La Malfa: cambiamo nome alla «Federaxione laica»

La Malfa: cambiamo nome alla «Federazione laica» Riunito a Roma il comitato che preparerà lo statuto dell'alleanza La Malfa: cambiamo nome alla «Federazione laica» «Sarebbe meglio chiamarla democratica» - Altissimo: ci sono ancora resistenze, ma le supereremo DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Dopo polemiche, tentennamenti, critiche, la federazione laica ha fatto finalmente il primo passo: ieri, all'hotel Ambasciatori di Roma, si è riunito per la prima volta il comitato che dovrebbe mettere a punto lo statuto dell'alleanza laica e preparare la prossima «convention» del 3 giugno, a cui parteciperanno i consìgli nazionali di pri e pli e i candidati per le prossime elezioni europee. Intorno ad un tavolo nella sala dell'Orologio (cercata inutilmente nei corridoi dell'albergo per più di un quarto d'ora da Antonio Del Pennino e Egidio Sterpa) il presidente del comitato, Ernesto Galli Della Loggia, alla presenza di Giorgio La Malfa e Renato Altissimo, ha aperto la prima riunione all'insegna del motto «più fatti e meno parole». Con un occhio alla crisi di governo, Altissimo e La Malfa hanno brindato alla scommessa. Messi da parte i dubbi, tutti e due i segretari prevedono un successo per la federazione. n segretario repubblicano ha dimenticato per un attimo la lettera di dimissioni dal partito del capogruppo repubblicano al Comune di Vercelli, Luciano Caffi («La federazione è un pateracchio ideologico — è scritto nella missiva — a cui non mi sento moralmente e politicamente di dare appoggio'), e ha proposto un nuovo nome: non più federazione «laica», ma «democratica». n segretario liberale è sicuro che 'le resistenze naturali» all'operazione esistenti nei due partiti potranno essere superate. Mentre anche Marco Pannella, in un'intervista all'or¬ gano del pli L'Opinione, ha smesso di criticare per un momento i suoi nuovi alleati e si è dato all'ottimismo per quanto riguardale prospettive elettorali: 'Prevedo grandi sorprese, ressa piuttosto che solitudine». Intanto un risultato è già stato raggiunto: nella crisi di governo repubblicani e liberali per 11 momento sì muovono di comune accordo. Entrambi chiedono una soluzione in tempi brevi, entrambi sono pronti a fare di tutto pur di impedire le elezioni anticipate. In più, tra i mille risvolti di una crisi che si preannuncia complessa, c'è anche il sogno che improvvisamente si creino le condizioni per una presidenza laica. Democristiani e socialisti già guardano con timore a questa eventualità e tentano di evitarla, ma l'imprevedibilità dell'attuale fase politica non esclude nessuna soluzione. Almeno è quanto sperano repubblicani e liberali. Nell'ultima direzione del pli, ad esempio, già se ne è parlato. E il vicesegretario liberale. Paolo Battistuzzi, non nasconde che i liberali sono pronti a farlo. Per non parlare di Salvatore Valitutti che già elenca i possìbili presidenti laici: «Per noi potrebbero farlo Zanone e Malagodi (anche se è più vecchio di me); tra i repubblicani Visentini e Spadolini». Proprio quest'ultimo se si presentasse l'opportunità potrebbe essere il favorito: 'Mi immagino che in questi giorni Spadolini — racconta il deputato repubblicano, Giorgio Bogi—non si stanca di ripetere: miei cari, mi raccomando il silenzio, non bruciate il mio nome».

Luoghi citati: Comune Di Vercelli, Roma