«Sepolta viva per lo sponsor» di Piero Bianucci

«Sepolta viva per lo sponsor» Secondo gli esperti «i record di sopravvivenza non aiutano la scienza» «Sepolta viva per lo sponsor» «Dietro ai 130 giorni trascorsi da Stefania in una grotta ci sono interessi commerciali» - «Sulle reazioni dell'organismo a una completa solitudine si conosce ormai tutto» - Ma c'è chi difende la ragazza: «E' un primato fine a se stesso, che può servirle per conoscersi meglio» Centotrenta giorni in una grotta sotto il deserto del Nuovo Messico senza alcun contatto con l'esterno. Per compagnia 400 libri, la tastiera di un computer, una chitarra. E ora per Stefania Follini, nata ad Ancona 27 anni fa, un ritorno alla vita normale che, per certi versi, rischia di essere un trauma quanto prima lo è stata la lunga solitudine. Ha perso dieci chili, il ciclo mestruale è scomparso, la percezioni.' psicologica del tempo le si è distorta: al punto che. quando l'amico speleologo Maurizio Montalbini le ha annunciato che l'esperimento si era concluso, era convinta che fossero passati soltanto due mesi anziché quattro e mezzo. L'obiettivo dell'impresa — si dice — è scientifico. In vista di viaggi spaziali molto lunghi, per esempio TerraMarte e ritorno, è necessario conoscere le reazioni fisiche e psichiche a un isolamento di molti mesi o addirittura di arni. Ma è proprio cosi? Alberto Oliverio, direttore dell'Istituto di psicobiologia del Cnr e professore all'Università di Roma -La Sapienza-, ne dubita. 'Sulle reazioni dell'organismo a una completa solitudine si sa quasi tutto. Ci sono ricerche ed esperienze ormai classiche: in particolare quella del francese Michel Siffre, che all'inizio degli Anni Settanta si recluse nella Midnight Cavern, negli Stati Uniti. E prima di lui ricerche analoghe avevano fatto negli Antii Trenta vari studiosi del sonilo. Sappiamo che il nostro organismo è regolato su ritmi circadiani, cioè approssimativamente della durata di un giorno, legati all'alternanza luce-buio. Venendo meno questo riferimento, il ritmo circadiano si allunga, fino a portare a sfasamenti rilevanti-. La Nasa si dice interessata a queste ricerche per poter prevedere il comportamento di un astronauta che viva a lungo in un laboratorio orbi¬ tale o su una navicella spaziale. Pensa che l'analogìa tra la grotta e l'astronave sia sufficiente per rendere credibili le osservazioni scientifiche fatte sull'esperienza di Stefania? «Ritengo di no. In genere l'astronauta ha riferimenti temporali precisi- orologi e in certi casi anche l'alternanza giorno-notte. Inoltre è in contatto radio con altri scienziati, e quindi non si trova in isolamento sociale. Mi sembra che quello di Stefania Follini più che un esperimento scientifico sia un record fine a se stesso-. La perdita del ciclo mestruale era prevista? -Era quanto meno presumibile. Sappiamo che accade alle hostess di aerei sottoposte a continui salti di fusi orari. Ciò comporta un disordine nei ritmi circadiani che talvolta si riflette sull'ovulazione. Negli Usa esistono farmaci pensati proprio per rimediare al jet-lag-. Lei ha dedicato varie ricerche e un libro divulgativo ai ritmi biologici. Dal punto di vista psicologico quali sono le principali conseguenze dell'isolamento in una grotta? «Sono possibili forme allucinatorie, con l'irruzione in stato di veglia di fasi simili a quelle del sonno Rem, la fase del sonno collegata al sogno, caratterizzata da rapidi movimenti oculari'. Tra i pionieri degli studi su bioritmi e conseguenze dell'isolamento c'è Paolo Durio, professore di ecologia all'Università di Torino. Le sue esperienze, condotte anche su animali gemelli monovulari, risalgono al 1961-62. «L'elemento più discutibile della prova sostenuta da Stefania Follini è che l'ambiente in cui è vissuta non è naturale ma fortemente trasformato dalla tecnologia: disponeva di computer, giradischi, libri, letto, suppellettili di ogni tipo. In queste condizioni ci troviamo di fronte a un'esperienza più o meno interessante per il soggetto che la compie, ma di poca rilevan¬ za scientifica''. Dello stesso parere è Giovanni Badino, consigliere della Società Speleologica Italiana. -Le prove di isolamento sostenute da Siffre erano in certo senso già datate allora, e tuttavia quei 200 giorni di solitudine fornirono qualche dato alla medicina spaziale, interessante per fini astronautici. Oggi direi che dietro queste imprese si vedono soprattutto gli interessi degli sponsor: E aggiunge un dato significativo: ■■Montalbini. collega di Stefania, afferma di essere detentore del primato di permanenza solitaria in grotta con 210 giorni. Ma lo jugoslavo Milutin Veljkovich è rimasto per 463 giorni nella grotta Samar. E ne ha ricavato un libro intitolato "Sotto il cielo di pietra": un'impresa ben conosciuta, anche se i media, enfatizzando l'esperienza di Montalbini, si sono stranamente dimenticati di citarla: Piero Bianucci

Persone citate: Alberto Oliverio, Giovanni Badino, Maurizio Montalbini, Montalbini, Paolo Durio, Samar, Stefania Follini

Luoghi citati: Ancona, Messico, Stati Uniti, Usa