Amati dalla tv

Amati dalla tv Amati dalla tv questo aiuta a spiegare il rapporto di tipo devozionale tra il pubblico e alcuni conduttori: essi sono (possono essere) — alla lettera — dei benefattori. 3) Modello Chi c'è c'è. O del Presenzialismo di massa. Si può prevedere che — tra le reti Rai, i network nazionali e le tv locali, tra le centinaia di salotti televisivi, la partecipazione in qualità di pubblico e le interviste per strada, tra le telefonate c i concorsi — entro qualche anno, almeno un membro di ogni nucleo familiare urbano sarà apparso in tv. E la sua vita e le sue relazioni interpersonali ne risulteranno modificate, in qualche misura (anche ridottissima). Per converso, il non essere mai apparso in tv sarà motivo di riprovazione sociale. Già ora, d'altra parte, per alcuni settori di classe dirigente, la frequentazione degli studi televisivi è un indicatore di prestigio e di status. Degli ultimi due meccanismi — il quarto, Chi l'ha visto? o Sindrome dello Sceriffo, e il quinto, Chi è stato? o Sindrome del Giudice Istruttore — si discute da mesi. E motivatamente: lo schema processuale, evocato da entrambi i meccanismi, è ormai egemone (Telefono giallo e Processo del lunedi. Un giorno in Pretura e Fluff!, Io confesso e Chi t'ha visto e Fonim...). Quel modello corrisponde alla tendenza verso la giuridicizzazione dei rapporti sociali, propria della mentalità nazionale. Per cui, dissensi politici e contenziosi estetici, conflitti morali e litigi familiari, interpretazioni ideologiche e stili di vita: tutto, assolutamente tutto, può diventare materia da codice penale e oggetto di dibattimento processuale. E così la tv completa il suo ciclo: già fonte di Conoscenza, di Ricchezza e di Fama (i primi tre Modelli), dimostra di saper esercitare — insieme a funzioni di gratificazione e promozione sociale — anche funzioni di Disciplina e di Sanzione. Per dispiegare compiutamente il suo ruolo di massima istituzione nazionale — di agenzia di integrazione culturale e ideologica — la tv, oltre che infinitamente buona, deve mostrarsi infinitamente giusta. Dunque, deve sorvegliare e punire. Ricordate? «Chi non castiga i propri figli, non li ama». Luigi Manconi

Persone citate: Luigi Manconi, Ricchezza