun altro, invece, i due «ragazzi bene» finiti davanti ai giudici sotto il peso dei crìmini di «Ludwig» non erano degli sconosciuti per Vivarelli, anche perché hanno frequentato lo stesso liceo veronese. Comunque, è una cultura di violenza, rivolta contro i cosiddetti «diversi», che forse ha le stesse radici. «Ludwig» s'accaniva contro prostitute. omosessuali, frequentatori di sale cinematografiche a luci rosse. Adesso c'è il «caso Vlvarelli», che sembra avere motivazioni più politiche, con gli attacchi al 'proletariato della città più rossa d'Italia». E c'è un altro personaggio dai due volti: quello del perbenismo e quello del disprezzo per gli altri. Curzio Vivarelli Intento all'insegnamento nell'ordinata scuola magistrale di Bolzano. Curzio Vivarelli che, stando alle accuse, prende contatti con elementi dell'area turbolenta bolognese, si mette a dirigere le «ronde pirogene antidemocratiche» e indica gli obiettivi: vecchie utilitarie, qualcuna polverosa e qualche altra ammaccata, simboli di un proletariato che non ha collocazione nella scala di valori che Vivarelli s'è fatto. -Un bravo professore», ripetono. Ma con un hobby incendiario. Giuliano Marchesini